NOYZ NARCOS A TRIESTE IL 03.09.22

Un genere che sta vivendo un momento d’oro in Italia, il rap, pressoché assente dal cartellone estivo di Trieste. Si recupera, sperando di far contenti molti, per iniziativa della Notorious Events che annuncia un nome di culto dell’hip hop nostrano, Noyz Narcos, in arrivo il 3 settembre. La location è quella del Magazzino 27, il TCC Trieste Convention di Portovecchio, non ancora utilizzata per eventi musicali. Un esperimento, dunque, che si spera funzioni e possa essere l’inizio di una lunga serie. «Stiamo già lavorando – racconta Tomaso Maria Coccia – per un secondo evento a ottobre, quindi è importante ci sia un buon riscontro per Noyz Narcos, in effetti stiamo raccogliendo buon interesse per le prevendite, e richieste di informazioni». Coccia, con esperienze di organizzazione di eventi alla Casa delle Culture (Onyx, Colle Der Fomento, Assalti Frontali), è titolare della Notorious assieme a Niccolò Priolo e Sebastiano Mikac, tre triestini sotto i 35 anni che hanno anche aperto un negozio di streetwear in centro. «Stiamo facendo questo sforzo – spiegano – per supportare i giovani, una categoria dimenticata qui in città». Un palco professionale, tre punti bar gestiti da Midnight srl, dj prima e dopo il concerto che inizierà alle 22.30, con apertura porte alle 21, biglietti già disponibili su TicketOne.

Non suona a Trieste dal 2015, Noyz Narcos, pilastro del rap made in Italy che torna con il suo tour estivo “Back To Business” incentrato sull’ultimo album “Virus”.

Classe 1979, romano, la sua leggenda si alimenta grazie alla fama di “maledetto”, all’immaginario dark e splatter, all’innegabile aura da rockstar viscerale e tormentata. Insieme al suo collettivo, il famigerato TruceKlan, nei primi anni duemila ha introdotto un’estetica nuova e tuttora inossidabile, fatta di metafore immediate e immaginifiche, di barre curatissime e senza giri di parole, di un linguaggio a tratti estremo e disturbante ma mai banale, di incursioni in altri mondi: il metal, l’hardcore, i tatuaggi, il cinema, l’orrore. Di recente, per raccontarsi ha realizzato il documentario “Dope Boys Alphabet”, con la regia di Marco Proserpio, che ripercorre la sua carriera dalle origini alla genesi di “Virus”, un album tanto atteso quanto sospirato: molti suoi fan erano pronti a scommettere che non avrebbe mai visto la luce, e lui stesso ha confermato di avere pensato al ritiro. Il titolo è stato spiegato dal diretto interessato in un distopico video-trailer pubblicato a fine 2021: «La mia musica è sempre stata una piaga per il sistema, come un virus, che nel tempo ha continuato a mutare per diventare più forte dell’organismo che ha scelto di abitare. La roba nuova è una minaccia per chiunque la ascolti. Ma soprattutto per me». Con la produzione artistica di Night Skinny, autore di buona parte dei beat e suo storico collaboratore fin da quando ha fatto di Milano il suo quartier generale, “Virus” riunisce una rosa di nomi d’eccezione. I soci di sempre, come i membri – passati e presenti – del TruceKlan, Gemello, Metal Carter e Gast, e gli amici Coez, Gué, Luché, Rasty Kilo e Click Head; le nuove punte di diamante della scena rap italiana, come Sfera Ebbasta, Franco126, Ketama126, Speranza, Capo Plaza, Geolier; pilastri del rap americano come Raekwon (Wu-Tang Clan), Cam’Ron (Dipset) e Thirstin Howl (Lo-Life Skillionaire). A garantire sulla perfezione del sound, oltre al già citato Night Skinny, alcuni dei produttori più interessanti come Sine, Mace, Greg Willen e Drillionaire.

Elisa Russo, Il Piccolo 22 Agosto 2022  

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