Nella sua carriera musicale, Toni Bruna ha suonato nei posti più inusuali di Trieste: sul tram di Opicina, nella galleria di un treno, nella tromba delle scale del Gopcevich, dietro al banco di un bar, sulla terrazza del Revoltella, nel suo laboratorio di falegname, nella basilica di San Silvestro, perfino nel piazzale davanti alla Ferriera… ma al Teatro Miela, mai. Finché a dicembre Davide Toffolo, al Miela con il suo spettacolo su Remo Remotti, lo ha invitato come ospite. “Eccolo ah, doveva rivar un de Pordenone a invitarme!”: scherzava, fino a un certo punto, Toni Bruna. Perché Toffolo è stato un po’ come il compagno di classe che fa da tramite tra due ragazzini timidi che si piacciono ma non riescono a dirselo. Tutto questo per annunciare che, finalmente, ci sarà il primo concerto di Toni Bruna al Miela, sabato 19 marzo: «È un grande piacere per noi averlo – dice Alessandro Mizzi –, lo desideravamo da tempo ma non combinavamo mai. Sono passati ormai 15 anni da quando avevamo organizzato una serata ad Aurisina, con lui, Schiraldi e altri esponenti del cantautorato triestino di qualità. Finalmente ci siamo rivisti in occasione dello spettacolo di Toffolo». Per presentare questo atteso concerto, il Pupkin ha deciso di invitare Toni Bruna per un’incursione nel loro celebre Kabarett, in scena lunedì alle 20.23. Darà così un piccolo assaggio, con un paio di brani tratti dal suo nuovo disco, di quello che sarà poi proposto per intero il 19; il secondo splendido album, “Fogo Nero”, è infatti uscito a dicembre, a dieci anni dal fortunato esordio “Formigole”, con cui aveva dimostrato come si potesse unire il dialetto alla musica e risultare credibile anche al di fuori dei confini cittadini (arrivando perfino live in Spagna, in Belgio o negli Usa).
«Siamo molto contenti di ospitarlo per la prima volta al Pupkin – prosegue Mizzi –. Di certo ci sarà spazio per la sua musica, ma come da tradizione cercheremo di mettere a disagio l’ospite chiedendogli di fare anche qualcosa di diverso dal suo. Quello che mi colpisce di Toni Bruna è che il dialetto non è una scorciatoia per suscitare il viz o la battuta ma è una vera e propria ispirazione poetica. Il 35, 40% del Pupkin è in dialetto. Il nostro è un bel dialetto, teatrale, che funziona sia in prosa che in musica ma usarlo per scrivere cose più sensate e profonde è un talento che hanno pochi». Il cantautore triestino non sarà l’unico ospite della serata, è molto probabile, infatti, la partecipazione di Paolo Rossi. «In quest’ultimo anno – ancora Mizzi – è stato un po’ il nostro regista, psicologo, allenatore di basket. Ha vissuto a Trieste per un anno intero, fino a novembre, poi è tornato un periodo a Milano e adesso è di nuovo qui». Oltre al trio storico del Pupkin (Alessandro Mizzi, Stefano Dongetti, Laura Bussani) ci sarà la soubrette americana Erin McKinney, mentre la colonna sonora dell’intera serata sarà affidata a I Sconti (capitanati da Aljoša Saksida dei Kraški Ovčarji), non nel senso dei saldi ma di “nascosti”, perché a volte suonano da dietro le quinte (“sconti” appunto). «La seconda parte della serata – conclude Mizzi – è dedicata invece al recupero della memoria collettiva del Pupkin, riprendendo dei vecchi pezzi che risalgono al nostro debutto negli anni 2000, cercando di riattualizzarli».
Elisa Russo, Il Piccolo 7 Marzo 2022
