TEHO TEARDO&BLIXA BARGELD AL MIELA 19.05.17

Oggi alle 21.30 la rassegna del Miela “Satierose” si chiude con un concerto molto atteso: per la prima volta a Trieste Teho Teardo & Blixa Bargeld. Il fruttuoso sodalizio artistico tra Teardo, fondatore dei Meathead e compositore per le colonne sonore dei film di Salvatores e Sorrentino e Bargeld, leader della storica band tedesca Einstürzende Neubauten ed ex polistrumentista dei Bad Seeds di Nick Cave è nato nel 2008 e ha portato fino a oggi alla pubblicazione di due album e due ep, l’ultimo “Fall” (Specula Records), uscito a marzo. «Per me ha un significato speciale tornare a suonare al Miela anche perché mi è dispiaciuto molto della dipartita di Rosella Pisciotta», dice il compositore pordenonese che oggi vive a Roma: «Se avessi deciso di rimanere a vivere in Friuli Venezia Giulia, mi sarei trasferito a Trieste perché è una città carica di significati e di cultura, la amo molto e ogni volta che torno in Friuli (ho il papà a Pordenone) cerco di passarci».

Il concerto al Miela?

«Sul palco: Blixa alla voce, me alla chitarra baritona, all’elettronica e campane varie, la nostra bravissima violoncellista Laura Bisceglia e il clarinetto basso di Gabriele Coen. Assieme a noi ci sarà un quartetto d’archi che ci accompagnerà in una decina di brani del repertorio; ne troviamo uno locale in ogni città dove suoniamo (quello triestino si chiama Quartetto Ludya ed è composto da Katia Panger al violoncello, Maria Lucia Dorfmann alla viola e i violini di Diana Cecilia Pèrez Tedesco e Lucy Passante Spaccapietra nda) ed è interessante pensare che abbiamo fatto almeno cento concerti e quindi abbiamo suonato con 400 persone diverse. Presenteremo il nuovo ep “Fall”, ed eseguiremo anche la cover di Neil Young “Hey Hey My My” in esso presente».

Ha dichiarato che “una cover si esegue per liberarsi di una canzone che ci perseguita da anni, lo si fa dopo aver trovato se stessi nelle profondità di qualcosa scritto da altri”.

«Certe canzoni ti entrano dentro e non riesci più a liberartene, hai un rapporto speciale e le senti vicine. Un modo per superare questa sorta d’impasse è quello di eseguirle, suonarle in modo da liberarsene. È una specie di parto. La musica di qualcun altro diventa tua e poi esce e se ne va, torna a vivere di vita sua. Non si suona un brano di un altro semplicemente per intrattenere, è un legame più profondo, più intenso».

Lei e Blixa immaginavate che il sodalizio si sarebbe protratto nel tempo?

«Non ci abbiamo pensato. Una decina d’anni fa abbiamo collaborato ad uno spettacolo teatrale che si chiamava “Ingiuria”. Ci siamo messi a lavorare assieme e ci siamo trovati molto bene, abbiamo continuato e siamo ancora qui».

Due date (ieri Bologna e oggi Trieste), e poi?

«Ad autunno suoneremo in giro per l’Europa».

Avete suonato anche in Cina e Giappone, com’è andata?

«È stato bellissimo, una grandissima soddisfazione. Era la prima volta che visitavo la Cina ed era un mondo totalmente sconosciuto per me, è stato folgorante. Nelle città di respiro più occidentale, Pechino, Hong Kong, il pubblico ci conosceva, nei posti più isolati culturalmente, probabilmente c’erano anche persone che non ci avevano mai sentiti e per curiosità sono venute ad ascoltarci».

E a Roma come si trova?

«Vivo lì da una dozzina d’anni. Mi trovo bene nonostante la città sia diventata sempre più faticosa».

La scena musicale di Berlino?

«Ci vado spesso, lavorando con Blixa. Da tempo non esce qualcosa di sostanzioso da lì. Dovremmo abbandonare l’idea di una scena e pensare che il mondo sia costituito da piccoli puntini dove, di qua e di là, ogni tanto succede qualcosa: mi piace più pensarla così».

Prossimi impegni?

«Sto lavorando alle musiche di un film con Giuseppe Battiston, attore friulano che stimo moltissimo, uno dei più bravi in Italia. Il mio è un passaggio costante tra cinema, teatro, concerti… Sono appena rientrato dallo spettacolo con Elio Germano “Viaggio al termine della notte”; all’Elfo Puccini di Milano c’è “Una serie di stravaganti vicende”, omaggio ad Edgar Allan Poe di cui ho curato le musiche, sono stato a New York con Enda Walsh, sceneggiatore irlandese con cui abbiamo fatto “Arlington” che ha avuto un enorme successo. Sono contento che ci siano delle aperture fuori, perché l’Italia sta vivendo un momento di crisi culturale molto forte e c’è bisogno di confrontarsi».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 19 Maggio 2017

Schermata 2017-05-19 alle 12.15.30

 

 

 

Articoli consigliati