Nata e vissuta a Trieste,
mi è sempre venuto automatico da pensare che il Paradiso fosse altrove.
Si vabé i caffè letterari, Svevo Joyce e Saba, la mitteleuropa, l’operetta e buonanotte ai suonatori.
La scorsa settimana mi è capitato di vedere la mia città con gli occhi di alcuni amici venuti da altrove (perlopiù Milano).
E insomma sembra che questa nostra Trieste con la sua scontrosa grazia affascini proprio.
Ci si sente proprio ignoranti a non osservare
con la dovuta attenzione quello che si ha attorno e
trovarsi a rispondere al foresto che ti domanda cos’è quella: “una chiesa”.
Mavà?
Meglio affidarsi a chi ne sa, due dotte citazioni su Trieste:
scrive Mauro Covacich in “Trieste sottosopra, 15 passeggiate nella città del vento” (Laterza)
“Accanto alla Trieste austroungarica è sempre esistita un’altra Trieste. Accanto alla città dei caffè letterari, della composta amicizia di Svevo e Joyce, c’è sempre stata un’altra città, morbida, disinvolta, picaresca, dai connotati quasi carioca. C’è un edonismo antico, morale, nei triestini. E anche un vitalismo moderno un po’ easy-going, alla californiana. Trieste è una città meridionale, la città più meridionale dell’Europa del Nord”. A spasso per vicoli e piazzette, lungo gradinate a picco sul mare, bighellonando nella bora che spezza il fiato e pulisce l’aria: quindici itinerari narrativi svelano e ricompongono il puzzle affettivo e affettuoso di una Trieste ricolma di storia, curiosità, contraddizioni.
E scrive l’amico Gianfranco Franchi:
“Trieste, grazie al cielo, è una città particolarmente civile e piuttosto estranea alla cronaca nera. Sondate la vostra memoria: ricordate fatti di sangue emersi a livello nazionale, negli ultimi trent’anni? La risposta è no. Addirittura, nel nordest il serial killer s’accontenta – per così dire – di mutilare e spaventare, senza uccidere: Unabomber, peraltro, a Trieste manco arriva. Tra le particolarità della urbs fidelissima degli Absburgo, c’è quello d’aver mantenuto un certo grado di civiltà e vivibilità. Leggere, per un triestino, d’un attentato dinamitardo a Contovello, con tanto di casa esplosa e famiglia cancellata, suona equivalente alla notizia d’una visita dell’anziano Papa di turno con bagno – e tuffo a volo d’angelo – al Molo Audace”.
Una città tranquilla e vivibile, insomma.
Prima città per qualità della vita secondo il Sole 24 Ore nel 2005 e nel 2009.
C’è il rischio che diventi noiosa?
Per ora, direi di no.
In primo luogo perché girano un sacco di matti, in senso buono e non.
E poi,
se guardiamo all’offerta musicale della scorsa settimana, abbiamo ben poco da lamentarci: Africa Unite, Tre Allegri Ragazzi Morti, Stefano Edda Rampoldi, Calibro 35 e Hipsters Expo, Guccini… in una manciata di giorni c’era davvero l’imbarazzo della scelta.
Infatti qualcuno era così imbarazzato che è rimasto a casa a guardarsi le pantofole.
Sotto l’Austria, non lo permettevano mica eh…