«Ho sempre cercato una strada nel blues che non sia troppo derivativa e che mi permetta di sviluppare la mia personalità compositiva»: l’armonicista, autore, cantante triestino Manlio Milazzi mette a fuoco il suo personale blues pubblicando l’album “North of the Sea” in coppia con il chitarrista e songwriter americano JJ Appleton.
Ai due si aggiunge il bassista Simone Serafini, «“North of the Sea” – prosegue Milazzi – è una fotografia fedele di tre artisti, due del Nord Est italiano e uno del Nord Est americano, in una connessione Trieste-Brooklyn che si è cristallizzata producendo questo disco di canzoni molto spontanee, volutamente grezze. Un viaggio partendo da Trieste a Nord del mare, su per le montagne in Austria… Dodici brani, tra inediti (tre miei e uno di JJ) e cover, registrate in presa diretta nello studio di Alessandro Scolz, con il mix e master di Francesco Marzona e la grafica di Mirko Della Monica». Milazzi nei 2000 ha militato in band come i Tillamook, vincendo l’International Blues Challenge e in anni più recenti nei Free Kings con Jacopo Tommasini. Ha continuato da solista il suo percorso di ricerca. «Fondamentale l’incontro con Jason Ricci, probabilmente l’armonicista più apprezzato al mondo adesso, vanta un disco Grammy con Johnny Winter, conosciuto quando suonai a Memphis con i Tillamook nel 2009, lo portai anche qui, a suonare al Tetris. Mi suggerì di partecipare al convegno Spah, manifestazione di armonica negli Usa con seminari e convegni. Lì mi ha presentato Appleton (che ha un background mostruoso, una carriera da popstar che l’ha portato in studio con David Bowie sei mesi prima che morisse), con cui ho cominciato poi a collaborare. Nel 2019 abbiamo fatto un primo tour in Italia, con Simone Serafini al basso e ci siamo trovati molto bene. Lo stop della pandemia è stata la spinta per realizzare un lavoro in studio». Come riferimenti nel blues, l’armonicista triestino cita Little Walter, Sonny Boy Williamson, Carlos Del Junco, Jason Ricci, Lee Oskar, John Popper dei Blues Brothers. Completamente proiettato ai suoni del mondo, Milazzi fa fatica a mettere in musica le vibrazioni della sua città: «Invidio Toni Bruna – riflette – per la sua poetica e capacità di raccontare questa città, avrei sempre voluto farlo anche io, il titolo “North of the Sea” potrebbe essere il primo passo in quella direzione, per avvicinarmi alle mie radici. Anche JJ sente una connessione forte con Trieste, una città che sempre affascina, se l’è esplorata e goduta, ogni volta contento di tornare in questo angolo di mondo». «Trieste mi stava stretta, per questo mi sono mosso a livello internazionale – conclude l’artista triestino – per imparare e conoscere, per fare rete, contatti, alla ricerca di altri musicisti che condividano lo stesso linguaggio, che lo padroneggiano, e conoscono quella cultura approfondita, tale da poter renderla credibile quando la suoni. Ho avuto l’opportunità di studiare con Carlos Del Junco e Jason Ricci che reputo tra le due personalità più influenti a livello artistico e tecnico, tra i principali innovatori dello strumento. La corretta via per un musicista penso sia trovare la propria personalità e riuscire a esprimerla».
Elisa Russo, Il Piccolo 27 Dicembre 2022
