PREMIO FRANCO RUSSO SALA LUTTAZZI 16.09.23

«La notizia del riconoscimento, arrivata dal mio professore al Conservatorio, è stata inaspettata. Una grandissima soddisfazione»: il Premio Franco Russo quest’anno va al giovane pianista triestino Alberto Rizzarelli, studente del dipartimento jazz del conservatorio Tartini. L’appuntamento annuale con il premio si terrà sabato alle 18.30 alla Sala Luttazzi (Magazzino 26, Porto vecchio, “Una luce sempre accesa”) in chiusura della diciassettesima edizione del TriesteLovesJazz, festival promosso dal Comune di Trieste e organizzato dalla Casa della Musica/ Scuola di Musica55, l’ingresso è libero. Indetto dalla moglie Silvia in ricordo del pianista jazz, compositore e direttore d’orchestra triestino, che ha dominato la scena musicale della città dal 1945 al 1969, anno in cui si trasferì a Roma (collaborando con la Rai ed artisti quali Massimo Ranieri, Ornella Vanoni, Raffaella Carrà, Loretta Goggi…) ha lo scopo di sostenere alcuni giovani artisti scelti per il loro talento e impegno, che si stanno distinguendo nell’ambito del jazz regionale e nazionale. Dopo la morte di Silvia Fabian Russo due anni fa, Stefano Giannotti (ex allievo del maestro Russo) porta avanti l’iniziativa. 

«Ho cominciato a cinque anni con l’organo – racconta Alberto Rizzarelli – quando l’ho visto mi ha attratto subito (mi dicono i miei genitori che già piccolissimo puntavo lo strumento appena entravamo in una chiesa). Il mio maestro di organo mi faceva improvvisare molto, quindi da subito ho coltivato anche un lato creativo. Poi crescendo mi sono spostato sul pianoforte. Mi sono iscritto al conservatorio e per 3-4 anni ho studiato pianoforte classico, finché l’anno scorso sono passato al piano jazz. Dopo il propedeutico quest’anno ho cominciato il percorso accademico».

Compirà 18 anni a dicembre e si dichiara appassionato della musica classica (Chopin, Rachmaninov, Ravel) quanto del jazz (Keith Jarrett, Petrucciani), sabato suonerà vari brani del repertorio jazz «sto definendo la scaletta, saranno brani improvvisati». L’ambiente del Conservatorio è per lui stimolante «c’è competizione sana, fa parte del gioco e della motivazione che uno studente ha» e guardando al futuro spera di «proseguire sulla via del jazz (senza abbandonare la classica, che rimane molto importante per me), anche se mi rendo conto che oggi è difficile vivere solo di musica. Ma è un’ambizione che ho». 

Elisa Russo, Il Piccolo 16 Settembre 2023 

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