«Uno spettacolo collaudato, mi accompagna dj 2P anche lui come me è molto tecnico, per un live rap, essenziale, il ritmo è sempre alto per un’ora e mezza di fuoco. Una scaletta ampia, con tutte le hit, mischiate al mixtape nuovo. Uno show serrato, siamo due macchine»: il rapper MadMan porta il suo “MM4 Summer Tour” al Castello di Udine sabato alle 21.30. Al secolo Pierfrancesco Botrugno, classe ’88, è uno dei nomi più rappresentativi del rap italiano, in pista dal 2011, spesso al fianco di Gemitaiz; il suo ultimo lavoro “MM vol. 4” (Tanta Roba Label, distribuito da Universal Music Italia), è il quarto capitolo della saga cult di mixtape, uscito a novembre 2021, ora per la prima volta dal vivo: «Non abbiamo voluto fare i concerti con la gente distanziata e seduta – spiega MadMan – quindi siamo stati fermi parecchio. Non era scontato ritrovare la gente, mi sta arrivando tanto amore, ne sono davvero contento».
“MM vol. 4” è un album figlio della pandemia, un brano come “Gaudì” descrive in maniera molto schietta l’alienazione da lockdown.
«Sembra una traccia spensierata ma parla di quella situazione, del senso di isolamento, della routine ripetitiva, anche “Chillin” è un pezzo allegro e positivo però in realtà parla di zona di comfort, di chiusura… alla fine il rap è autobiografico, quindi quello che vivevo si è riflesso sul disco».
Durante il lockdown si è appassionato anche al fitness?
«Già un po’ prima. Non avevo mai fatto sport in vita mia ed è stata una piacevole scoperta, non direi svolta salutista, ma rispetto al passato riesco a compensare periodi di feste e ore piccole con dei periodi più “healthy”. Tutte le cose nuove mi stimolano, quindi ho cambiato un po’ stile di vita».
Che ne pensa del momento d’oro che sta vivendo il rap in Italia?
«Un momento un po’ confuso, in senso buono. Questa pausa ha fatto sì che si accumulassero nuove tendenze, artisti. Quest’estate ci sono concerti rap ogni giorno, ovunque. È stato come un tappo che si toglie. Il rap continua a evolversi, a contaminarsi con altri generi, tante nuove energie che si mescolano nel panorama».
“Volevo solo darmi un tono/ poi ho fatto qualche disco d’oro”: come vive il successo?
«È stato un percorso graduale negli anni, uno step alla volta, con un po’ di gavetta. Il mio obiettivo è sempre stato dare qualcosa in più, cercando di non fare il passo più lungo della gamba. Faccio il mio, mi piace, non posso dire che il successo mi abbia cambiato la vita dall’oggi al domani, mi adatto alle nuove situazioni. Poi in questo periodo mi sembra di aver resettato tutto, non facendo i live si perde un po’ il contatto con una parte del mio lavoro che è fondamentale».
Si è dichiarato saturo dei social, dove ogni cosa diventa divisiva. Come mai?
«Ognuno si sente in diritto di dire la sua, senza avere voce in capitolo e mi infastidisce parecchio, la sovraesposizione sui social ti aliena dalla realtà e ti dà energie negative. Nessuno di noi, nella vita, ha voglia di sentire parlare chiunque di qualunque argomento no? I social ti costringono a stare in piazza a sentire mille cose di cui non hai bisogno. Mi concentro sul mio, mi alleno, leggo libri, guardo film».
Come funziona l’ispirazione?
«Le frasi, le parole chiave su cui costruisco i pezzi, mi vengono mentre mi alleno, faccio colazione, guardo un film… mi annoto questi pensieri che poi sviluppo in studio. È una cosa affascinante, che non decido io».
Cosa la aspetta?
«Dopo il mio tour, i palazzetti con Gemitaiz, molti sold out dal 2019».
Elisa Russo, Il Piccolo 26 Agosto 2022
IL Messaggero Veneto 27 Agosto 2022

