MORENO BUTTINAR TRIBUTO AI CREAM 

«Ci sarebbe da fare un disco acustico dedicato ai Cream, con molti musicisti famosi. Il loro storico batterista Ginger Baker non riuscirà a essere alle prove e potrebbe poi non riuscire a registrare tutti i brani… che ne dici di venire tu?»: questa la strabiliante proposta arrivata nel 2018 al batterista triestino Moreno Buttinar, da parte del produttore Rob Cass. Buttinar, onorato, accettò di partecipare: il frutto di quel lavoro viene pubblicato solo in questi giorni. Si tratta dell’album “Heavenly Cream: an Acoustic Tribute to Cream”, 15 brani su cd, vinile, digitale per Quarto Valley Records, registrati tra il Sensible Music e gli Abbey Road Studios di Londra; disponibile anche un documentario del “making of” del progetto. Nati nel 1966, i Cream erano formati dal chitarrista e cantante Eric Clapton, il batterista Ginger Baker (venuto a mancare nel 2019, ha fatto in tempo a partecipare a questo lavoro) e dal bassista Jack Bruce (morto nel 2014; presente nel tributo suo figlio Malcolm) con il contributo del paroliere Pete Brown (deceduto pochi mesi fa). In questo omaggio alla leggendaria blues rock band britannica ci sono dunque sia Baker che Brown, affiancati da stelle come Joe Bonamassa, Paul Rodgers e Bernie Marsden (Whitesnake), a cui si sono aggiunti una rosa di rinomati musicisti: Deborah Bonham, Peter Bullick, Nathan James, Maggie Bell, Rob Cass, Clem Clempson, Bobby Rush, Pee Wee Ellis e molti altri. Tra questi, Moreno Buttinar, presente nei brani “Deserted cities of the heart” e il classico “Born under a bad sign”. Classe 1977, batterista, discografico, editore musicale, Buttinar è da 20 anni il cuore ritmico nella band di Mike Sponza con il quale ha registrato agli Abbey Road Studios diversi album, inclusi gli ultimi due prodotti da Rob Cass e scritti con Pete Brown. È durante le registrazioni con Sponza che gli inglesi notano la marcia in più del suo batterista, il cui drumming fa decisamente la differenza. «Con Cass – racconta Buttinar – è nata una grande sintonia che ci ha permesso di collaborare con musicisti pazzeschi, per esempio la sezione fiati e le coriste di Amy Winehouse e Tom Jones. Dopo aver registrato con Sponza, nel 2018 mi ha proposto di far parte del tributo ai Cream, per cui avrei dovuto raggiungerlo in studio, partecipare alle prove con gli altri musicisti e registrare. È stato vago nei dettagli, quindi sono arrivato nello studio 2, quello dei Beatles, senza sapere molto (a parte i brani, su cui mi ero preparato). Lì ho trovato una troupe televisiva con nove telecamere che avrebbe realizzato il documentario e la batteria pronta: quella di Ginger Baker. Arrivano i musicisti con cui devo suonare e scopro che sono Bernie Marsden, Pee Wee Ellis, Malcolm Bruce. C’era un team di almeno 30 persone con cui si è creato un bel clima, mi hanno supportato e incoraggiato ed è andata molto bene. È stata un’esperienza che mi ha dato tanta forza e conferme. E ho avuto l’onore di suonare la batteria di Baker, la stessa che avevo visto in tv alla Royal Albert Hall». I Cream, infatti, suonarono lì nel 1968 per il loro concerto d’addio e poi di nuovo per la reunion nel 2005, in una serie di quattro show che hanno dato vita a un doppio cd e dvd. 

Elisa Russo, Il Piccolo 06 Novembre 2023 

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