«Negli anni ’80 si aveva la sensazione diffusa che tutti i sogni potessero avverarsi, o quanto meno sognare era considerato lecito»: nasce come un tributo all’ottimismo di quel periodo “Sweet Dream”, jukebox musical 100% made in Trieste, da un’idea di Leonardo Zannier (qui autore, regista e protagonista) e Nathan Vitta alla produzione. Messo in scena a fine 2019, ha raccolto l’entusiasmo di più di 4000 spettatori in sole tre rappresentazioni, per poi subire lo stop imposto dall’emergenza sanitaria. L’occasione per tornare sul palco è ora offerta dall’ultima data in cartellone del festival estivo “Hot in the City” di Good Vibrations nell’ambito di Trieste Estate al castello di San Giusto, venerdì alle 21. Un cast numeroso vede l’attore e cantante Leo Zannier nei panni del titolare di un locale che si chiama appunto “Sweet Dream”, coadiuvato nella sua attività da due spalle: il cuoco, interpretato dal fratello Gerry Zannier e la cameriera impersonata dalla showgirl Manuela “Nuelle” Di Benedetto. Le sorti dello staff dello “Sweet Dream” vengono minate da un architetto senza scrupoli interpretato da Dennis Fantina (vincitore della prima edizione del talent “Amici”, quando ancora si chiamava “Saranno Famosi” e ora di nuovo in tv, su Rai1 per “Tale & Quale Show”) e dal suo assistente portaborse impersonato dall’attore Stefano Bartoli ma il coinvolgimento di un’insegnante liceale avventrice del locale, interpretata dall’attrice Laura Antonini, porta a un finale inaspettato. A supportare i protagonisti e a fare da colonna sonora dello show c’è una superband composta da Jimmy Bolco, Francesco Cainero, Tiziano Bole, Manuel Figheli, Riccardo Pitacco, le due voci di Joy Jenkins e Alexia Pillepich, il fonico Jan Baruca. Il giovane ed energico corpo di ballo è composto da Maria Giovanna Balani, Lara Cozzolino, Noemi Gaggi, Robin Ienco, Alessia Mei, Giulia Sarcina, Alessia Spinelli, Giulia Tusset, Jennifer Vidach.
«Con Nathan Vitta – racconta Leo Zannier – avevamo già messo insieme due spettacoli, “Goodbye Trieste” e “Jesus Christ Superstar” e a quel punto ci è venuta voglia di scrivere qualcosa di nuovo. Abbiamo pensato che la musica anni ’80 poteva essere un buon filo conduttore, così ci siamo messi al lavoro. Ho curato testi e ideazione, poi per scegliere le canzoni abbiamo preparato una lista di 60 brani: i miei 20 favoriti, quelli di Vitta e quelli del direttore musicale Cainero, dall’elenco abbiamo poi scelto i pezzi che mettevano d’accordo tutti. Hit anni ’80 come “Sweet Dreams”, “Summer of ‘69”, “Never Ending Story”, “Eye of the Tiger”, “Footloose”, “Right Here Waiting”, “Purple Rain”, “Wild Boys”».
La vicenda è ambientata il 9 novembre 1989, giorno della caduta del Muro di Berlino e vede intrecciarsi i destini dei componenti dello staff dello “Sweet Dream” e dei suoi avventori: storie di amori, di vite, di valori, di sogni e di speranze. L’atmosfera anni ’80, interamente ricostruita attraverso elementi scenografici minimali, un accurato light design, un insieme di costumi studiati sulla base degli stili dell’epoca, e una serie di classici della storia della musica arrangiati con il sound del tempo, costituiscono la base su cui è stato costruito uno spettacolo di quasi due ore. «Siamo stati molto attenti – conclude Zannier – anche ai vestiti e al look con trucchi molto particolari e acconciature fedeli, a volte ricercando nelle soffitte delle mamme delle nostre ballerine ventenni, pescando i loro zainetti Invicta, gadget fluo, gonne in tulle…».
Elisa Russo, Il Piccolo 8 settembre 2021