È già sold out la “cena spettacolo Sanremo Story” di sabato sera alla Tavernetta di Remanzacco, protagonisti Mal e Miani. Due artisti diversi ma che trovano dei punti di contatto, uno su tutti: entrambi hanno vissuto il Festival di Sanremo in prima persona. L’udinese Giovanni Miani ha partecipato nell’85 con “Me ne andrò” e nell’86 con “Ribelle su questa terra”, esperienza che gli apre porte (quasi surreale il tour nell’ex Unione Sovietica, con 180 mila persone allo stadio di Kiev o in diretta da Mosca in scuderia con Ramazzotti, Zucchero, Mango, Bertè, Gino Paoli) anche se poi abbandona la musica leggera per quella dance, piazzando la sua hit “Tu vivi nell’aria”. Ben quattro le partecipazioni di Mal, il cantante inglese naturalizzato italiano che calca il palco dell’Ariston nel ’69 con “Tu sei bella come sei”, “Sole pioggia e vento” nel ’70 con Luciano Tajoli, “Non dimenticarti di me” nel ‘71 con i Nomadi e nell’82 con “Sei la mia donna”. L’amore porta Mal, più di trent’anni fa, a Pordenone dove ha messo su famiglia, continuando la sua attività musicale che unisce alla passione per il golf. Nelle tante serate in giro per il Veneto, l’incontro con Miani: «Siamo diventati amici, è sempre un piacere vedersi – racconta l’artista friulano – ho scritto anche un pezzo per lui, “Se te ne vai”. Sabato apro io con un medley sanremese storico di una mezz’ora e poi spazio a Mal, generalmente stiamo assieme sul palco e sicuramente duetteremo. Il pubblico lo facciamo divertire e ballare». «Canterò miei vecchi successi – aggiunge Mal – per ricordare gli anni ’60 – ’70 e le canzoni che sono rimaste nel cuore di tanti». 

Come mai non hanno più partecipato a Sanremo? Per Miani un tasto dolente: «Quest’anno mi ero candidato, la mia “Riparto da qui” con testo di Sabina Negri, non è stata nemmeno lontanamente presa in considerazione. Per questo parlo di pura discriminazione nei miei confronti, ingiustificata, rispetto al mio passato. Contesto il procedimento di selezione delle canzoni che partecipano con criteri poco chiari, che non tengono conto dell’esperienza degli autori e della qualità». Miani si dice però fiducioso sul futuro, che in fondo “non c’è due senza tre”. «Io ho fatto la mia strada e Sanremo la sua. Sono deluso – dice invece Mal – perché il Festival ultimamente è cambiato e non mi piace com’è impostato. Non per criticare, ma la musica che Amadeus sta presentando non rispecchia la tradizione italiana, qui il rap è soltanto una brutta copia di quello che fanno in America. La musica italiana è la bella melodia che ha girato il mondo, non c’è un paese in cui non cantano “O sole mio” o “Volare”. Oggi manca la melodia orecchiabile, quella che rimane nel tempo. Ci sono autori bravissimi ma per esigenze discografiche non trovano spazio, sono considerati antichi. Sarebbe stato meglio fare due festival uno con la musica melodica, e un altro con quello che piace ai giovani». Sull’argomento conclude Miani: «La vedo un po’ diversamente, se pensiamo al brano di Diodato che ha vinto qualche anno fa la melodia c’era eccome. Tendo verso il moderno, sono curioso di sentire i giovani, che oggi prendono molto dagli anni ’80, anche nella ricerca nel passato c’è evoluzione».  

Elisa Russo, Il Messaggero Veneto 27 Gennaio 2023 

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