SANLORENZO AL TEATRO MIELA IL 17.12.22

Con «parole che sgorgano direttamente da cuori sanguinanti, intonate su tappeti melodici, che si appoggiano alla new wave, al dub, al post punk» Sanlorenzo arriva sul palco del Teatro Miela, sabato alle 21.30. Si tratta della nuova incarnazione di Lorenzo Fragiacomo, musicista, cantautore, compositore triestino, presente nella scena dagli anni ’90 con band come Spy Eye e Occhiospia fino ad arrivare ai Butterfly Collectors; punto di riferimento per la musica anche con i suoi locali cittadini, dagli storici Nutty e Iguana fino all’attuale Miti Caffè. Fragiacomo è un acuto osservatore, dotato di grande gusto estetico e musicale, catalizzatore di forme artistiche diverse (grande cura riserva ai suoi videoclip) e proprio per questo in apertura di concerto «alle 21.30 precise, ci tengo alla puntualità – afferma Fragiacomo – ci sarà spazio per due ospiti. La prima sarà la ballerina e coreografa (anche nei miei video) Giulia Cechet che svolgerà un numero di danza su una mia musica. E poi ci sarà lo scrittore Luigi Nacci, che essendo un romantico come tutti noi, declamerà alcune poesie sull’amore». L’ultimo concerto al Miela risale a tre anni fa, questa volta la scaletta includerà sia brani wave dei Butterfly Collectors che altri pubblicati sotto il suo nome «Canzoni che hanno così tanta forza che, anche dopo vent’anni, continuano a funzionare e emozionare, i Sanlorenzo in primis», non mancheranno i due nuovi singoli usciti con lo pseudonimo Sanlorenzo, “24” e “Message from Mars”. «Ormai – riflette – si ragiona su singoli brani, l’album diventa una compilation, una raccolta che si fa alla fine. Se guardiamo i numeri di ascolto in streaming, notiamo che i pezzi di apertura sono molto ascoltati, mentre quasi nessuno arriva a quelli in coda. E tu ci hai messo tutto il sentimento ma sono sacrificati, piange il cuore…». In questa nuova avventura, Fragiacomo è accompagnato da Massimiliano Borghesi, bassista, attore teatrale, sound engineer cinematico, Andrea Pellegrino, ingegnere chitarrista e sassofonista (entrambi già nei Butterfly Collectors) e Fernando Giacinti «dalla provenienza oscura e marchigiana con militanze in varie indie band delle sue terre, giornalista musicale, grazie ai suoi studi per un dottorato in Lingue è arrivato a Trieste, da Miti Caffè, e il resto è storia». Fragiacomo si era cimentato anche con brani in dialetto, che però non saranno proposti sabato: «È stato bello ma anche complicato, cambia l’uso delle parole e ci devi ragionare parecchio; in inglese o italiano è una processo più inconsapevole, lasci uscire cose dal tuo subconscio, è quasi un flusso di coscienza». Il suo rapporto con Trieste è dunque risolto o conflittuale? «Rassegnato. Un bel posto dove abitare, ma la gente è complicata, la socialità è strana e scorbutica. Ci sono molti scambi, senti parlare tutte le lingue per la strada ma non riusciamo a uscire da questa visione da piccolo stagno dove ognuno ha la sua pozzanghera. Quando sento parlare della pace nel mondo, mi viene da pensare che, ahimè, è difficile portare l’armonia e l’equilibrio anche nella sola Via di Torre Bianca». Al Miela, nello spazio bar, prima e dopo il concerto, video-music programming di Faaab. 

Elisa Russo, Il Piccolo 17 Dicembre 2022  

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