L’unica data italiana dei Red Hot Chili Peppers, allo Stadio Friuli di Udine, è uno degli eventi di punta dell’estate musicale in regione. La sola certezza, per adesso, è che il quartetto californiano salirà sul palco giovedì alle 21.15. Stefano Buian, addetto stampa dell’Azalea Promotion, fa sapere che soltanto in giornata verranno stabiliti e resi pubblici gli orari di apertura dei cancelli e l’orario di inizio del Wu-Tang Clan, il collettivo rap newyorkese che aprirà la serata. Il concerto, inserito nell’ambito di «Udinestate» e organizzato in collaborazione con la Regione e L’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Udine, fa parte del tour mondiale che da mesi sta portando i Red Hot nelle arene e negli stadi di tutto il globo. Le date milanesi dell’anno scorso hanno registrato il tutto esaurito, facile prevedere che il sold out sarà replicato nella tappa di Udine. La band sta scatenando il pubblico di tutto il mondo con uno spettacolo live di altissimo livello che combina una scenografia e luci originalissime con un’eccellente scelta di scaletta: i brani del repertorio classico sono alternati a quelli tratti dall’ultimo lavoro «Stadium Arcadium». Nei forum on line il popolo di internet da mesi si scatena con pronostici e speranze riguardo ai brani che verranno inclusi nello show. Intanto, alla quarantanovesima edizione dei Grammy Awards, i peperoncini californiani hanno fatto incetta di premi. I Red Hot Chili Peppers, dall’hardcore funk degli esordi a rock band di successo planetario, hanno alle spalle più di vent’anni di carriera. Qualche fan della prim’ora non ha apprezzato gli ultimi lavori, considerati troppo commerciali. L’urgenza punk degli esordi ha lasciato spazio a suoni più puliti e composizioni meno spigolose. Meno irruenza e più melodia. «Stadium Arcadium» del 2006 (due cd, 28 brani, la produzione di Rick Rubin come marchio di garanzia) è un contenitore di ballate irresistibili in cui la chitarra, le armonie e il genio creativo di John Frusciante la fanno da padroni. E si amalgamano perfettamente ai brani più ritmati sostenuti dal basso slappato e muscolare di Michael “Flea” Balzary, dalla batteria di Chad Smith e dal rappato di Kiedis. Gli altri album in studio della band sono: l’omonimo dell’84, «Freaky Styley» ’85, «The Uplift Mofo Party Plan» ’87, «Mother’s Milk» ’89, «Blood Sugar Sex Magic» ‘91, «One Hot Minute» ‘95, «Californication» ‘99 e «By The Way» 2002. I Peppers (eccetto Frusciante) hanno superato i 40 anni, non sono più quei pazzi che andavano in giro nudi con un calzino a coprire i genitali, o vestiti da enormi lampadine. Questa incredibile band tutta ballo, energia e sesso ha rivoluzionato il concetto di mainstream: si sono imposti tra le band più importanti degli ultimi decenni grazie alle generose performance live e le impagabili incursioni nel crossover. Kiedis di recente ha tirato le somme di questi anni avventurosi nella sua autobiografia «Scar tissue».
Elisa Russo, Il Piccolo 26 Giugno 2007