«La black music è sempre stata un punto di riferimento per tutte noi, Aretha Franklin è riuscita a rappresentarne in modo unico e forte tutte le sue facce, dal rhythm’n’ blues al gospel, dal soul al jazz»: tre cantanti triestine rendono omaggio a una delle voci più grandi di sempre, sabato alle 21 al Miela con “Respect – A night for Aretha”, serata in collaborazione con Trieste is Rock. L’idea parte da Elena Vinci che canta da quasi vent’anni (anche come corista in progetti come PinkOver e 6 Pence) e ha da poco formato i Soul R-Evolution, si aggiungono le voci di Joy Jenkins (Canto Libero) e Michela Grilli (Canto Libero, Back to Amy, The Rideouts) accompagnate da una super band, come spiegano loro stesse: «Alle tastiere ci sarà Marco Ballaben (Mannoia, Witz Orchestra, Dario Fo e Jannacci), alla chitarra Emanuele Grafitti (40 Fingers, Canto Libero). La sezione ritmica vedrà Francesco Cainero al basso (collaborazioni in studio con Jovanotti, Francesca Michielin e Alessandra Amoroso) e Jimmy Bolco alla batteria (Canto Libero, S.I.P. band, Al Castellana). La sezione fiati è fondamentale per questo progetto, non può mancare la potenza del sax di Angelo Chiocca (James Thompson, Arthur Miles, Leroy Emmanuel) assieme al suo braccio destro Giorgio Ruzzier alla tromba».
Al Miela, per la prima volta in assoluto, «Un concerto – spiega Elena Vinci – in cui scaletta, riarrangiamenti e versioni delle canzoni sono stati accuratamente scelti: a tal proposito, alcuni brani verranno eseguiti in maniera più fedele alle versioni studio degli anni ‘60, altri ricalcheranno i live magari più recenti e altri ancora verranno riproposti in una chiave più personalizzata, senza mai dimenticarci il punto di partenza, ovvero una musica che “più soul di così non si può”. Si alterneranno le grandi ballate (alcune celeberrime come “Natural Woman”, altre magari un po’ meno, ma assolutamente rappresentative) a pezzi dal ritmo incalzante (“Think” e “Respect”), a pezzi di media velocità, ma con quel groove che solo la black music conosce (“Chain of fools”). E ci alterneremo anche noi tre cantanti che saremo quindi sia soliste che coriste, facendo del nostro meglio per rendere giustizia alle sezioni corali di tutti i brani della Franklin. Inoltre vi racconteremo qualcosa di lei e delle canzoni che interpreteremo». «Credere di poterla imitare – continua – è fuori discussione e potrebbe sembrare perfino presuntuoso. La vocalità adatta a questo genere richiede sicuramente dell’agilità e della tecnica, ma paradossalmente non troppa, perché soul significa “anima” e questi brani vanno cantati con il cuore, trasmettendo, attraverso le sfumature e le personalizzazioni della voce di ognuna di noi, la potenza di ogni singolo brano della scaletta… questo è il nostro intento». Sui costumi di scena anticipa: «Abituate a un vestiario assolutamente casual e data la diversa fisicità di ognuna di noi, la ricerca del look giusto è stata divertente, ma non semplicissima. Abbiamo trovato una soluzione d’effetto che accontentasse tutte e tre e che sposasse il concetto “nulla è lasciato al caso” (basta vedere che abiti meravigliosi ha sempre indossato Aretha sul palco durante i suoi 60 anni di carriera)». «Credo di parlare a nome di tutte – aggiunge Joy – se dico che siamo cariche ed emozionate. Si tratta sempre di un omaggio alla “Mamma” delle cantanti. Speriamo poi di portare in giro il nostro tributo e farla conoscere anche alle nuove generazioni». Dovendo scegliere un brano – risponde Elena: «Credo che “Natural Woman” segni un po’ il mio debutto ancora minorenne nel soul. Provo dell’affetto vero e proprio per quest’artista e mi affascina molto la sua storia, fatta di coraggio e di redenzione».
“Respect”: un concetto mai fuori tempo, oggi ne abbiamo bisogno perché… «Siamo sbrigativi, superficiali, troppo indaffarati – concludono le cantanti – e quindi spesso non ci accorgiamo di mancare di rispetto non solo alle persone, ma agli stessi ideali per cui intere generazioni hanno combattuto. Ogni singolo gesto quotidiano, piccolo o eclatante che sia, dovrebbe essere rispettoso e rispettabile. Sabato ci concentreremo sul “Respect” che quest’artista si è guadagnata».
Elisa Russo, Il Piccolo 4 Gennaio 2019