Nuovo album intitolato «All Day & All Night» per i triestini Rideouts. La band è stata fondata nel 2003 dal chitarrista Max Scherbi. Le note biografiche sono state redatte da Richard Oliff della BBC (presentatore, scrittore, giornalista, produttore che ha conosciuto e lavorato con personaggi del calibro di Ringo Starr e Paul McCartney), che per descrivere la musica della band triestina ha tirato fuori nomi come quelli di Eric Clapton e The Beatles. Nel 2005 hanno registrato (le voci e tutti gli strumenti) ai Crash Studios di Liverpool il primo EP di quattro canzoni insieme a Jay Irving (Spandau Ballet, Nate James, The Christians) alla batteria. Rientrato in Italia nell’estate del 2005 il progetto prosegue e, grazie all’esperienza maturata nei Tillamook (blues/jazz vincitori delle selezioni italiane 2008 dell’IBC), Scherbi conosce Gianpiero de Candia (Rubbish, Manila Club) e Andrea D’Ostuni (Wet-Tones, Mario Cogno e altri) con i quali nel 2009 registra l’album d’esordio «The Storm After The Calm», uscito nel dicembre dello stesso anno. Nel gennaio del 2012 Matteo Moggioli sostituisce Andrea D’Ostuni alla batteria ed iniziano le registrazioni per il secondo album «All Day & All Night». Le registrazioni, il mixaggio, la produzione e il master sono stati curati da Scherbi, coadiuvato alla produzione esecutiva da Andrea Radini e da Gianpiero de Candia. Radini oltre ad essere il manager del gruppo, ha curato anche la sessione fotografica, la copertina e il booklet. Oltre al cd fisico che si può comprare durante i concerti o sul sito dei Rideouts (www.therideoutsmusic.it), l’album è in vendita anche in formato digitale su iTunes, Amazon e tutti gli altri canali principali di vendita online.
«Beatles, Hendrix, Cream, Led Zeppelin sono le principali influenze del gruppo, che si rivolge a tutti coloro che si ritrovano nelle sonorità della musica anglo-americana degli anni ’60, dal pop al rock, dal blues al garage rock senza dimenticare un pizzico di psichedelia», spiega Scherbi.
Di cosa parlano le nuove canzoni?
«Oltre alle canzoni del sottoscritto, in questo album ne compaiono due scritte da de Candia: “No More Tricks” e “The Dreamy Lady”. Le canzoni parlano fondamentalmente di situazioni sentimentali e di esperienze di vita, ed è da qui che prendiamo ispirazione, dalla vita di tutti i giorni».
Due vostri video (“The One I Let Go” and “Sweet As Honey”) sono finiti sul sito del prestigioso NME Magazine…
«Ho mandato una copia dell’ultimo cd al New Musical Express per farlo recensire. La cosa è estremamente difficile poiché in redazione lavorano solo su materiale di artisti famosi e, nel caso di sconosciuti, che provengono esclusivamente dall’Inghilterra. Evidentemente però hanno apprezzato la musica e ci hanno “segnalato” sul loro sito pubblicando due nostri video nella sezione dedicata. Il che è un motivo d’orgoglio».
Avete realizzato un nuovo video?
«È appena uscito su Youtube e su tutti gli altri siti ufficiali (Facebook, Twitter, MySpace) il video di “Daydreamer”. Come per il precedente video “So Cool”, del 2011, anche questo vede alla regia, produzione e editing Carlo Pacorini. La location – un appartamento in ristrutturazione – rispecchia il testo della canzone: gli ambienti vuoti sono l’anima del protagonista che – in stato di depressione – viene invitato ad uscire, a cambiare vita, senza aver paura, in vista di un domani migliore».
Che riscontri ha avuto finora l’album?
«L’album ha ricevuto una buona accoglienza da parte della critica. Richard Oliff della BBC, ha nominato “All Day & All Night” album of the week nella sua rubrica. Richard è stato un nostro sostenitore fin dagli esordi e questo secondo lavoro lo ha convinto definitivamente. Così nel suo show quotidiano su una radio di Leicester, Harborough FM, “All Day & All Night” è stato album della settimana con ben 5 canzoni in rotazione».
Che ne pensate della scena musicale triestina?
«Personalmente penso che a Trieste e in regione ci siano delle band e delle proposte musicali veramente interessanti. Anche i vari Contests di band emergenti promossi nel nostro territorio mettono in luce alcuni artisti di spessore. Purtroppo però le location e gli eventi dove poter proporre e ascoltare musica dal vivo non sono tantissime e molte volte la mentalità di chi tratta la "materia musicale" non è di estrazione professionale ma più vicina al "dopo lavoro". Tra le altre cose, questo fatto non esalta una caratteristica della nostra città cioè quella di essere un punto di incontro anche con l’est europeo e quindi potenziale punto di richiamo e scambio musicale tale da attrarre gli addetti dell’industria musicale per scovare nuovi talenti in questa zona. Tutto questo non tiene sicuramente alto il morale di chi – come i The Rideouts – vogliono fare della musica la loro professione».
La vostra scelta di proporre un genere e una lingua non nazionale è dettata solo da questioni di gusto o anche da una volontà di esportare la vostra proposta all’estero?
«Da entrambe. Personalmente non mi sono mai trovato a mio agio a cantare in italiano e le mie influenze sono state sempre anglo-americane. Con questa musica siamo cresciuti, con essa ci riusciamo ad esprimere al meglio. Così la nostra proposta è "esportabile" anche all’estero dove vorremmo principalmente riuscire a far presa e trovare il nostro bacino di audience».
Quali sono i prossimi passi della band? Concerti in vista? Come pensate di promuovere il vostro disco? Che aspettative avete?
«Attraverso il nostro manager Andrea Radini stiamo seguendo diverse attività per promuovere il gruppo e il nuovo album “All Day & All Night”. Stiamo sottoponendo la nostra proposta musicale a diversi specialisti del settore – sia majors che etichette indipendenti – per continuare il nostro cammino professionale attraverso circuiti importanti e riconosciuti. Coerentemente con la nostra scelta di esportare la nostra musica all'estero siamo in trattative con alcune booking agencies europee per organizzare una tournee europea nel 2013. Per la promozione del disco abbiamo distribuito alcune copie dell’album a stazioni radiofoniche sia in Italia che all’estero ovviamente (principalmente Inghilterra e USA). A breve registreremo anche un altro video. Insomma il 2013 sarà pieno di novità per chi ci vorrà seguire!».
Immagina un giovanissimo che oggi prende per la prima volta in mano uno strumento. Che consigli gli daresti? Quali gli errori da non fare, quali strade da percorrere, quale il modo migliore per fruire della musica (sia da musicista che da ascoltatore)?
«Consiglierei di applicarsi sempre, senza che ciò diventi però un’ossessione. La musica è prima di tutto passione e gioia, poi c'è lo studio e la pratica perchè poi non si può neanche pensare d’andare lontano suonando un paio d’accordi e basta. Il mondo della musica è un’industria e come tale dev’essere affrontato, se si vogliono raggiungere certi livelli e gli obiettivi che ci si pone. Le strade da percorrere sono molteplici e non penso ci sia una regola generale. Il consiglio può essere quello di essere sempre professionali, da quando si suona in un piccolo bar davanti a 10 persone fino a quando cominciano a presentarsi le prime grandi occasioni. Un modo migliore per fruire la musica non credo ci sia. Penso che la cosa sia soggettiva. Io preferisco ascoltare la musica su supporti di alta qualità se posso. Questo senza nulla togliere all’mp3, che è sicuramente il modo più immediato e comodo di fruizione. Oggigiorno le possibilità sono molteplici (iPod, siti internet, cd, dvd…) e ognuno quindi può scegliersi quella che più gli piace. L'importante è scegliere della buona musica, partendo dai mostri sacri per poi cercare delle perle nascoste anche tra gli artisti meno conosciuti».
Tu hai avuto un’esperienza all’estero (Liverpool) che ti ha formato molto musicalmente. Tempo fa mi dicevi che eri tutto sommato contento di essere tornato a Trieste. Ora come la vedi? Ti viene mai voglia di ripartire? Trieste ti stimola o ti frustra dal punto di vista musicale?
«Confermo le mie parole. Tutto sommato sono contento, ma solo a livello personale. Per quanto riguarda la musica, Trieste mi stimola, mi ispira, non è morta, ma se penso alle opportunità allora la volontà di ripartire c’è ed è forte. Quindi se il progetto avrà successo, la soddisfazione sarà doppia».
Tempi di feste e tempi di crisi. Che regalo chiederesti a chi amministra la nostra città?
«Mantenere alta l'attenzione verso il bacino musicale di Trieste cercando di valorizzarlo in maniera piena, dando la massima visibilità possibile a realtà come la nostra. Su questo fronte non ho visto grandi slanci in tal senso.
Se ad esempio il progetto musicale The Rideouts avrà il successo che speriamo allora potrà portare il nome di Trieste in giro per il mondo e magari essere da stimolo per nuovi giovani musicisti ad emulare questo tipo di percorso. Penso che da un caso di successo possano nascere anche altre idee imprenditoriali e non, per far diventare Trieste un piccolo baricentro musicale per il territorio».
Elisa Russo, in parte su Il Piccolo 08 Gennaio 2013