«“Non credere a nessuno” – spiega Gian Maria Accusani riguardo al titolo del nuovo album dei suoi Sick Tamburo – è il ritornello del brano di apertura “Suono Libero”, secondo singolo. Per me la conoscenza è legata a un fatto empirico, all’esperienza. Ascolto volentieri gli altri, ma poi credo solo alle cose che sperimento e in qualche modo introietto dentro me stesso. Quindi: non credete a nessuno, provate, se avete sbagliato cambiate direzione, se siete nel giusto continuate. È un motto che ho da tempo». Esce per La Tempesta Dischi il sesto disco di inediti della band pordenonese fondata dagli ex Prozac+ Accusani assieme a Elisabetta Imelio, prematuramente scomparsa nel 2020. Si va avanti, con tanti brani che in qualche modo parlano anche di lei, della sua eterna presenza nei Sick Tamburo.
Il primo singolo “Per sempre con me” vede la partecipazione di Roberta Sammarelli dei Verdena. Come l’ha coinvolta?
«Ci conosciamo da tempo e ci siamo sempre voluti bene. Negli anni della pandemia ci siamo avvicinati, abbiamo scoperto di avere un gusto musicale in comune. Quando le ho mandato questa canzone per un parere, a lei è piaciuta e allora le ho detto: “dovresti cantarla con me” e così è stato».
Il videoclip è girato in una location suggestiva.
«La reggia di Colorno, vicino a Parma. Lo ha diretto Stefano Poletti, con cui abbiamo lavorato spesso».
C’è anche la collaborazione del monfalconese Christian “Noochie” Rigano (Elisa, Jovanotti, Gianna Nannini).
«Volevo un tocco di elettronica, lui è un tastierista con un finimondo di attrezzature e mi ha aiutato in un brano, è molto preparato, una brava persona. E poi mi ha indirizzato dal triestino Ricky Carioti per la masterizzazione».
Scrivere canzoni: è un dono o col tempo si imparano anche dei “trucchetti”?
«Credo sia un misto. Qualcosa si può imparare. La sintesi è un dono ed è fondamentale per scrivere canzoni, poi con il tempo la puoi affinare».
I suoi testi sono universali. Creano identificazione?
«Per me il complimento più bello è quando qualcuno, dopo aver ascoltato, mi dice “ma quello sono io!”».
Nei Sick Tamburo c’è una carica eversiva, cosa rimane della ribellione che comincia nell’adolescenza e cosa si supera con l’età?
«È vero che nasce in fase adolescenziale, ma qualcuno la porta dentro tutta la vita. Mi è difficile scrivere una canzone senza pensare alle persone più sensibili. Essere contro il sistema è per sempre. Con gli anni acquisisci consapevolezza, ma anche tornando indietro rifarei tutto».
Atmosfere cupe ma anche una spinta “Fino a farcela”.
«È il vero messaggio: ci spingeremo su fino a farcela. In origine doveva dare il titolo al disco ma poi tutti quelli che pre-ascoltavano i brani mi dicevano “Non credere a nessuno”: uno slogan che rimaneva impresso».
Siete in tour dal 25 aprile, nessuna data a casa?
«Non in queste prime, la più vicina è Treviso il 13 maggio, ma in estate arriveranno».
Che effetto le fa sentire brani dei Prozac+ ripresi nelle trasmissioni tv, nei talent, colonne sonore?
«Non ci presto attenzione. Adoro il mio primogenito, i Prozac, e mi rendo conto che alcuni pezzi sono rimasti nell’immaginario collettivo, ma l’amarcord non fa per me, mi piace vivere nel presente».
Elisa Russo, Il Messaggero Veneto 23 Aprile 2023
Il Piccolo 25 Aprile 2023

