“MODERN DRUMMING” al MIELA: Paris Monster il 14.04.18 e Jojo Mayer&Nerve il 20.04.18

Paris Monster copiaIl “Modern drumming” ovvero un uso moderno, spregiudicato, sorprendente della batteria – che unisce una solida tecnica strumentale a grande spirito innovativo – è il filo conduttore dei prossimi due appuntamenti targati Miela Music Live: sabato con Paris Monster e venerdì (20 aprile) con Jojo Josh-Dion-of-paris_monster-copyMayer&Nerve, sempre alle 21.30.

I Paris Monster sono un duo di New York, composto da Geoff Kraly, bassista e produttore e Josh Dion, musicista che ama destreggiarsi contemporaneamente tra batteria, synth e voce: «Sono “nato” batterista, quella è stata la mia prima passione – racconta Dion – e ho studiato con grandi maestri jazz. In un secondo momento mi sono cimentato con il canto e gli altri strumenti, con le tastiere sto ancora migliorando, le suono da anni ma – a differenza della batteria – ho iniziato da autodidatta e scopro sempre nuove sfumature. Nei Paris Monster scrivo le musiche, Geoff i testi e ci completiamo, siamo una squadra». Utilizzando elementi di funk e soul, il duo unisce il divario tra synth-pop e garage, creando nuovi paesaggi sonori e sfruttando la singolarità vocale di Josh. Il progetto trae grande ispirazione dalla città in cui si è sviluppato: «Abbiamo suonato tantissimo a New York – ancora Dion – soprattutto all’inizio e lì abbiamo capito che il binomio da noi proposto, pur essendo bizzarro, funzionava davvero. Sarà anche costoso viverci, ma è il posto più stimolante del mondo. Io abito a Brooklyn, a Greenpoint e solo scendere per andare in un caffè – il mio preferito è il Café Grumpy – e guardare la gente che passa è per me fonte d’ispirazione. Se penso alle persone in generale e ai batteristi in particolare che ho conosciuto a New York resto senza fiato!». Dion, tra i batteristi più apprezzati del momento, è diventato piuttosto popolare anche con un video (oltre 2 milioni di visualizzazioni e 30 mila condivisioni) che lo vedono protagonista di un “silent concert” al Little Big Beat studio.

Jojo MayerLa prossima settimana arriva al Miela un altro progetto in cui la batteria ha un ruolo fondamentale, di nuovo nato nella Big Apple, in questo caso dai leggendari eventi “Prohibited Beatz” alla fine degli anni ’90, piattaforma di sperimentazioni e interazioni tra deejay, artisti visivi, musicisti e pubblico, un vero e proprio collettivo: da lì nascono i Nerve che per loro definizione «Rivedono e trascendono le relazioni tra creatività umana e tecnologia digitale creando una nuova forma d’espressione musicale che oggi è unica al mondo. Musica autentica del 21° secolo». Dal jazz prendono l’improvvisazione, dall’era digitale l’innovazione tecnologica. Fulcro del progetto è il batterista Serge “Jojo” Mayer, nato in Svizzera – nei ’90 si trasferisce a Ny – e autentico enfant prodige: la prima esibizione, nella band del padre (il bassista Vali Mayer), avviene quando ha soli due anni e a 18 già accompagna dal vivo leggende come Nina Simone e Dizzy Gillespie. Di recente il prestigioso “Modern Drummer Magazine” l’ha inserito tra i 50 batteristi più grandi di tutti i tempi. Al Miela lo accompagnano John Davis al basso, Jacob Bergson alle tastiere e Aaron Nevezie ai suoni e manipolazione audio. Dell’ultimo disco, uscito qualche mese fa e intitolato semplicemente “Nerve”, Mayer racconta: «Sento che siamo entrati in una nuova fase della nostra storia, come se avessimo spalancato qualche porta concettuale. Sono soddisfatto della libertà che ci siamo presi nel dare una struttura a questo lavoro, contemplando uno spettro di generi sempre più vasto, da pezzi dance a pezzi cinematici, dall’ambient all’elettronica, da assoli di batteria a improvvisazioni da trio jazz. Per me, una delle più grandi soddisfazioni è stata riuscire a unire – e riconciliare – due mondi: quello digitale e quello analogico. È il nostro sforzo più riuscito di catturare su disco il suono che abbiamo dal vivo. E mentre la musica raggiunge un nuovo livello di astrazione, la sua chiarezza artistica lo rende il nostro album più accessibile di sempre». Dunque, nei suoni un mix di elettronica, ritmi jungle, break beat e drum’n’bass e a livello tematico, conclude il celebre batterista: «Credo che il clima politico surreale in cui viviamo ci abbia ispirato, e l’artista siriano che ha curato la copertina, Ayham Jabr, è riuscito a rappresentare non solo la nostra musica ma anche il nostro interesse per la consapevolezza, la sicurezza in sé stessi, la curiosità e la speranza per il futuro».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 14 Aprile 2018

Paris Monster

 

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