Ultimamente mi sono sentita dire un po’ di volte: “io questa musica non la capisco/ io questo artista non lo capisco/ io questo genere non lo capisco”.
Ecco, sai perché non capisci?
Mica perché sei stupido.
Non capisci perché non c’è da capire.
C’è solo da sentire, con le orecchie, con il cuore, con la mente.
Non è questione di comprensione, è questione di gusto.
Puoi dire che ti piace o non ti piace, ma non c’è molto da capire.
A me non piace che ne so, Gigi D’Alessio. Non è che non lo capisco. Purtroppo lo capisco eccome. Solo che non mi piace.
Ciò non vuol dire che io debba fare uno sforzo, applicarmi, ascoltarlo, farmelo piacere. Bypasso e ascolto altro. Nella vita ci sono dei campi in cui siamo un po’ limitati nelle scelte (te o caffé, mare o montagna, vuoi più bene a mammà o a papà), nella musica no. Possiamo scegliere cosa seguire. Potremmo addirittura scegliere che la musica noi non la vogliamo in assoluto nella nostra vita e non ascoltiamo nulla.
Oltre che a scegliere gli artisti e le band che vogliamo seguire, possiamo scegliere il contesto in cui seguirli.
Vi faccio un esempio, per il mio gusto personale: se ho voglia di vedere gli Afterhours dal vivo aspetto che ci sia una data del loro tour più o meno vicina per andarci. Non sceglierei mai di andare a vederli in Piazza a Roma il Primo Maggio; per mille mila motivi. Partiamo dalla mia agorafobia, al fastidio per le folle e per le folle caciarone ancor di più, per perlustrare tutti i motivi strettamente musicali: la scaletta in quel contesto è ridotta, non si sente mai cosa diavolo suonano, i problemi tecnici ammazzano qualsiasi performance, la diretta televisiva con le sue esigenze schiaccia tutto il resto. Certo, mai avrei messo in lista anche l’ipotesi che la band possa non suonare, come è successo quest’anno. Quindi aggiungiamo anche questa: non andrei mai a vedere gli After il primo maggio a Roma, perché può succedere pure che non me li fanno suonare. Per motivi organizzativi la scaletta è slittata sempre più finché ad un certo punto era troppo tardi per farli suonare. Ma scherziamo? Non scherziamo, vero? Ma chi le organizza ste cose?
Ma vergognarsi un po’?
Io comunque avrei una soluzione pratica. Visto che il mercato del lavoro sta cambiando e sono tutti disoccupati, perché non facciamo organizzare i concerti del primo maggio ai disoccupati? Di sicuro farebbero meglio degli addetti ai lavori.
Nella prossima puntata vi insegno io come si organizzano i concerti e le feste di In Orbita in particolare.
Comunque, non siate ipocriti: al primo maggio ci andate per esserci, per bere la birra, per arpionare qualche tipa/o, per urlare slogan, per ballare la makarena su Roma… non è che vi cambia poi tanto se sul palco c’è Nina Zilli che stona o Janis Joplin resuscitata per l’occasione. Ma soprattutto al primo maggio ci andate nella speranza di liberarvi dei vostri cani. È il trucco più vecchio del mondo. Ti travesti da freakettone, sguinzagli il cane e complice la folla e la musica assordante te lo perdi. Oppure muore di crepacuore. Credo funzioni anche per liberarsi di fidanzati caduti ormai in disuso. Da provare.
DDD, In Orbita, Radio Capodistria in onda Lunedì 07 Maggio 2012