NEW YORK DOLLS AL PIEFFE FACTORY (Lucinico, Gorizia)

Sold-out, bagno di folla e di sudore al Pieffe Factory di Lucinico per il concerto dei New York Dolls. Non capita spesso di vedere una band che ha fatto la storia del rock’n’roll così da vicino, in un posto intimo e raccolto. I padri del glam e del proto-punk stanno intraprendendo un «last minute» tour europeo (in alcune date insieme a Sex Pistols e Morrissey), i ragazzi del Pieffe non si sono fatti sfuggire l’occasione. Le bambole di New York salgono sul palco attorno alle 23.15, accolti da un clamore esplosivo. Ed è subito scambio di sudore ed energia tra band e pubblico. La dimensione del club aiuta, in un crescendo di adrenalina e partecipazione. Suonano rock’n’roll con attitudine ed energia, come agli esordi. Negli anni ’70, giovani ed esuberanti, implosero velocemente: «Too Much Too Soon», come il titolo di un loro album. Influenzarono chi venne dopo in maniera vasta ed inequivocabile, dai glamour boy ai punk. Malcolm McClaren li usò come cavie, per lanciare poi i Pistols. Il cantante David Johansen è più Mick Jagger di Mick Jagger. Con i capelli corti e la frangetta scomposta gli assomiglia sempre più. Fisico asciutto, t-shirt bianca, jeans attillati, cintura di brillantini, anelli e braccialetti super luccicanti. Classe ’50 e si contorce come un ragazzino. Come Iggy Pop, cos’altro potrebbe fare, se non il rock’n’roll? Benedizione o condanna, è nato per questo. 
Altro membro storico: Sylvain Sylvain alla chitarra, un’esplosione di eccentrico glamour, colori da arlecchino, simpatia, qualche parola in italiano (il solito “cappuccino”). I due sono affiancati da: Sam Yaffa (ex Hanoi Rocks) al basso, Steve Conte alla chitarra, Brian Delaney alla batteria. Ma su palco ci sono anche Johnny Thunders (morto nel ‘91), Jerry Nolan, (morto nel ‘92), Arthur Kane (morto nel 2004). I loro fantasmi aleggiano. E uno dei momenti più alti dello show, sarà quando Sylvain saluterà Johnny chissà dove lassù, intonando la sua «You Can’t Put Your Arms Around a Memory», che gela il sangue. Diversi brani da «One Day It Will Please Us To Remember Even This» l’album della reunion del 2006 (ospiti Michael Stipe, Iggy Pop, Bo Diddley), come la sferzante «We Are All in Love» o «Dance Like a Monkey». Ammalia anche una versione di «Piece of My Heart» di Janis Joplin. Ma, inevitabilmente, le canzoni che fanno più presa sono i vecchi classici: «Looking For a Kiss», «Trash», «Personality Crisis». Bis lunghi e generosi, saluti e ringraziamenti per tutti. Anche per il ragazzo del Pieffe che durante la serata sistemava il microfono sul palco. Mestiere, selvaggio r’n’r e umanità irresistibili.

 

 

Elisa Russo, Il Piccolo 29 Luglio 2008

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