Per la rassegna Sexto’nplugged nell’Abbazia di Santa Maria a Sesto al Reghena (Pn), sabato 8 agosto hanno suonato gli inglesi Cranes, (la band capitanata da Alison Shaw, sulle scene da più di 15 anni, danno vita a dolci melodie con chitarre acustiche, pianoforte e violoncello). E poi uno dei più giovani e promettenti artisti londinesi, Patrick Wolf. Enfant prodige delle tensioni pop di prossima generazione, Wolf ha aggiornato la figura del cantautore neoromantico con una scrittura nel solco di maestri come Scott Walker, David Bowie e Marc Almond.
«Essere in tour è parte della mia vita», dice Wolf. «La mia vita è la mia arte e la mia arte è la mia vita».
Il suo ultimo album, «The Bachelor» ha avuto ottime recensioni. E le vendite come vanno?
«Stanno andando bene. Vendo più adesso che incido per la mia piccola etichetta di quando incidevo per una major».
«The Battle» è un progetto che comprende due album: il primo, «The Bachelor» è appena uscito. Quando uscirà il secondo capitolo?
«Si chiamerà «The Conqueror» e uscirà verso febbraio, preceduto da un singolo alla fine di quest’anno».
C’è un filo conduttore?
«È un documento della mia battaglia romanticamente condotta, di un periodo in cui cerco di trovare un equilibro nel mondo».
Tiene un unico concerto in Italia. Che tipo di spettacolo sarà?
«Un concerto acustico, senza la band. Soltanto io, voce e piano. Scarno, con le emozioni e gli elementi naturali in primo piano».
I pezzi saranno diversi rispetto al cd?
«Molto. Spero ci sarà interazione con il pubblico».
Ha realizzato un videoclip spettacolare per il singolo «Hard Times».
«È un omaggio ad Elvis Presley e Klaus Nomi».
Il titolo è preso da un romanzo di Dickens?
«Sì. Dickens descriveva un periodo di povertà di Londra simile a quello attuale, da molti punti di vista».
La musica per lei è solo istinto?
«Essere intellettuali con la musica è come essere vegan e mangiare la carne. Non si può intellettualizzare qualcosa che è puro istinto. La musica viene dall’anima, c’è qualcosa di religioso in questo. La musica è il mio Dio».
La sua collaborazione con Alec Empire?
«Un’unione benedetta. Siamo molto legati. Ha risvegliato in me un lato aggressivo e ha portato le chitarre elettriche. È stato il padre spirituale del disco».
Elisa Russo, Il Piccolo 08 Agosto 2009