Terza edizione per il Ment Festival di Lubiana: da oggi a venerdì un cartellone fittissimo con 60 tra cantautori, band, producer e dj internazionali, in nove diverse location (Kino Šiška, Gala Hala, Klub Gromka, Channel Zero, Menza pri koritu, Stara mestna elektrarna, Hostel Celica, Pritličje, Dobravaga). Non solo concerti, anche workshop e conferenze sull’industria musicale e sulla creatività con 300 addetti ai lavori. Tra gli argomenti trattati: “l’incontro tra musica e graphic design” e “come essere una rockstar sui social media”. Tra gli ospiti di punta degli incontri, Jonathan Poneman dell’etichetta Sub Pop di Seattle che lanciò, tra i tanti, i Nirvana. Poneman, venerdì alle 11 al Komuna, parlerà non solo del momento d’oro del grunge ma anche di come la sua etichetta indipendente sia sopravvissuta per trent’anni, nonostante la crisi del mercato discografico. Sempre da Seattle, Levin Cole della leggendaria Kexp. E poi Sigtryggur Baldursson, ora capo della Iceland Music Export, a suo tempo batterista negli Sugarcubes, prima band di Björk; Daryl Bamonte che ha lavorato con Cure e Depeche Mode, Malcolm Haynes, uno dei direttori della programmazione del festival di Glastonbury. Tra i relatori, provenienti da tutti i paesi, anche gli italiani Attilio Perissinotti di BPM Concerti e Pasquale Pezzillo di JoyCut.
Da ricordare anche “appointMENT”, una mostra di 50 poster musicali in edizione limitata ispirati ai 60 artisti che si esibiscono al festival e realizzati da illustratori, graphic designer, pittori e disegnatori prevalentemente sloveni.
Per quanto riguarda i concerti, da segnalare la defezione dell’ultimo momento degli americani Deerhoof, per motivi di salute. Due i nomi italiani in cartellone. His Clancyness formazione canadese/italiana con base a Bologna, fondati da Jonathan Clancy (chitarra e voce), accasati all’etichetta di Brighton, la FatCat Record. Il loro ultimo lavoro è “Isolation Culture” (Maple Death) del 2016. Suonano un interessante mix tra art punk newyorkese anni 70 e indie americano fine anni 80, con elementi di krautrock e psichedelia. Hanno suonato anche al SXSW in Texas e aperto per Deerhunter, Maxïmo Park, Widowspeak , MGMT.
Secondo nome nostrano: Birthh, alter ego dark della diciannovenne Alice Bisi, il suo debutto “Born in the Woods” combina la sensibilità cantautorale con radici folk ad arrangiamenti elettronici. Punto di forza: la sua voce, con reminiscenze di musica gospel che portano i brani a vette epiche. Dopo il lungo tour italiano e la recente partecipazione all’Eurosonic Noorderslag, sarà presto anche al SXSW e al Canadian Music Week. Recentemente la cantautrice ha preso parte a Demonology HI FI, il nuovo progetto di Max Casacci e Ninja (Subsonica). Parecchi artisti dalla Slovenia: gli psichedelici Persons from Porlock, l’avant-garde acoustic folk e trance di Širom, Šuljo che ha esordito come producer hip hop, il trio sonico Warrego Valles, il giovanissimo .čunfa (promessa dell’elettronica), 2XP (acid techno), Blaž (elettronica), disc jockey BIGor ovvero l’alter ego del critico e giornalista rock Igor Bašin, Dj Sunny Sun, Gregabytes producer e bassista dei Persons from Porlock, Haiku Garden band che mescola shoegaze, dream pop e noise rock, Jakob Kobal cantautore influenzato da Kings of Convenience, Syd Barrett e Jeff Buckley, Kikiriki una donna alle prese
con sperimentazioni noise rock, Koala Voice rock, pop, disco, punk, Leni Kravac balkan da festa, l’elettronica di Lifecutter, il punk rock cinematografico dei Lynch, il grunge acustico di Miha Peterlič, la band Matter, il musicista e comunicatore Nova Deviator, Olfamoštvo.
E poi: Apey, Gustave Tiger, Uffalo steez, КУКЛА (Ungheria), il producer Awlnight dalla Bielorussia, l’electro-punk Baden-Baden, Seine, Žen (Croazia), Coals, Sotei, Teielte (Polonia), Crvi, Straight Mickey and the Boyz (Serbia), dall’Islanda Einarindra, dall’Estonia Erki Pärnoja, dalla Danimarca Exec e il famoso cantante e violinista Nils Gröndahl, dalla Svezia Goto80, dal Regno Unito Heymoonshaker, dalla Bosnia Erzegovina Holographic Human Element, dall’Austria Mieux e Uk Stergin, l’esplosivo duo stoner blues White Miles. Dalla Russia Oligarkh, la band principale della nuova scena alternativa russa Spasibo, The Jack Wood, dalla Repubblica Ceca Please The Trees, dal Belgio Sara Renar, dalla Norvegia Sauropo, dalla Macedonia Telemama, dai Paesi Bassi The Homesick, The Sweet Release of Death, dalla Slovacchia The Ills e White Wine una connessione multi-strumentale tra Usa e Germania.
Elisa Russo, Il Piccolo 1 Febbraio 2017