«Non vedo l’ora di venire in Italia e sono sicuro che il pubblico rimarrà sorpreso di sentire come suona forte questa band. Sorridenti, ammiccanti, dinamici: ci si diverte sopra e sotto il palco»: Robert Plant, leggenda vivente della musica mondiale, una delle più belle voci della storia del rock, oltre 300 milioni di dischi venduti, pioniere dell’hard rock coi Led Zeppelin, fa tappa all’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro sabato alle 21, per Nottinarena (mentre giovedì alle 20.30 è all’Auditorium di Portorose). L’artista britannico porta il suo nuovo progetto Saving Grace: Suzi Dian alla voce, Oli Jefferson alle percussioni, Tony Kelsey al mandolino, baritono e chitarre acustiche e Matt Worley al banjo, chitarre acustiche e baritono, che ha fatto il suo debutto all’inizio del 2019 con una serie di concerti a sorpresa in piccoli locali di Inghilterra, Galles e Irlanda. 

«Saving Grace – spiega il cantante che in questi giorni ha compiuto 75 anni – ovvero una grazia salvifica perché mi sento benedetto da questa musica di cui ho potuto far parte, prima nei folk club d’Inghilterra a metà anni ’60, poi con la potenza e gloria dei Led Zeppelin passando per tutta la musica arrivata dopo, fino agli amici che mi accompagnano ora, una “saving grace” perché mi salva, dandomi una fantastica dimensione psichedelica, messa assieme a una musica antica. Sono molto fortunato ad essere circondato da musicisti, cantanti, autori che mi fanno esplorare una musica da cui continuo a imparare, mantenendo la forza della mia voce e della mia attitudine». Plant ha collaborato spesso con talenti femminili e questa volta c’è al suo fianco Suzi Dian: «Uomini o donne – commenta – non facciamo distinzioni di genere, siamo in comunione d’intenti e di spirito. Proveniamo da luoghi e tempi diversi. Io e Suzi abbiamo un forte legame e ci accomuna uno spirito avventuroso, come sono stato molto fortunato di aver cantato con Patty Griffin o Alison Krauss in questi ultimi quindici anni. L’approccio femminile all’armonia, alla dinamica della musica è delicato. Ma quello che importa in una collaborazione è che ci sia un incontro fatto di onestà, genuinità, bellezza». Un ricordo va anche a Sandy Denny, indimenticabile voce dei Fairport Convention, morta nel 1978 poco più che trentenne; i due avevano duettato in un brano contenuto in “Led Zeppelin IV”: «Eravamo ragazzini, camminavano fianco a fianco, davamo gioia in forme diverse. Quando io e Jimmy Page abbiamo scritto “The Battle of Evermore” ci abbiamo messo così tante parole dentro che ho pensato di non poterle cantare tutte da solo, e visto che la struttura era canto-controcanto, l’ho condivisa con Sandy, ho amato la sua dedizione. Eravamo simili perché non avevamo una vera consapevolezza dell’effetto che potevamo avere sul pubblico. E poi lei ha fatto un disco stupendo con i Fotheringay nel 1970, la sua voce suona come il paradiso. È un grosso dispiacere che non ci sia più, sarebbe un’ottima compagna». Proprio questo brano, oppure “In My time of Dying” potrebbe essere in scaletta, visto che un paio di pezzi degli Zep vengono inseriti. 

«Nel ’67 – conclude Plant pensando al suo rapporto con l’Italia – avevo riletto in inglese il brano “La musica è finita”, ne ero spaventato a morte. Per l’interpretazione ho immaginato di essere nero, vivere a New Orleans e venire prodotto da Allen Toussaint. Può ancora succedere che a fine giornata mi versi un bicchiere di vino bianco e ne canti una versione del tutto personale, implorando misericordia al cielo. Arrivando a oggi: Zucchero è stato molto gentile con me, le nostre strade si sono incrociate tante volte, gli ho mandato un messaggio che dice più o meno: “vengo in Italia con una band e un repertorio completamente sconosciuti, niente album, niente sito web, ti prego dì alla gente di venire”. E spero venga anche lui a cantare con noi, nel vostro splendido paese. Ci vediamo presto». 

Elisa Russo, Il Piccolo 24 Agosto 2023

Il Messaggero Veneto 22 Agosto 2023  

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