«Molti nascono triestini, alcuni lo diventano. Noi abbiamo origini di terra, di pianura nebbiosa, ma le nostre radici le abbiamo piantate in questa città. Il primo singolo non poteva che intitolarsi “Trieste” e dentro ci troverete tutto di noi. Ricerchiamo un suono elettronico, ma tutto quello che sentirete esce dalle nostre corde. Un violoncello, un violino, una chitarra e due voci. Questo è TAUT». Il singolo “Trieste” esce martedì 22 febbraio con un videoclip diretto dal videomaker lucchese Giulio Martinelli, ogni 22 dei mesi successivi un’uscita: marzo “A colazione”, aprile “I.Q.M.”, maggio “Lulù” fino ad arrivare all’album completo il 22 giugno. TAUT, in onore di Bruno Taut, un architetto berlinese del primo novecento, coinvolge tre musicisti che a Trieste sono arrivati proprio per la musica, per frequentare il conservatorio, e poi hanno scelto di rimanere: «Siamo triestini di adozione, anzi “di diritto” – scherzano – visto che i nostri figli sono tutti nati al Burlo. Siamo legati fortemente a questa città, che per noi è casa».
Alice Micol Moro (pordenonese) e Valentina Soligo (nata a Treviso) provengono da un contesto accademico, si sono conosciute a prove d’orchestra e hanno iniziato a collaborare, inizialmente in ambito classico, per virare poi alle collaborazioni nel rock e cantautorato (Sick Tamburo, Baustelle, Nonvogliocheclara, Chiara Vidonis, Riccardo e Lorenzo Gileno, All my Faith Lost); da diversi anni si esibiscono in duo (violino-violoncello) con il nome di Zilansky. Fabio Santarossa, originario di Pordenone, ha fatto parte di alcune formazioni rock-blues e produce tracce basate su campionamenti vocali con il progetto Xantax.
«TAUT – raccontano – nasce da una precedente esperienza, “Todo Modo”, in cui Alice e Fabio lavoravano sul tema dell’autoproduzione. La ricerca in quel caso riguardava il design e l’arte, mescolando tecnologia e processi tradizionali (come nella scultura di acciaio “Il tuffo”, collocata all’ex Opp). La musica dei TAUT è un ibrido delle nostre diverse culture musicali, la volontà era di lavorare sulla forma canzone, in italiano, dando uno stampo quanto più possibile elettronico». L’album s’intitolerà semplicemente “Taut”, sarà disponibile sulle piattaforme digitali, anche in vinile e su una particolare chiavetta usb. «Ci saranno in tutto nove tracce, composte da Alice e Fabio per la parte musicale e i testi scritti da Fabio. Alcune canzoni sono nate vent’anni fa, altre sono più recenti, ma tutte sono il frutto di un arrangiamento che ricerca una sonorità elettronica usando solo voce e strumenti a corda. “Trieste” è il primo pezzo che abbiamo inciso, registrato da Michael Petronio e Antonio Cecco al Jambo Gabri studio di Trieste, non parla necessariamente della città ma di luce e ombra, di uno stato di sospensione, di una forma umana». Tutto il resto dell’album è stato poi registrato e mixato al Mushroom studio di Frisanco da Enrico Berto e masterizzato da Francesco Marzona. «Abbiamo voluto attorniarci di una squadra di artisti e professionisti cui affidare libertà espressiva totale, che venissero coinvolti sul piano creativo. Mirko Fort ha curato l’artwork che ci rappresenta, Elisa Caldana le fotografie».
Elisa Russo, Il Piccolo 21 Febbraio 2022
