«Emily Dickinson è una delle mie poetesse preferite, credo di aver letto tutte le sue poesie, le sue lettere e i suoi scritti. La Dickinson decise di chiudersi per tutta la vita in una stanza, di autorecludersi e guardare il mondo attraverso una finestra, vera e immaginaria allo stesso tempo. Ho scritto tanti brani sulle sue poesie, che lei chiamava “le mie piccole stanze”»: ce lo raccontava Ezio Bosso in un’intervista qualche anno fa, quando la sua storia si intrecciava, brevemente ma intensamente, con la città di Trieste, avendo ricoperto la carica di direttore artistico del Teatro Lirico Giuseppe Verdi da ottobre del 2017 a giugno 2018. “La musica sussurra e ci insegna la vita” è un sentito omaggio a Ezio Bosso che si inserisce nel cartellone di Trieste Estate e va in scena al Castello di San Giusto giovedì alle 21 a ingresso libero, con poesie di Emily Dickinson, musiche e testi del grande artista torinese venuto a mancare a maggio 2020. Si tratta di uno spettacolo proposto in esclusiva a Trieste, città particolarmente amata dal Maestro, che ha ricambiato il sentimento accogliendolo nell’ultimo periodo del viaggio della sua vita. Un concerto unico perché fortemente voluto dalla famiglia (sarà presente il nipote ed erede di tutta l’opera del Maestro, Tommaso Bosso) e perché la musica di Ezio sarà eseguita dai suoi amici e dai suoi musicisti di riferimento, interpreti che all’epoca della sua esperienza a Trieste lo hanno conosciuto e fatto parte del suo progetto musicale legandosi a lui umanamente e professionalmente. A due anni dalla sua scomparsa, il concerto a San Giusto, a cura del Conservatorio Tartini, alternerà le sue musiche a letture della Dickinson per tradursi in un sussurro di note e ricordare un uomo che ha dedicato all’arte la sua intera esistenza. «Spesso ci dimentichiamo che la gratitudine è un sentimento. Non è una parola. È un sentimento e i sentimenti portano ai gesti. È uno dei sentimenti più belli che abbiamo come esseri umani»: Bosso, tra le molte cose, aveva insegnato il valore della gratitudine e la gioia della condivisione, che è il senso alla base del concerto di giovedì, che vedrà sul palco l’attrice e mezzosoprano Giulia Diomede, Daniele Bonini al pianoforte, Edit Milibak al violino, Danilo Sisto al contrabbasso, Chiara Bosco al corno, Domenico Lazzaroni al trombone. «È con un sussurro musicale – dicono i protagonisti –, un sussurro di note, che vogliamo compiere insieme questo rito, il rito del ricordare insieme, del “commemorare” un uomo che ha dedicato alla musica la sua intera vita e anche la sua morte. Un amico dei musicisti, un amico dei giovani che amano la musica ed un amico dell’umanità intera che vuole sentirsi vicina pur nella diversità, come una grande orchestra. In lui la vita e la musica si sono fuse insieme fino a creare un unicum nella sua arte di esecutore, compositore e direttore d’orchestra, mai chiuso nella sua torre d’avorio, mai vicino alle élite che troppo spesso si arrogano il diritto della propria univoca visione delle cose e sempre vicino invece ad una visione pop intesa come popolare del fenomeno musicale classico». Il senso di questo omaggio si carica di un significato simbolico emozionante visto che a Trieste ancora oggi è ricordato con immensa stima e caloroso affetto di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di incontrarlo, in Teatro o ai tavolini di un bar, «mentre racconta la sua visione appassionata del mondo dell’arte senza mai essere dottrinale, noioso o arrogante».
Elisa Russo, Il Piccolo 06 Luglio 2022