OMAGGIO AD ALFREDO LACOSEGLIAZ 07.02.22

Arduo riassumere in poche righe la vastità della carriera musicale di Alfredo Lacosegliaz, compositore per il cinema (“Senza pelle” di Alessandro D’Alatri, “Facciamo Paradiso” di Mario Monicelli), per la televisione (“Circus” e “Sciuscià” di Michele Santoro), per il teatro (Yoshi Oida, Moni Ovadia, Bolek Polívka, Pamela Villoresi, Roberto Andò), per installazioni di Teatro Danza, con spettacoli e direzioni musicali in USA, Marocco, Grecia, Francia, Belgio, Olanda, Jugoslavia… Ha sperimentato con tutti i generi, è stato spesso precursore (ad esempio del balkan); nei suoi testi, molti in dialetto, racconta l’amato e criticato contesto cittadino o esprime aspetti personali e dimensioni universali, con una vena critica, ironica, dissacrante e poetica. È venuto a mancare troppo presto, nel 2016. Forse la sua Trieste non lo onorerà mai abbastanza, ma ci prova: aspettando una serata nel cartellone estivo, l’appuntamento è lunedì alle 17.30, per la rassegna dei “Lunedì dello Schmidl” alla Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich (Via Rossini 4). Un “Omaggio ad Alfredo Lacosegliaz” in parole e musica che vedrà gli interventi dell’assessore Giorgio Rossi, Stefano Bianchi dello Schmidl, la vedova di Lacosegliaz Cristina Gioachin, l’archivista Franca Tissi, il Direttore della Casa della Musica Gabriele Centis, gli attori Giuliano Zanier e Giuliana Artico. A loro il compito di ricordare la figura del musicista triestino classe 1953, anche attraverso i materiali dell’istituendo Fondo Alfredo Lacosegliaz al Museo Teatrale. Ai musicisti del Gruppo A.L.P.E. (Alfredo Lacosegliaz Patchwork Ensemble), alla violoncellista Andrejka Možina e al Trio Violoncelli Itineranti il compito di dare voce all’eredità musicale di Lacosegliaz.

L’omaggio si completerà con un frammento in anteprima del docu-film cui sta lavorando Ennio Guerrato: «Uscirà in autunno – anticipa Guerrato – e s’intitola come una trasmissione di Alfredo su Radio Capodistria in cui raccontava con ironia le sue esperienze fuori città, “Al di là dei lupi” espressione che fa riferimento ai lupi di Toscana, per Trieste un confine mitico verso l’occidente. Ho raccolto tante interviste, tutte molto sentite e partecipi; la lista è stata stilata con la moglie e include Gabriele Centis, Carlo Muscatello, Paolo Rumiz, Moni Ovadia, Franco Brambilla e una serie di musicisti con cui ha collaborato». La volontà è quella di non fermarsi a una celebrazione, ma cercare di attuare un vero e proprio passaggio di testimone: «Il documentario segue anche Andrejka Možina che si è molto appassionata al Lacosegliaz compositore e lo sta studiando. Ci sono dei cortocircuiti culturali tipici delle nostre terre di confine che sono fondanti per gli artisti della zona, una parte basica di Alfredo, le sue fondamenta, e Andrejka le reinterpreta con le proprie modalità».

«È stato naturale per me pensare di donare al Museo Schmidl il materiale cartaceo riguardante la produzione musicale e teatrale di mio marito – conclude Cristina Gioachin -. E desidero anche aggiungere uno strumento a corda. Non so se Alfredo avesse mai pensato che il suo nome e la sua opera potessero fare parte di un museo, ma credo lui abbia rappresentato, per la cultura triestina degli ultimi quarant’anni, una voce, magari isolata, ma sicuramente controcorrente e fuori dal coro, nel panorama musicale della città e non solo. Per questo motivo ho ritenuto che il suo archivio potesse rappresentare uno strumento di conoscenza». Ingresso con Green Pass rafforzato e Ffp2.

Elisa Russo, Il Piccolo 6 Febbraio 2022

Articoli consigliati