È uno strumento dal suono particolare l’ukulele, piccola chitarra hawaiana che nella storia della musica fa capolino nelle maniere più disparate (sarebbe stato il primo strumento acquistato da leggende come Syd Barrett dei Pink Floyd o Joe Strummer dei Clash, portato sul palco di Sanremo da Rino Gaetano con “Gianna” nel ’78, fino all’uso scanzonato che ne ha fatto il friulano Ruggero de I Timidi). Farne il centro della propria formazione, però, non è da tutti. Nei Sinfonico Honolulu ci sono ben sette ukulele, li suonano: Filippo Cevenini, Gianluca Milanese, Luca Guidi, Leonardo Frangioni, Matteo Bragagni, Luigi Iasilli e Luca Carotenuto (anche alla voce) mentre Vittorio Cirasaro è al basso e Fabio Giusti alla batteria. Nove elementi che saranno sul palco del Miela sabato alle 21.30, per presentare lo spettacolo “The Nineties” concerto interamente dedicato alla musica degli anni novanta, in un viaggio fra le canzoni che hanno fatto la storia di quel decennio, dagli Smashing Pumpkins ai Sonic Youth, dai Nirvana ai Radiohead, fino ai primi duemila con Franz Ferdinand e Interpol. «Sarà la prima volta in assoluto a Trieste – racconta Filippo Cevenini –, una città che ci ricorda un po’ la nostra Livorno, anche se il vostro vento è più potente».
«Il progetto – continua il musicista toscano – è nato nel 2011 con l’idea di fare delle cover, che poi suonano quasi come pezzi originali, spesso brani famosissimi vengono talmente “stravolti” da vivere una nuova vita. Con alcuni cambi di formazione, negli anni abbiamo riunito musicisti che provengono dalla classica, dal rock, dal punk. Nell’assetto attuale della band il più giovane ha 21 anni e si arriva fino ai 52, quindi si incontrano esperienze, bagagli sonori diversi». L’ultimo disco dei Sinfonico Honolulu “Thousand Souls of Revolution”, è stato pubblicato nel 2018 e contiene riletture di classici dei Depeche Mode, Joy Division, Echo&The Bunnymen, The Cure mentre i due precedenti album, “Il sorpasso” del 2015 e “Maledetto colui che è solo” del 2013 con Mauro Ermanno Giovanardi sono dedicati alla musica italiana. Il lavoro con l’ex La Crus Giovanardi ha valso loro anche la Targa Tenco 2013 come “miglior disco di interpreti”, sono seguiti concerti al Blue Note di Milano, all’Auditorium Parco della Musica di Roma e al Teatro Gesualdo di Avellino, in cui insieme ai Sinfonico si sono alternati sul palco Niccolò Fabi, Paola Turci, Gianmaria Testa, Violante Placido, Teresa De Sio, Simona Molinari, Riccardo Tesi, Raiz, Luca Barbarossa, Giovanni Gulino e tanti altri. “Il sorpasso”, invece, realizzato sotto la vigile guida del produttore artistico torinese Ale Bavo, è un disco di inediti – con qualche piccolo ma sostanzioso tributo alla canzone nostrana – coadiuvati da due ospiti come Appino degli Zen Circus e l’immancabile Giovanardi. «Abbiamo collaborato anche con i nostri concittadini Nada e Bobo Rondelli – aggiunge Cevenini – e il bassista dei Virginiana Miller ha suonato con noi per tanti anni. Di recente con Massimo Zamboni abbiamo riletto tre brani dei suoi CCCP, anche lui si è molto divertito».
Al Miela il repertorio si concentrerà sul decennio del grunge e della musica indipendente, che sarebbe di lì a poco diventata un fenomeno di massa. «Rileggere una hit dei Sonic Youth – conclude – con il suono dolce dell’ukulele è una sfida. Sembra un giocattolino, ma è uno strumento delicato, si scorda facilmente, ci vuole molta cura e attenzione, poi arrangiamo tutto a modo nostro, ognuno ha una sua sonorità».
Elisa Russo, Il Piccolo 05 Marzo 2022
