Ultimo appuntamento della stagione con Sexto ‘Nplugged martedì alle 21: nella Piazza Castello di Sesto al Reghena arrivano i Rhye, progetto tra elettronica e r&b del cantante canadese Mike Milosh, nell’unica tappa italiana del tour. «Siamo entusiasti di tornare – commenta l’artista – ci siamo stati un paio di anni fa, l’Italia è splendida per cibo, cultura e persone: ci sentiamo accolti con calore e non è poco per chi come noi è sempre in viaggio».
Aprono la serata i Pick A Piper, nati dal producer e percussionista canadese Brad Weber, membro della band che ha accompagnato Caribou (Dan Snaith,) uno dei nomi dell’elettronica più apprezzati e ballati dell’ultimo decennio.
Rhye presentano il secondo album “Blood”, uscito a febbraio: «È stata una soddisfazione. Ci ho lavorato su degli anni – prosegue Milosh –, finito il tour del debutto “Woman” ho dovuto affrontare una separazione, rompere a mie spese il contratto con la casa discografica e poi mi sono innamorato di nuovo: tutto questo è finito nelle canzoni». L’attuale fidanzata, la modella Geneviève Medow Jenkins compare (svestita) sulla copertina dell’album, mentre il precedente ritraeva l’ex moglie, l’attrice Alexa Nikolas (vista in film come “Zoolander” e in tante serie – “E.R.”, “Csi: Miami”, “The Walking Dead”, “Mad Men”…). «Togliersi i vestiti è come liberarsi di una corazza, – precisa il cantante, che ha anche scattato le foto –, niente a che fare con la mercificazione del corpo femminile». Di queste relazioni parlano i testi: «”Song for You” significa molto per me – riprende – l’ho scritta in un periodo in cui ero in conflitto con Geneviève e stavo realizzando che semplicemente noi umani commettiamo un sacco di errori, è la natura. Quella canzone per me non è soltanto un chiederle scusa, ma un riconoscimento dell’importanza di quella persona nella mia vita».
Milosh oggi fa base a Los Angeles, ha vissuto in Australia, Usa, Europa, Thailandia… «Studiare musica a Toronto, dove sono cresciuto – dice – è stata un’esperienza che mi ha arricchito, sin da giovanissimo ho imparato a comporre e suonare diversi strumenti. Competenze che poi ho messo a frutto a Berlino, dove mi ero trasferito: una città che ti permette di sperimentare; ricca di grandi club dedicati alla scena techno, mi ha aiutato a espandere il raggio d’azione della mia arte». Un timbro androgino, il suo, tanto che alcuni pensano sia la voce di una donna: «Esprimo anche la mia parte femminile. Spero che la mia musica permetta alle persone di essere vulnerabili: per prendersi cura l’uno dell’altro è necessario esserlo. Viviamo le stesse esperienze e penso sia importante condividerle».
«In agosto siamo in tour in Europa, poi torniamo in America per un po’ prima di partire per Tel Aviv e Istanbul, poi Asia. Ancora tour in autunno e nel mezzo spero di lavorare anche a pezzi nuovi – conclude –. La parte più difficile, se pur gratificante, è il viaggio fisico di un album, perché lo porti in giro per qualche anno. Solo per poter rifare tutto da capo. Amo viaggiare e amo fare nuove esperienze, a volte è dura stare lontano da casa e dalla famiglia, ma alla fine è un modo incredibile e privilegiato per vedere il mondo. Nella vita sono riuscito a fare qualcosa che amo davvero, creare musica. E l’ispirazione mi viene dalle mie esperienze, quindi non cambierei nulla».
Elisa Russo, Il Piccolo 6 Agosto 2018