«Qualità Qualità Qualità»
dice sempre il personaggio interpretato da Francesco Pannofino,
che ormai è il mio Guru Assoluto:
Renè Ferretti ovvero il regista della serie tv – divertente e intelligente come poche – Boris.
Ferretti si ritrova a girare una serie tv, “Gli Occhi del Cuore” che di qualità non ne ha proprio.
Come del resto tutte le fiction italiane, troppo troppo italiane, in cui recitano attori “cani” e attrici “cagne” mogli e amanti di…, come descritto con dovizia nel libro «Papi» di Travaglio, Gomez, Lillo.
Na monnezza proprio.
Qualità qualità qualità…
Ce n’è sempre meno,
o semplicemente, la qualità, si perde nella quantità di materiale a disposizione.
Io non riesco più ad ascoltare neanche un pezzo di artisti sconosciuti su MySpace, per esempio.
Se non c’è qualcosa che mi spinge a cercarli, a scoprirli, difficilmente bado a chi semplicemente mi invia una richiesta di add.
È un oceano di roba, non ci si sta dietro.
La tecnologia sta rendendo tutto molto democratico, ma spesso a scapito della qualità.
Il giorno dopo che hai visto un concerto, di un artista mainstream o di nicchia che sia, se vai su You Tube a cercare, di sicuro troverai qualche filmatino.
Spesso una marea.
Di filmatini.
“Ini” appunto.
Dicevano i Tre Allegri Ragazzi Morti
In “Rock’n’roll dell’idiota”:
“Abbiamo filmato tutto
con un video tape
la video identità
la video verità
un idiota un idiota
dentro al video un bell'idiota
difendo la mia immagine
la sua riproduzione
io sono la memoria
il resto è un’opinione”.
Non so cosa spinge la gente a filmare
con telefoni(ini) e telecamer(ine):
non ti gusti il concerto che stai vedendo,
rompi le scatole ai vicini con flash e lucine,
ti sbracci e gongoli di qua e di là
per avere come risultato
na roba che sembra un out-take di Blair Witch Project
con l’audio tipo il rumore che esce da una segheria in cui stanno lavorando una mandria di operai che berciano e si raccontano le barzellette.
Immagini sfocate, audio che frigge come le patatine buttate nell’olio bollente… è impossibile ricavarne qualche soddisfazione personale,
ma magari sei un pervertito e te lo tieni lì nella tua collezione privata di farfalle e francobolli.
Per uso personale, si sa, la condanna è minore.
Lo spaccio è più grave.
Quanto può avere senso far girare questo materiale sghembo, perché chi non era al concerto/evento ne fruisca?
Secondo me non lo diffondi per il prossimo, per altruismo.
Lo diffondi come testimonianza della tua intensa vita sociale. Tu esci di casa, vai nei posti, vedi la gente.
Faccio cose taggo gente.
Chi non c’era, vedendo sta roba, al massimo potrà dire:
“meno male che me ne sono stato a casa a guardare le nuove puntate di Lost”.
Che sono brutte, ma sono meglio di quel filmino lì.
Parentesi Lost, grazie ad Andrea Rodriguez che scrive nel suo status Facebook, facendomi piegare dal ridere:
“Alcuni fricchettoni armati, guidati da un giapponese con la passione per la botanica custodiscono un tempio nel quale c’è una pozza d’acqua che ribolle e se ti fai male ti ci ficcano dentro e poi ti passa”.
Chiusa parentesi Lost.
Stesso discorso per le foto.
Io ho una macchinetta digitale del cacchio (che non è neanche mia), ogni tanto scatto qualche foto di facce, giusto per avere un ricordo delle persone, un fatto puramente sentimentale/affettivo… una debolezza dài. Spesso le foto che scatto non mi piacciono più che tanto. Capisco che esteticamente non hanno senso. Cerco almeno di sistemarle in maniera rudimentale. Porca polenta, almeno gli occhi rossi!
Non si possono mettere on line foto di gente con gli occhi indemoniati modello congiuntivite purulenta. Non ci vuole davvero niente.
Anche Picasa ti corregge gli occhi rossi in automatico.
Oppure ho visto qualcuno mettere le foto capovolte, e tu pensi: guarda hanno fatto una cena tutti a testa in giù, si vede che erano in un’astronave.
Madre Santa, non è difficile ruotare una foto prima di caricarla.
Ma siamo a livelli di follia tale che ho visto pure qualcuno che ha fotografato con macchina digitale una vecchia foto per caricare on line la foto della foto!
Immagina la qualità!
La foto della foto della foto.
Della fotina.
Ecco, la differenza che passa tra una fotina e una foto di un fotografo (semi)professionista
È la medesima differenza che passa tra
Uma Thurman che fuma una sigaretta in Pulp Fiction
e una scimmietta spellacchiata che mangia una banana allo zoo.
Quando ero piccola mi ricordo che alcuni adulti infliggevano ad altri adulti con povera prole al seguito la visione di interminabili diapositive delle proprie vacanze.
Sti bimbi morti di sonno sotto il tavolo…
Ecco quello a cui siamo sottoposti oggi via internet ne è il proseguimento digitale.
Una noiosissima e fantozziana sessione di diapositive delle vacanze a Caorle o Canazei.
Che sti luoghi di vacanze, mare o montagna che fossero, sa Dio perché, iniziavano sempre con la c.
Cazzarola.