“Sounds & Visions. Tributo a David Bowie” 

«La Terra ha oltre quattro miliardi di anni e abbiamo la fortuna di aver vissuto contemporaneamente a David Bowie», scriveva Simon Reynolds, uno dei più importanti critici musicali contemporanei. Ed è un po’ lo spirito dello scrittore triestino Fabio Novel (attivo su più generi: spy story, fantascienza, noir, fantasy, western) che ha curato “Sounds & Visions. Tributo a David Bowie” (Delos Digital, Collana: Playlist n. 15, pagg 288, euro 18, versione digitale euro 5,99) una raccolta di undici racconti per omaggiare altrettante canzoni di un artista straordinario e unico per innovazione, ecletticità, visionarietà. Il libro, promette l’introduzione giocando con i titoli delle canzoni del Duca Bianco, vi porterà «nello spazio, fino all’orbita di Giove; nelle valli sotto Freecloud, la montagna dannata; e lungo il Tempo, guidati dalle note. Vi trascinerà in drammatici cambiamenti. Poi, potreste, forse, incontrare l’Uomo delle Stelle. E sarete una famiglia nella Berlino Est del Muro. Ballerete sotto un serioso chiaro di luna. Rivivrete un indimenticabile concerto, alla ricerca di radici e risposte. Dovrete comprendere il volo di un falco. Affronterete un insolito angelo delle tenebre. Infine, sarete accanto a un malato terminale, nelle sue ultime ore. Rammentando sempre che David Robert Jones ci ha lasciato, ma David Bowie vive e vivrà».

Racconti che partono dalle canzoni di Bowie, sistemate in una playlist musicale che va in ordine cronologico di uscita dei brani che omaggiano, con tante citazioni interne e nascoste che i fan più attenti si divertiranno a scovare. Il viaggio comincia letteralmente nello spazio, con “Major Tom/ Space Oddity” di Paolo Aresi dove il maggiore Tom è alle prese con la vita sul pianeta Cerere, tra astronavi e meteoriti, in puro stile sci-fi e prosegue con le stesse atmosfere in “David, da Freecloud/ The Wild Eyed Boy from Freecloud”, scritto da Fabio Novel (feat. Gian Piero Prassi), qui il protagonista si chiama appunto David, e di Bowie ha le fattezze, compreso l’inconfondibile dettaglio di un occhio azzurro e l’altro tra il verde e il marrone. «La verità è che non esiste nessun viaggio. Arriviamo e ce ne andiamo nello stesso tempo»: questa citazione riassume il racconto di Claudio Bovino “L’uomo che vendette il mondo/ The Man Who Sold The World”, dove una speciale agenzia, la Tempo-Viaggi, organizza escursioni riservate a una ristrettissima cerchia di studiosi. Ogni autore si muove con grande libertà e fantasia, proiettando il lettore in mondi futuristici ben congegnati in cui le hit di Bowie fanno capolino: “Changes”, “Starman”, “Heroes” “Let’s Dance”, “Blue Jean”, “This is not America”… E non può che concludersi con le tinte noir di “Stellanera/ Blackstar” scritto da Gianfranco Nerozzi e “Blue Bird/ Lazarus” di William Bavone, in cui la riflessione finale è: «L’eternità non è che il ricordo positivo che lasciamo di noi. Null’altro. L’arte è la sola cosa eterna, l’arte si crea, l’arte non si distrugge ma si trasforma e l’artista risorge in ogni sua opera».

Un modo originale per rendere omaggio a Bowie, non in musica ma attraverso la narrativa, con la varietà dettata dalla sensibilità e predilezioni di generi, stili e contenuti degli autori, che in fondo rispecchia la vastità della produzione del grande artista britannico. 

Elisa Russo, Il Piccolo 20 Agosto 2021 

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