«Faccio parte di quella schiera di musicisti tosti che soffia nel tubo di una tromba. Mi piace definirla di latta perché voglio un po’ staccarmi dagli altri soffiatori ma anche e soprattutto perché la latta è un materiale povero». Madre istriana di Tòppolo in Belvedere (frazione di Capodistria), padre triestino, bisnonno e trisnonno di Buie, Mario Fragiacomo nasce a Trieste il 26 aprile «è un mio vezzo non indicare l’anno preciso di nascita – spiega – ma dire che sono nato nel periodo del TLT». La musica entra presto nella sua vita e gli dà la possibilità di viaggiare, ma le sue origini restano sempre fortemente sentite e diventano il filo conduttore delle sue opere. «Ora – racconta il trombettista triestino – vivo a New York con un visto per meriti artistici». 

La sua prima volta a New York?

Negli anni ’90 avevo partecipato a una tournée con Moni Ovadia. Facevo parte della sua TheaterOrchestra, tromba solista nello spettacolo musico-teatrale “Golem”: sei musicisti sul palco, coreografati, del La MaMa Theatre di Ellen Stewart, Off-Off Broadway. Molto dopo, nel 2018 sono “sbarcato” nuovamente a New York presentando un mio piccolo recital all’Italian American Museum di Mulberry Street a Little Italy, in occasione del Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe del Carso triestino e dell’Istria. Una storia naturalmente sconosciuta qui in America. A febbraio 2019 ho riproposto, al Consolato Generale d’Italia di Park Avenue a Manhattan, un recital in duo coinvolgendo la mia compagna americana, Luisa Brencella, come voce recitante in lingua inglese. L’evento è stato organizzato dall’associazione Giuliani nel mondo di New York e New Jersey. 

Principalmente a quale progetto si sta dedicando ora?

Sto perfezionando il sogno che avevo nel cassetto da un po’, cercando un editore per la mia ultima opera pluridisciplinare, intitolata “Histria ed oltre”. Un cofanetto che comprende: un libro di disegni di Bruno Chersicla dal titolo “Portole – Taccuino immaginario” con brevi commenti dell’autore per ogni disegno, della sua infanzia in Istria, un altro libro (di poche pagine) che contiene un cd audio di musica popolare dell’Istria veneta e canti dell’esodo giuliano-dalmata realizzato da me assieme al Mitteleuropa Ensemble e un dvd con il docu-film “Fertilia Istriana” di Cristina Mantis; ospite illustre Paolo Fresu. Sto curando l’impostazione grafica con una tipografia internazionale che ha realizzato recentemente simili progetti per Andrea Bocelli, Franco Battiato e altri.

Il suo viaggio musicale comincia a Trieste. Dove di preciso?

A otto anni nella banda del Ricreatorio Guido Brunner di Roiano. A sedici mi iscrivo al Conservatorio Tartini con una buona tromba Selmer argentata, acquistata di seconda mano. Inizia così la mia epopea trombettistica. Nei ’70 il primo approccio al jazz con il pianista triestino Silvio Donati. 

Ha suonato anche per l’entourage di Franco Basaglia. 

Esperienza di grande umanità e impegno sociale a fianco del precursore dell’apertura del manicomio di Trieste, che poi si estese in tutt’Italia. Ricordo lo storico corteo degli ospiti dello psichiatrico per le vie di Trieste, fino su, sul colle a San Giusto, dietro a Marco Cavallo, culminato con la festa popolare. Noi jazzisti triestini venivamo invitati a suonare nel Teatrino dell’ospedale anche con ospiti illustri come Ornette Coleman, Giorgio Gaslini, Andrea Centazzo, con affluenza di pubblico che coabitava con i malati di mente.

E poi?

Mi sono trasferito a Milano, dove ho proseguito gli studi accademici frequentando il corso speciale di musica jazz condotto da Gaslini al Conservatorio Giuseppe Verdi e dopo aver suonato sempre in gruppi di free jazz e in diverse big band, vengo contattato negli anni ’90 da Moni Ovadia tramite l’amico Alfredo Lacosegliaz. Con loro sono approdato al klezmer tradizionale ebraico per poi portarlo nell’ambito jazzistico. Un’idea sfociata anche in diverse produzioni discografiche di successo e nel film premiato a Cannes “Senza Pelle” diAlessandro D’Alatri. Ho avuto poi occasione di collaborare con il trombettista Markus Stockhausen, abbiamo realizzato l’album “Mitteleuropa”, ispirato alla grande opera letteraria “Danubio” di Claudio Magris.

La sua peculiarità?

Posso affermare di essere stato il primo compositore in Italia ad aver dedicato un’opera musicale al dramma dell’esodo istriano, fiumano e dalmata apportando sensibilità jazzistiche e contemporanee, combinando sentimenti e ricordi di vita vissuta con lo spirito del nostro tempo.

Il rapporto con Trieste?

Manco da diversi anni ma ho avuto sempre contatti culturali: da Fulvio Tomizza che fece una bellissima presentazione al mio primo album di musica jazz “Trieste, ieri un secolo fa” e successivamente fui da lui invitato al Caffè San Marco per musicare “Franziska” in occasione della presentazione del suo ultimo libro. Poi l’epistolario con Claudio Magris che ha sempre stimato la mia musica (ha tutti i miei album in casa), Franco Basaglia, Bruno Maier, Claudio Grisancich, Bruno Chersicla…

Il futuro?

Non ho intenzione di vivere tutta la vita a New York, e abbandonerò anche Milano (dove ho base in Italia): un giorno tornerò a Trieste, che mi rimane nel cuore, con la sua dimensione più umana, mi piace il vino di qualità, le osmize del Carso, il mare, l’Istria dei miei avi.

BIOGRAFIA MARIO FRAGIACOMO

Il trombettista e compositore triestino Mario Fragiacomo, di origini istriane, è un nome di punta del cosiddetto jazz mitteleuropeo. Si forma ai conservatori di Trieste e Milano, negli anni ’70 fonda il Trieste Jazz Ensemble, anni dopo il Mitteleuropa Ensemble. Pubblica numerosi album, tra cui “Trieste, ieri un secolo fa” (presentato da Fulvio Tomizza nel 1988), “Mitteleuropa” (con la partecipazione di Markus Stockhausen figlio del grande Karlheinz, del 1990), “Latitudine Est” (con la copertina realizzata da Bruno Chersicla nel 1994), “Balkan Project” del 2003. Collabora con grandi nomi dell’arte e della cultura come Moni Ovadia, Alfredo Lacosegliaz, Franco Basaglia, Fulvio Tomizza, Bruno Chersicla… Attualmente vive a New York e sta cercando di concretizzare (trovando un editore) il cofanetto “Histria ed oltre” «un progetto discografico che riguarda l’Istria di mia madre e dei miei avi, tra cui Francesco Fragiacomo medico condotto a Buie per cinquant’anni, proveniente da Pola».

DISCO E LIBRO 

“Quella tromba di latta del confine orientale italiano” (Ed. Luglio, 2014) contiene un libro e un cd. Luigi Maria Guicciardi, autore del libro, così scrive: «C’è sempre un tocco di riservatezza, che in fondo è un tocco di classe, in certi atteggiamenti privati di Mario Fragiacomo, come pure il ricorrente accenno alla tromba di latta quando parla di sé stesso dando al suo principale strumento un che di antropomorfo». A corredo del volume c’è un cd audioantologico di Mario Fragiacomo con il suo Mitteleuropa Ensemble Chamber Quartet, arappresentare in musica la storia di un musicista e compositore triestino di origine istriana «mettendo in risalto la cultura della città di Italo Svevo, Umberto Saba, James Joyce, Fulvio Tomizza, Claudio Magris, dei miei ricordi d’infanzia, del dramma dell’esodo dei 350 mila istriani, fiumani e dalmati, delle foibe sul Carso e in Istria. Tutte queste vicende si sono trasformate in quadretti, composizioni musicali originali, con tanti elementi di creatività pura».

Elisa Russo, Il Piccolo 8 Aprile 2023 

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