«Non abbiamo mai suonato a Trieste, ma abbiamo dei ricordi famigliari legati a origini istriane e nonni che ci portavano qui a fare shopping quando eravamo bambini»: i Porto Morto, da Zagabria, per la prima volta in concerto a Trieste, suonano all’Hangar Teatri di Via Pecenco 10 in occasione dell’apertura del 34° Trieste Film Festival (serata in collaborazione con il Kino Šiška di Lubiana), sabato alle 21. «Nel momento in cui dovevamo scegliere un nome – spiegano – “Porto Morto” è stata quasi una selezione casuale di parole dal dizionario. Abbiamo deciso che potesse simbolizzare un luogo abbandonato che può essere occupato abusivamente per essere trasformato in uno spazio creativo». Il gruppo è formato da sette musicisti, il cui embrione nasce già nell’infanzia di Roko (basso) e Matija (chitarra), che cominciano ben presto a comporre canzoni: «Eravamo amici – raccontano – ancor prima di diventare una band, abbiamo frequentato le stesse scuole, facevamo sport assieme, condividevamo le passioni musicali. E abbiamo deciso di fare sul serio ormai da una decina d’anni». Debuttano ufficialmente nel 2016 con un album omonimo considerato uno dei migliori lp croati degli ultimi anni, nel 2019 pubblicano “Portofon”, che vanta la collaborazione con il leggendario frontman Darko Rundek degli Haustor e ha portato loro tre nomination per i Porin Music Award, il più alto riconoscimento musicale croato. Nel 2020 vincono il premio come miglior album alternativo con “Portopop”, con il quale hanno definito un nuovo sound e una nuova identità scenica. Compaiono anche nella compilation “Zagreb Calling” che racchiude dieci canzoni live rappresentative del meglio del rock alternativo della capitale croata: «La scena locale – commentano i Porto – è fervida, c’è largo spazio per l’improvvisazione e anche luoghi d’incontro, volendo puoi vedere quasi ogni sera uno show che vale la pena. Paradossalmente, i media danno spazio invece a proposte non così valide, mentre nel sottobosco accade molto di più».
«Negli anni – raccontano i Porto Morto – siamo stati incasellati sotto diversi generi, dall’art rock alla sperimentale all’elettronica e indie pop. Noi preferiamo non ragionare in termini di genere, ogni nostra canzone è un’entità a sé, con le sue caratteristiche peculiari. La musica è certo influenzata dalle nostre origini croate, dai differenti aspetti socio-politici del nostro paese e del contesto in cui siamo cresciuti. Ci hanno anche influenzato alcuni artisti croati, ma quelli stranieri hanno avuto nel complesso un impatto più forte su di noi». Al momento i Porto Morto stanno lavorando al quarto disco: «Siamo chiusi in studio da un po’, ci stiamo divertendo molto e non vediamo l’ora – anticipano – di condividere con il mondo i nostri sforzi». Sono sempre originali anche nei costumi di scena (per fare un esempio: al Ment Festival di Lubiana nel 2019 si sono esibiti con delle casette per gli uccelli sulla testa): «All’Hangar – concludono – indosseremo i nuovi outfit alla moda “portopop” realizzati dalla nostra cara amica Ira Rumora. Siamo davvero orgogliosi della nostra proposta live, tutta da ballare, a Trieste ci saranno anche un paio di canzoni inedite in scaletta».
Elisa Russo, Il Piccolo 17 Gennaio 2023
