L’insegna sulla porta di Via dell’Università 11/b rimaneva Evolvèr e dall’esterno sembrava un negozio d’antiquariato, ma negli ultimi due anni è stato Espace M’old, un punto d’incontro e un’oasi per gli amanti della musica. Una saletta accogliente come un salotto – con tanto di poltrone, abat-jour, tappeti, libri, un pianoforte e oggetti vintage – ha ospitato concerti di artisti internazionali e del meglio della musica locale. Si accedeva con una tessera annuale e tutto si basava sul passaparola: niente pubblicità, per richiesta esplicita dei responsabili che questo mese, solo dopo la chiusura, hanno deciso di raccontarsi. Matteo Prodan, Alice Gregori e i fratelli Marco e Lorenzo Roccaro, triestini tra i 20 e i 30 anni dicono: «M’old non è mai esistito, così come dal nulla è comparso nel nulla svanisce; a malincuore, l’associazione lascia la sua sede storica per portare il progetto musicale ad ampliarsi. Sono stati due anni di rodaggio, che ci hanno permesso di creare le fondamenta per la nostra etichetta discografica Mold Records, e che inoltre ci hanno permesso di conoscere centinaia di persone meravigliose, di cui molte sono diventate parte integrante del nostro piccolo folle sogno». Una sfida vinta, la loro. Hanno costruito qualcosa di solido e curato nei dettagli, pur scegliendo di stare fuori dagli schemi. A inizio 2018 sistemavano lo spazio e ad aprile inauguravano con il live di Matteo Bognolo, in due anni si sono tesserate più di 1500 persone, senza contare quelle passate per feste private. Phill Reynolds, Simone Piva, Marco Palin, Riccardo Gileno, Jakob Kobal, An Early Bird, Afra&Chris, Bill Lee, Riccardo Mazzon, Edgar Meis, Alessandro Ragazzo, Lewisland, Andrea Cubeddu, Sindrome di Ma, Irene Brigitte, Sofie Winterson, Barbara Munjas, Tso, Nularse, Blue Cheese, Sarajevo Tango, Romastino, Swing Deal, Stray Dogg, Dario Sn, Followtheriver, Damon Arabsolgar, Martae, Rose & The Nu Project, Andrej Marao, Nasty Monroe, Bobo Rondelli, Iacampo, Mike Sponza sono alcuni degli artisti che hanno suonato nel salotto del M’old (a volte in collaborazione con Yeah). «Il nostro intento – spiegano – era quello di proporre solo musica di qualità e originale, niente cover. Siamo orgogliosi di aver sempre pagato un cachet agli artisti, mentre nei locali spesso i gestori a fine serata ritrattano la cifra pattuita, e poi siamo soddisfatti di aver educato il pubblico, che ha dimostrato attenzione per i concerti, assistendo in silenzio». Al M’old si tenevano delle serate open mic in cui tutti potevano esibirsi, è lì che i ragazzi notano il talento della cantautrice triestina Fiore e nasce l’idea di fondare un’etichetta discografica per produrla: il suo “Choices” è la prima uscita del catalogo Mold che ora include Nomotion, Black Corrida, Bolero Extasy, Løben, Narciso Yepess, Joyce, Beat On Rotten Woods. Il pubblico affezionato del M’old ha salutato lo spazio di Via dell’Università con una festa affollatissima, in molti sono dispiaciuti per la perdita di un punto di riferimento per la musica in città ma gli organizzatori assicurano: «Fino a maggio la tessera è valida e proporremo una serie di live, Fiore e Phill Reynolds all’Ostello Controvento, qualche serata al D-Sotto e anche all’Hangar (il 29 Joyce e Baden Baden), in estate i nostri “Mold Garden”. Avremo un nuovo spazio, una sede di coworking che però non ospiterà eventi». «Abbiamo creato un marchio di fabbrica, uno standard – concludono -, e dimostrato che con impegno e dedizione si può fare tutto».
Elisa Russo, Il Piccolo 17 Febbraio 2020