“UOMINI” di Elisa Russo | ODOYA Editore, 2 ottobre 2014

copertina libroFrutto di cinquanta ore di interviste ai protagonisti (Ritmo Tribale ma anche Afterhours, Casino Royale, Karma, Shockin’ Tv, Peter Sellers and The Hollywood Party…) riportate in forma diretta. Un racconto orale. Viene ripercorsa la storia dei Ritmo Tribale, dall’incontro sui banchi del liceo negli anni Ottanta fino al successo dei metà Novanta e lo scioglimento. In mezzo alla storia dei Tribali: Manuel Agnelli e gli altri Afterhours raccontano di come passarono dai primi dischi in inglese a quelli in italiano grazie all’esempio di Edda e i suoi Ritmo e di come nacque un album come Hai Paura Del Buio?; vengono analizzati i cambiamenti della discografia (dalle indipendenti come la Vox Pop all’illusione delle major), si narrano le vicende del Jungle Sound (glorioso studio di registrazione fondato da Fabrizio Rioda dei Ritmo Tribale, dove passavano Oasis, Metallica, Iggy Pop e dove si creò la fertile scena milanese degli anni Novanta con Casino Royale, La Crus, Afterhours, Karma…) e molto altro. Fino ad arrivare ai giorni nostri con il ritorno di Edda e la sua carriera solista e i NoGuru (gli ex Tribali con Xabier degli Afterhours e Bruno Romani ex Detonazione).

Ci sono inoltre i testi delle canzoni, stralci di articoli e recensioni e più di 100 fotografie, di cui molte inedite.

Ben tre prefazioni in apertura:

Federico Guglielmi (Il Mucchio, Rumore, Blow Up, Radio RAI)

Christian Zingales (Blow Up)

Vittorio Bongiorno (scrittore e musicista)

Il primo libro biografia dei Ritmo Tribale che ripercorre la loro storia, ma anche quella della scena milanese in cui sono nati e cresciuti, fino ad arrivare ai giorni nostri con la carriera solista di Edda e i NoGuru.

I milanesi Ritmo Tribale sono stati una band fondamentale per il rock italiano. Hanno attraversato gli anni ’80, ’90 e 2000 lasciando tracce indelebili nei cuori dei fans. All’attivo sei album, un EP e poi una miriade di concerti in Italia e all’estero.

Un percorso di fratellanza e musica che subisce un duro colpo nel 1996, quando il cantante Stefano Edda Rampoldi abbandona la band. Dopo la crisi e la decisione di continuare comunque, i Tribali rimasti incidono ancora un album senza Edda, poi si sciolgono definitivamente. Suonano assieme in un paio di occasioni, ma di Edda non si hanno più notizie. Sparito: si sparge addirittura la macabra voce che sia morto. Altri parlano di un trasferimento in India, e i meglio informati fanno cenno ad un serio problema di tossicodipendenza. Solo voci e mai nulla di ufficiale.

Finché, dopo molti anni di silenzio, ritornano quasi tutti sulle scene tra il 2009 e il 2010: Edda con il suo progetto solista e gli altri (eccetto il chitarrista e fondatore dei Ritmo, Fabrizio Rioda) con una band nuova di zecca, i NoGuru.

Il ritorno di Edda attira a sé curiosità e partecipazione, anche perché porta alla luce una storia umana esemplare: una caduta pesante, segnata dalla dipendenza dall’eroina ed una risalita quasi miracolosa, fatta di comunità di recupero ed un percorso terapeutico di ricostruzione che porta passo dopo passo ad una nuova vita, un nuovo lavoro ed un ritorno alla musica. Una storia così speciale da attrarre anche l’attenzione della tv: Daria Bignardi ha voluto Edda ospite nella puntata de L’Era Glaciale andata in onda su RAI 2, venerdì 2 ottobre 2009. Dall’intervista della Bignardi nasce l’interesse di un pubblico più ampio (oltre agli storici e più recenti fans) e la voglia di scoprire cosa fosse successo davvero negli anni di silenzio, ma anche la spinta a raccontare la storia dal principio, dagli anni Ottanta.

I Tribali hanno spianato una strada poi percorsa da molti altri. All’epoca, in Italia, sembrava esserci spazio solo per un rock cantato alla Piero Pelù: sulla scena, gli ottimi Litfiba ed una pletora di loro discutibili cloni. Edda e soci dimostrarono che si poteva percorrere una strada diversa: suonare internazionali usando l’italiano, usare l’italiano senza scimmiottare Pelù (i cui esordi erano comunque in territori diversi, quelli della new wave).

Il ritorno sulle scene di Edda con il debutto solista Semper Biot nel 2009 (e a seguire l’EP live In Orbita nel 2010, Odio i Vivi nel 2012 e Stavolta Come Mi Ammazzerai? nel 2014) e degli altri Tribali con Milano Original Soundtrack, debutto dei NoGuru, nel 2010, garantisce le condizioni migliori per ricostruire il passato, analizzare il presente e guardare con fiducia al futuro.

Sono i protagonisti stessi a raccontarsi in prima persona. Il libro contiene interviste frutto di conversazioni con: Andrea Scaglia (voce e chitarra), Andrea Briegel Filipazzi (basso), Fabrizio Rioda (chitarra), Alessandro Marcheschi (batteria), Luca Talia Accardi (tastiere), Stefano Edda Rampoldi (voce), Alessandro Zerilli (primo bassista dei Ritmo). Al coro si aggiungono molte voci e testimonianze: i musicisti che gravitavano negli anni Ottanta attorno a Villa Amantea, la sala prove di Baggio e poi, nella prima metà dei Novanta, al Jungle Sound. Gli interventi degli Afterhours (Manuel Agnelli, Xabier Iriondo, Giorgio Prette, Giorgio Ciccarelli), dei Karma (David Moretti), dei Casino Royale (Alioscia Bisceglia, Ferdinando Masi, Valter Marchesoni), degli Shockin’ Tv (Marco Rotondo, Ferdinando Masi), dei Peter Sellers and The Hollywood Party (Stefano Ghittoni), dei Tiratura Limitata (Marco Cirino) delineano un quadro vivace e collaborativo in cui nacquero molte band di successo, alcune ancora oggi in attività. Non mancano voci del presente come quelle di Walter Somà (co-autore dei dischi solisti di Edda), Davide Lasala (Edac studio), Bruno Romani (NoGuru)…

E ancora: qualche contributo di giornalisti e addetti ai lavori (Federico Guglielmi, Andrea Valentini, Attilio Grilloni), discografici, tecnici del suono, manager, tuttofare (Giacomo Spazio, Claudio Bonoldi, Enrico La Falce, Vittorio Piaggi, Fabio Vergani, Fabio Capalbo, Zymbah, Davide Mozzanica), stralci di articoli… Ho voluto anche dare spazio a testimonianze extramusicali: amici, fidanzate, fans. Nel corso del racconto emergono sullo sfondo incontri improbabili, come quello con Cecilia Scerbanenco (figlia del noto giallista Giorgio, compagna di classe di alcuni Ritmo), Stefano Eco (figlio dello scrittore Umberto e chitarrista nei DHG), la punk band losangelina degli X (intervistata dai giovani Marco Rotondo e Ferdinando Masi), gli esordienti Elio e Le Storie Tese (ai loro primi concerti al Magia Music Meeting), i Sonic Youth (che entrano nel negozio di dischi dove lavorava Giorgio Ciccarelli), gli Hare Krishna del Govinda (Sanatana dei GHCP e Paolo Tofani degli Area), Jovanotti quando ancora era solo Lorenzo, Piero Pelù e i suoi Litfiba come costante pietra di paragone, gli esordienti Paolo Benvegnù e Morgan, le macchiette che sembrano uscite da un fumetto di Andrea Pazienza, le temibili femministe dei centri antifascisti, i punk duri e puri del Virus. Storie umane di spessore, intrecci e avventure che vale la pena narrare, al di là della musica, che fa da collante e colonna sonora irrinunciabile ad una Milano vista sotto una luce inedita: la Milano che si riconosceva nel Leoncavallo e non nella sbrilluccicante Milano da Bere. Vita di strada, ai limiti del legale. «Tribale è lo spirito, nella vita come nella musica» era lo slogan dei primi Ritmo. Un gruppo di amici che avrebbero dato la pelle uno per l’altro, uniti come fratelli: «Eravamo come le dita di una mano», ricorda il carismatico Rioda, che ha riscritto la storia delle sale prove e di registrazione milanesi con il suo glorioso Jungle Sound (oltre che fulcro delle band di Milano, ha visto passare di lì nomi del calibro di Metallica, Oasis, Iggy Pop e Vasco Rossi). Ecco perché il libro s’intitola Uomini (come una delle canzoni più rappresentative dei Ritmo Tribale): perché dentro ci sono le vite e le storie di questi uomini, non soltanto i loro percorsi musicali.

Elisa Russo, settembre 2014