Venerdì alle 21 il Lunatico Festival nel Parco di San Giovanni (Via de Pastrovich 4) ospita il concerto di Olly Riva & The SoulRockets. Il cantante lombardo Olly Riva del cambiamento ha sempre fatto la sua forza, dagli inizi punk con i Crummy Stuff, passando per lo skacore degli Shandon, lo swing con il progetto Olly meets The Good Fellas e il rock di The Fire. Dopo più di vent’anni di carriera, con il progetto attuale ritorna alle origini, alla musica con cui è cresciuto da bambino, ovvero il soul e il rhythm’n’blues: il risultato è l’album “Mono2Stereo”.
I SoulRockets sono: Ferdi (batterista di Casino Royale e BlueBeaters), Iasko (voce e tromba dei Figli di madre Ignota, Roy Paci, Shandon), Geeno (bassista dei B.E.S.T. e dei Tiratura Limitata). Dal vivo si aggiungono: Vincenzo “Jack” Giacalone alla chitarra, Luca Verri al piano, Luca Belloni e Marcello Aloe ai fiati.
Racconta Riva: «Abbiamo appena suonato davanti a ottomila persone ad Erchie (Brindisi) al festival Rock’n’roll Party. Spettacolare. Stiamo girando dal baretto/birreria alla festa con diecimila persone, quindi contesti diversissimi e sono contento perché siamo adattabili a qualsiasi situazione».
Con Trieste ha un rapporto speciale che risale alla grande amicizia e collaborazione con i dj Ixis&Steve. Aggiunge: «E poi c’è Luca Bitti che nel frattempo è diventato cantante della band Hard Lemonade e mi ha stupito perché canta da paura. Per chi fa il mio mestiere avere amicizie a distanza è fondamentale e a Trieste ho delle amicizie solide e sane, che nonostante la distanza continuano nel tempo ed è sempre bello tornarci».
Dell’ultimo album dice: «Il cd è nato in tour, in furgone ascolti musica oppure chiacchierando ti chiedi se hai mai sentito una canzone e scopri delle cose incredibili. La musica parte dal furgone e arriva poi in sala prove e infine su disco. Questo disco racchiude le esperienze emotive, scelte di arrangiamenti delle mie canzoni e scelta delle cover a cui hanno contribuito tutti i musicisti con cui collaboro. Io ragiono anche da produttore e penso che un disco non deve solo suonare bene, ma deve suonare particolare, avere una sua identità». Tra i brani c’è anche una cover di Little Tony:
«Secondo me è sempre stato un po’ “maltrattato” ma in realtà ha grandi meriti, ha portato il rock’n’roll al grande pubblico, prima di Celentano. Viveva a Londra, è diventato una stella prima in Inghilterra e solo poi è stato conosciuto in Italia.
È stato uno dei pionieri del rock’n’roll in Italia, un artista pieno che ha rischiato e non una macchietta come viene visto da molti. Nel ‘64 ha portato a Sanremo un pezzo rhythm’n’blues con scelte stilistiche che hanno stupito tutti. Per questo volevo omaggiarlo. È stato un rivoluzionario». Nella scaletta proposta al Lunatico, conclude «… ci sono pezzi dell’ep, del disco, canzoni dei Fire e Shandon rivisitate, canzoni mie con un vestito più vintage. Qualche cover, ma mai banale. Un artista che ha qualcosa da dire deve reinterpretare, giocare con la musica, non fare la canzone famosa dove non rischi niente e non ti metti in gioco. Non mi interessa fare il karaoke. Quindi scegliamo cover abbastanza sconosciute».
Elisa Russo, Il Piccolo 07 Agosto 2015