Il Music in Village festeggia il suo 25esimo anniversario al Parco IV Novembre di Pordenone dal 22 al 25 agosto, protagonisti Sick Tamburo, Luciano “The Messenjah”, Echo & The Bunnymen, Heaven 17: grandi concerti a ingresso gratuito e attenzione all’offerta enogastronomica sono i punti cardine del festival organizzato dall’associazione Complotto Adriatico.
Un’estate intensa per i pordenonesi Gian Maria Accusani e Elisabetta Imelio che, dopo una reunion con i Prozac+ di due sole date (26 maggio Milano, 31 agosto Treviso) avranno il compito di aprire il Music in Village mercoledì 22 agosto con i loro Sick Tamburo. Dopo aver messo in pausa l’esperienza Prozac, una decina d’anni fa, Accusani diventa Mr Man, Imelio Boom Girl: i Sick Tamburo debuttano nascosti da passamontagna e nickname. Anche se l’identità dei due è stata presto svelata, hanno continuato a mantenere il gioco degli pseudonimi e, spesso, il volto coperto come semplice scelta estetica. Diversi gli altri musicisti che ruotano attorno alla band, negli ultimi anni si è aggiunta in pianta stabile la figura di Miss Understanding; spiega Accusani: «Siamo in 6 o 7, dal vivo saremo in 4 o 5, la formazione è variabile. Questo però rende diverso e imprevedibile ogni concerto e ci piace. È un vantaggio sia per noi che per il pubblico». All’attivo hanno quattro album, tutti con il marchio dell’etichetta La Tempesta; l’ultimo «Un giorno nuovo» è uscito un anno fa. Prima e dopo i Sick Tamburo (sul palco alle 21) ci saranno le selezioni del dj triestino Marco Bellini.
Giovedì 23 agosto, unica data italiana, arriva il giamaicano Luciano “The Messenjah” considerato una delle più importanti voci del reggae fin dal 1995, quando s’impose con l’album «Where There is Life». Nella sua carriera ha registrato almeno 40 dischi, così spiega la sua prolificità: «Ho talmente tanta musica e messaggi da condividere che non posso tenermeli dentro. I discografici vorrebbero che mi prendessi più tempo tra un lavoro e l’altro, ma se un uccellino non canta non è felice». Nato Jepther Washington McClymont, curiosamente prende il nome d’arte da Luciano Pavarotti, per la sua ampiezza vocale amata in tutto il mondo. L’artista di fede rastafari deve molto a Freddie McGregor, altro nome di punta del reggae visto al Music in Village l’estate scorsa. Ancora Luciano: «Negli anni ho ascoltato icone come Stevie Wonder, Ray Charles e Jim Reeves. Sentendo le canzoni di questi grandi fratelli, ho imparato ad apprezzare tanti generi e ho capito che nella musica non ci sono barriere. Sebbene sia conosciuto come cantante reggae, ho un messaggio internazionale e non posso consegnarlo solo ai fan del reggae. Voglio arrivare a tutti». Il dj del giovedì sarà Steve Giant (Rastasnob).
Venerdì 24 unica tappa del Nord Est per Echo and the Bunnymen, leggende della new wave e post punk formatisi a Liverpool nel 1978, alle spalle tre dischi d’oro e 12 album di successo. Sono conosciuti da un vasto pubblico anche grazie a diverse colonne sonore: la loro «The Killing Moon» è inclusa in «Donnie Darko» e «Un lupo mannaro americano a Londra», una loro cover dei Doors risuona in «Ragazzi Perduti» e, oltre al cinema, molte serie tv di successo come «Stranger Things», «The Americans», «Misfits» hanno utilizzato brani della band capitanata da Ian McCulloch. «Il nostro nuovo album “The Stars, The Ocean & The Moon” è quasi pronto, – fa sapere il gruppo – contiene 13 nostri classici più due inediti “The Sonambulist” e “How Far?”. Stiamo definendo alcuni dettagli e per questo ci sarà da aspettare fino al 5 ottobre, ma promettiamo sarà un’attesa ripagata. Intanto, dal vivo proporremo i due pezzi nuovi».
La chiusura, sabato 25 agosto, spetta a Heaven 17 anche in questo caso per una sola data italiana; prima e dopo il live spazio a “The Beat goes on”, ovvero Ltj Experience Bert Vee&The Pear dj set. Gli Heaven 17 sono puro suono anni ottanta, tra synth pop e new wave: indimenticato il loro debutto (ora disco d’oro) «Penthouse and Pavement» del 1981 e il successivo «The Luxury Gap» (disco di platino) del 1983. Nati a Sheffield prendono il nome da una band immaginaria presente nel film “Arancia Meccanica”. Martyn Ware alle tastiere e Glenn Gregory alla voce sono nella band dal 1980, mentre Billie Godfrey si aggiunge come vocalist dal 2007. «Agli esordi – dichiara il tastierista – ci siamo ispirati ai Kraftwerk perché con loro condividevamo il modo di concepire la musica».
Elisa Russo, Il Piccolo 1 Maggio 2018