«Sono stato un anno a raccogliere canzoni, quindi al momento di pubblicarle le ho immaginate un po’ come un piatto che si era freddato»: ecco perché s’intitola “Servito Freddo” l’ep d’esordio del cantautore triestino Pino!, nome d’arte di Thomas Pinaffo. Classe ’99, studente di Psicologia a Padova, comincia a suonare la chitarra alle elementari, studia lo strumento alla Scuola di Musica 55 con Filippo Massa. «Quando mi sono accorto che mi sentivo libero scrivendo pezzi di chitarra – racconta – ho cominciato a canticchiarci sopra e scrivere testi». Dopo alcune esperienze live (al Miela, al Polo Toti) con un duo acustico che si chiamava Keep, si mette in proprio. Durante il primo lockdown investe in attrezzatura audio basilare e inizia a muovere i primi passi nella produzione musicale; nel 2021 pubblica due singoli per l’etichetta Antieroi, registrati da Igor Ambrosino: “Tutto ok” e “Paris Hilton”. «Quando scrivo una canzone – prosegue – sono a posto così. Produrla, ritoccarla e farla uscire è per gli altri, è nell’apprendere dai miei errori in queste fasi che ottengo appagamento, soddisfazione e motivazione a continuare». Il 9 settembre è uscito il singolo che ha anticipato l’ep, con un videoclip realizzato da Pietro e Leonardo Cervino (Sentinel Films): «“Rivoluzione” è un mio modo disimpegnato di parlare di politica, considerando lo scarso coinvolgimento dei giovani in politica (sia perché ne sono esclusi sia perché non se ne interessano), senza dare colpe. È una canzone pop indie con delle note rock, ci sono delle chitarre distorte, quindi una rivoluzione anche dal punto di vista musicale, non solo personale e sociale». Completano il lavoro “In ciabatte”, “Bamba”, “Ritmo dell’ansia”, più un “Intro” e un “Outro”, in un viaggio musicale tra cantautorato indie pop e qualche sferzata rock. «”Ritmo dell’ansia” è la canzone più personale, ho fatto un po’ pace con l’ansia dovuta ai ritmi frenetici che accomunano la vita di tutti, la fretta di pubblicare musica, i ritmi lavorativi o universitari. Ritmo in quanto l’ansia mi ha anche motivato a fare sempre di più». Tra le sue influenze cita Verdena, Soundgarden, Mac DeMarco, Alice Phoebe Lou, Pino D’Angiò, Tame Impala, De André, Gaber, Battiato, Battisti, «Ogni tanto scopro dei classici, come Enzo Carella: “Barbara e altri Carella” del ’79 è una bomba». Trova Padova, dove studia, molto stimolante per concerti e offerta musicale «Qui c’è un’etichetta emergente, Dischi Sotterranei, e sono fan di tutti i suoi artisti, come Postnebbia o Jesse The Faccio» mentre la città natale continua a ispirarlo «Trieste è una città che mi dà molto dal punto di vista creativo, ha una vita a sé… Molte canzoni le ho scritte a San Giusto sulle panchine in pietra che danno sul panorama o nel parco giochi per bambini, di notte. Dietro casa mia, a San Giacomo, le scale che salgono dalla galleria sono magiche, lì ho conosciuto persone che mi fermavano perché mi vedevano con la chitarra». Interrogato sul suo futuro musicale, Pino! non si immagina come concorrente di un talent show, che sovraccarica di aspettative ma piuttosto «Mi piacerebbe – conclude – suonare per strada, come busker, un’esperienza cruda che possa forgiarmi».
Elisa Russo, Il Piccolo 28 Settembre 2022
