Non suonano in città da alcuni anni, in formazione c’è il triestino Anselmo Luisi, sono freschi di partecipazione a X Factor, hanno un repertorio ricco di inediti, dal vivo sono spettacolari: tanti i motivi per partecipare al concerto dei Mombao, domenica alle 21.30 all’Hangar Teatri nell’ambito del Trieste Film Festival (ingresso 15 euro, con Super Green Pass e mascherina Ffp2). Anselmo Luisi (un diploma in percussioni classiche al Tartini e in batteria jazz a Milano, laurea alla Bocconi, collaborazioni con Le Luci della Centrale Elettrica, Selton, i Virtuosi del Carso di Paolo Rossi, attivo con i Wooden Legs; spalla di Ariella Reggio in “Ottantena”) forma i Mombao a Milano con Damon Arabsolgar ai synth. Hanno pubblicato “Emigrafe ep” nel 2018 e quattro singoli nel 2021, cantano entrambi e mischiano elementi da canzoni popolari di diversa provenienza a influenze elettroniche. A ottobre la seppur breve partecipazione a X Factor, nella squadra di Mika, ha aperto loro diverse porte: «Esperienza potente – commenta Luisi – da diversi punti di vista, ci ha permesso di raggiungere un pubblico molto più ampio, il problema è che viste le restrizioni ora non possiamo suonare quanto vorremmo, ma per primavera-estate stiamo già fissando delle date».
Cosa vi ha spinti a partecipare al famoso talent?
«Siamo stati contattati più volte dagli scouter del programma, all’inizio abbiamo rifiutato perché era in un momento di lockdown e pensavamo che partecipare a un programma che ti dà tutta quella visibilità senza poter suonare dal vivo sarebbe stato poco produttivo. Poi ci hanno ricontattato quando i live stavano un po’ ripartendo, quindi abbiamo deciso di tentare e con il senno di poi credo che abbiamo fatto bene».
Che impressione vi ha fatto X Factor?
«È interessante vedere come funziona dall’interno una macchina così complessa, ti rendi conto che i processi decisionali non sono univoci, non dipendono esclusivamente dai giudici ma vi sono molti attori e interessi in campo (gli autori, Sky, la Sony…). Insomma: è molto più complicato di quanto si possa immaginare e quello che si vede in tv non è necessariamente quello che accade dal vivo, molto può fare il montaggio, la narrazione».
I riscontri?
«Abbiamo dimostrato che una proposta non canonica come la nostra poteva funzionare in quel contesto, è stato appagante ricevere complimenti dai giudici, dagli altri concorrenti, dai fonici, dagli addetti alla sicurezza, un riscontro trasversale. Sono aumentati follower e visualizzazioni online e siamo grati a questa esperienza perché ci ha permesso di crearci un pubblico in tutta Italia. Hanno aiutato anche gli articoli su Rolling Stone, Rockit, La Repubblica Milano, grazie anche al nostro ufficio stampa Conza».
Il prossimo disco?
«A febbraio saremo in studio con l’idea di pubblicare un nuovo album in primavera, raccogliendo i singoli già pubblicati e altro materiale inedito».
Il Trieste Film Festival?
«Nel 2019 è stato presentato un documentario di Ana Shametaj con le nostre musiche. Già l’anno scorso volevamo organizzare questa collaborazione, posticipata per motivi di covid».
Luisi, impegni con il teatro?
«A primavera arriva una produzione con il teatro italiano di Fiume, si chiama “Lock Clown” con regia di Davide Calabrese, sono direttore musicale quindi non in scena, vengono riattualizzati alcuni brani musicali e monologhi di Angelo Cecchelin, riprendendo alcuni temi legati alla censura, riportandoli a situazioni da lockdown, sempre in chiave ironica».
Elisa Russo, Il Piccolo 23 Gennaio 2022
