Vi segnalo oggi un libro uscito l’anno scorso «Il 33°Giro, gloria e resistenza dei negozi di dischi», scritto da Graham Jones e pubblicato in Italia da Arcana. Si parla e si scrive tanto di musica, ma quanti oggi sono ancora disposti a spendere denaro per un cd o un 33 giri? Di conseguenza, soprattutto: che fine fanno i negozi di dischi? Attivo nel mercato discografico da tantissimi anni, l’autore ci porta con sé in un tour di decine e decine di rivendite del Regno Unito che ancora sopravvivono alla crisi del settore. In ogni tappa incontriamo negozianti o commessi – con cui Jones intrattiene rapporti lavorativi e di amicizia – che con le loro storie contribuiscono a un resoconto corale, interessante, spesso “preoccupante”, delle condizioni in cui versano le realtà indipendenti che ancora resistono al potere schiacciante delle grosse catene di vendita, ipermercati e affini, con la loro offerta musicale a buon prezzo ma necessariamente omologata. Un testo pieno di aneddoti curiosi, e talvolta illuminanti, sull’industria discografica e su ciò che ruotava e ruota ancora intorno alla gestione di un negozio di dischi. Senza tralasciare la trattazione degli incredibili e “artigianali” intrallazzi dell’industria discografica per dominare le hit-parade, uno degli aspetti più interessanti del libro e con i racconti dei negozianti di dischi alle prese con la bizzarria di alcuni avventori, altro punto di forza dell’opera. Saltando dagli anni Ottanta ai nostri giorni, la lettura è vivacizzata da racconti divertenti di cui sono protagonisti artisti di primo piano: le maniere scortesi di Van Morrison, cliente villano; Billy Bragg che assiste all’indifferenza degli avventori di un negozio in cui stanno suonando il suo esordio discografico fresco di stampa; Ian Curtis dei Joy Division, appassionato di musica che i dischi se li comprava in una rivendita di fiducia. Non mancano riferimenti anche a pezzi da novanta quali Jimi Hendrix, Beatles, Led Zeppelin, David Bowie, Sex Pistols, John Peel.
Ecco cosa dicono alcune celebrità in difesa dei negozi di dischi:
Jack White:
«Penso sia arrivato il momento che mentori, grandi fratelli, grandi sorelle, genitori, custodi e buoni a nulla del quartiere comincino a portare i giovani che li stimano in un negozio come Dio comanda, per far capire loro quanto sia importante la musica nella vita. Non mi fido della gente che non ha tempo per la musica. È una vergogna privare un bambino, o peggio ancora un’intera generazione, di una delle gioie della nostra esistenza. Mi rivolgo ai negozi di dischi, agli artisti, alle etichette discografiche, ai dj e ai giornalisti. È interesse di tutti. Abbiate rispetto per la musica: portate avanti il dialogo che c’è sempre stato tra questa espressione artistica e i suoi fruitori, e invertite la rotta, perché oggi si sta via via trasformando in un semplice ammasso di dati digitali senza valore».
Henry Rollins:
«Ho visto scomparire i negozi di dischi in America e in Europa. Ecco perché ne visito il più possibile e quando ci riesco faccio incetta di dischi. Se tutti gli esercizi indipendenti chiuderanno i battenti sarà una perdita enorme. Ogni volta che acquistate un disco in questi posti sferrate un colpo all’impero».
Nick Hornby:
«Sì, sì, lo so. Scaricare musica è più semplice, e forse costa meno. Ma cosa ascoltano nel negozio in cui abitualmente scaricate musica? Niente. Chi ci incontrerete? Nessuno. Dove sono le bacheche in cui si segnalano appartamenti da condividere, o si cercano musicisti per formare band destinate a sfondare? Chi vi dirà di smettere di sentire questo per passare a quest’altro? Continuando così risparmierete un po’ di sterline, ma avrete gettato alle ortiche una carriera nel settore, un bel po’ di amici “giusti”, il vostro gusto musicale e, alla fine, la vostra anima. I negozi di dischi non vi salveranno la vita, ma possono renderla migliore».
DDD, all’interno di In Orbita in onda su Radio Capodistria Lunedì 28 Maggio 2012
© «Il 33°Giro, gloria e resistenza dei negozi di dischi», Graham Jones, Arcana Ed.
Foto: L'immagine di copertina è un (mio) omaggio all'amato Gian Maria Volonté ("Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" del grandissimo Elio Petri; Italia 1971)