MIELA-MUSIC LIVE autunno 2018

Baloji, Dobet Gnahoré, Nidi d’Arac, Orchestra of Spheres, Les Filles de Illighadad: i primi nomi annunciati per l’autunno da Miela Music-Live/ Bonawentura sono all’insegna delle contaminazioni.

Il 12 ottobre si entra nel vivo della stagione con i Nidi d’Arac: folk rock, elettronica e world music per la formazione nata a Roma negli anni Novanta dal leccese Alessandro Coppola, il cui genio creativo e l’amore per la propria terra, il Salento, hanno dato frutto a un’appassionata ricerca di contenuti inscritti nella tradizione musicale, poetica, folklorica della cultura popolare mediterranea. Con nove dischi e oltre vent’anni di carriera, i concerti dei Nidi d’Arac diffondono onde emotive all’interno di costruzioni sonore molteplici, che partono da antichi spartiti di pizzica, per deformarli con ritmi trance, sintetizzatori e componenti elettronici in cortocircuito. Dal Salento all’Europa, spingendosi sino in Africa, in Brasile e a New York il gruppo ha saputo esportare, con passione e professionalità, il folclore del nostro bacino geografico.

Il suo «137 Avenue Kaniama» è uno dei dischi più interessanti dell’anno: il cantautore e rapper africano Baloji (in Swahili significa “stregone”) lo presenta al Miela il 27 ottobre. Nato nella Repubblica democratica del Congo nel 1978, a 4 anni arriva in Belgio con il padre. Da adolescente scopre l’hip-hop, entra a far parte del Starflam Collective, gruppo di spicco della scena belga, con cui pubblica un disco di platino. Lo “stregone” però è irrequieto e nel 2004 volta le spalle alla musica: riprenderà grazie a una lettera della madre, che non vedeva dal 1981. La prima registrazione a suo nome, «Hotel Impala» (2008), è una missione per ritrovare la propria identità, ricca di soul, afrobeat e hip-hop. Dopo il successo, Baloji sente il bisogno di tornare in Congo per approfondire le sue radici: il piano originale è quello di collaborare con musicisti locali e “riciclare” i suoi vecchi brani. Il risultato però, «Kinshasa Succursale», si rivela così emozionante che l’artista finisce per registrare sei pezzi nuovi (mentre i rimanenti sette vengono completamente ri-registrati e riarrangiati), ne esce un album in cui intervengono i migliori musicisti di Kinshasa, da Konono No1 a Zaiko Langa Langa.

Il 10 novembre protagonista Dobet Gnahoré, cantante, danzatrice e percussionista della Costa d’Avorio, nuova grande voce dell’Africa: interpreta le proprie composizioni in differenti lingue africane, oltre che in francese e inglese, in una miscela di elementi sonori e ritmici. Una voce calda e possente e una grande presenza scenica, nutriti da anni di lavoro teatrale e coreografico, le sue performance catturano l’attenzione fin dal primo istante unendo alla forza espressiva della voce i movimenti della danza e le sonorità delle percussioni, la chitarra acustica e altri piccoli strumenti in una suggestiva e vitale tavolozza di colori. Già nel 2006 ha ricevuto una nomination nella categoria “Miglior Rivelazione” nei BBC World Music Awards e ha suonato con il chitarrista del Mali Habib Koité e il troubadour sud-africano Vusi Mahlasela, due vere icone. L’ultimo album «Miziki», è uscito a maggio: al Miela lo proporrà in quartetto.

In arrivo a fine novembre i neozelandesi Orchestra of Spheres (tra funk e psichedelia) e l’8 dicembre Les Filles de Illighadad, gruppo di ragazze avant rock provenienti dal villaggio omonimo del Niger, fautrici di un nuovo genere di chitarra Tuareg che si mescola al folk tradizionale rurale.

Elisa Russo, Il Piccolo 29 Agosto 2018

Il 26 settembre, la chitarra è in primo piano per l’ultimo appuntamento con “Hot in the city” (di Trieste is Rock e Good Vibrations): sul palco del Miela l’americano Andy McKee, tra i più influenti chitarristi acustici al mondo. In Italia per quattro date, la prima a Trieste, ha suonato in Europa, Asia, Australia, Usa, con nomi leggendari come Prince e Dream Theater. Artista di livello straordinario con un’implacabile energia, grande attenzione per la struttura dei brani e per il contenuto melodico, trasforma magicamente la sua chitarra in un’orchestra. In apertura un talento locale: il triestino Emanuele Grafitti (40 Fingers, Canto Libero) con il suo nuovo album “Stories of a Hollow Wood”.

Miela autunno

 

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