«L’albero sulla copertina del nostro album di debutto “Mother Earth” rappresenta la vita e quindi la speranza. I due emisferi rappresentano il nostro pianeta. Quello inferiore ricorda quasi un’ecografia fetale, mentre quello superiore ha il colore dell’alba: nell’insieme racchiudono l’idea che un giorno migliore arriverà perché Madre Terra sa sempre come fare, nonostante l’essere umano»: è la cantante Sara Serodine a parlare dell’album di esordio dei May Day 28, che verrà presentato in concerto mercoledì alle 21 al Festival di Majano. «Saliremo per la terza volta sul prestigioso palco in Piazza Italia – prosegue Serodine –, e faremo ascoltare al pubblico il nostro primo album di inediti, oltre che un rinnovato repertorio di cover». Il primo nucleo del gruppo nasce già nel 2009, tra Latisana e San Vito al Tagliamento, con il chitarrista Paolo Bandiziol e Piergiorgio Selva alle percussioni (batteria e cajon) e armonica, il 28 maggio del 2016 Sara entra a far parte della band che per l’occasione cambia il nome in May Day 28, dando inizio così ad una nuova stagione. «La data fu proprio di ispirazione perché letta in inglese aveva una buona musicalità e perché giocava con la famosa richiesta d’aiuto. E quante volte nell’arco di una giornata la musica ci viene in soccorso, come fosse il migliore dei rimedi naturali?». Completa la formazione Alessandro Zamarian, polistrumentista (basso, pianoforte e chitarra) e arrangiatore; dal vivo si aggiunge la bassista Caterina Piasentin. Il disco si avvale della partecipazione straordinaria di Maurizio Durì (Quella Mezza Sporca Dozzina) alla fisarmonica e Flavio Zanier (FLK) al contrabbasso nel brano “Femme Fatale”; Iside Doronzo ha curato la parte grafica e Tiziano Faggiani le foto. Grande importanza è data ai testi: «Sono cantautorali e autobiografici, talvolta ironici, affrontano tematiche attualissime quali l’importanza di riconnetterci con noi stessi, con la natura, con i valori più profondi, apprezzando la semplicità e condannando i luoghi comuni». Per quanto riguarda invece le sonorità: «La nostra band – spiega la cantante – è nata con l’intento di eseguire cover per lo più rock/blues sia per gusto personale dei membri fondatori sia per la mia timbrica che si presta a quel tipo di repertorio. Ma adoriamo anche il rock’n’roll anni ‘50 e ci piace andare alla ricerca delle novità. Quindi spaziamo dai mitici Chuck Berry, Elvis, Jerry Lee Lewis, Rolling Stones ai Kaleo, The Black Keys, Adele, ma non disdegniamo affatto i nostri Battisti, Nada, Zucchero, Diodato, Dalla e Mengoni». Tra le esperienze dal vivo, vantano anche l’apertura per Goran Bregović a Bibione nel 2019. «Dico sempre – conclude Serodine – che l’importante nella vita è non smettere mai di sognare e soprattutto di impegnarsi per ottenere quello che si desidera. Quindi dopo aver realizzato un album totalmente con le nostre forze, ci farebbe piacere riuscire a far arrivare un po’ più lontano il nostro messaggio. È questo il nostro sogno più grande».
Elisa Russo, Il Messaggero Veneto 10 Agosto 2022
