«Basterebbe un sogno qualunque perché è così che si impara ad andare»: comincia così “Per non andare via”, primo brano composto da The Leading Guy utilizzando la madrelingua. Il cantautore bellunese che da 13 anni vive a Trieste lancia questa novità nei giorni in cui parte il tour che toccherà Firenze, Milano, Roncade, Roma e l’unica data in regione per ora è quella di giovedì al Teatro Miela. Alle 21 aprirà la serata la cantautrice triestina Fiore che sta brillando sempre più con il suo disco “Choices” (Mold Records), sul palco del Miela armata di sola chitarra e voce.
Dopo l’esperienza con la Busy Family, Simone Zampieri, in arte The Leading Guy ha pubblicato il primo disco “Memorandum” nel 2014, sono seguite aperture importanti per Ben Harper, 2 Cellos, Niccolò Fabi, Jack Savoretti, Max Gazzè, Xavier Rudd, Jake Bugg fino alla firma con la Sony con cui ha pubblicato “Twelve Letters” a maggio, quando è stato l’artista di apertura della tournée teatrale di Elisa: «Un’esperienza molto intensa – commenta TLG –. Poi ho preparato il mio tour, previsto per ottobre ma slittato a gennaio. Sono molto contento di ripartire perché il live è la cosa più bella per un musicista». Escludendo dunque il set ridotto al Politeama Rossetti e qualche comparsata (Barcolana, Light of Day), l’ultimo concerto completo in città di The Leading Guy risale a luglio 2016 in Piazza Verdi, questa volta la sua voce e chitarra saranno accompagnate da: Enrico Geromin al basso, Valerio Simonini alle tastiere, Michele Di Gleria alla batteria, Luca Moreale alle chitarre elettriche (già visti con The Panicles, Doro Gjat, Alessio Velliscig…). «Il palco del Miela è solido, lì ho iniziato ufficialmente la mia carriera con l’apertura a Savoretti, e tornarci per un concerto tutto mio è emozionante – prosegue –. Con la nuova band abbiamo cercato di riprodurre “Twelve Letters” ed è stato impegnativo perché nel disco hanno suonato almeno 12 musicisti, certe canzoni le abbiamo smontate e rimontate. Per i pezzi di “Memorandum”, che era un disco nato chitarra e voce, abbiamo dovuto aggiungere ed è stato stimolante. Ma io la vedo come Bob Dylan e ogni live andrà a sé». In scaletta ci saranno anche due brani in italiano, la cover di De André “Se ti tagliassero a pezzetti” inclusa nel tributo “Faber Nostrum” e la nuovissima “Per non andare via” uscita venerdì accompagnata da un videoclip girato in Piazza Unità e diretto da Damiano Tommasi, registrata in studio con l’accompagnamento di Alessandro Asso Stefana (Vinicio Capossela, PJ Harvey, Mike Patton, Marc Ribot) alle chitarre acustiche, basso elettrico, pianoforte, tastiere e Niccolò Fornabaio (Any Other, Ministri, Elisa) alla batteria e percussioni: «Il brano mi è uscito molto naturalmente – spiega TLG – in un pomeriggio a Roma e io credo che quando una cosa arriva in dieci minuti è un segnale, il testo è venuto giù facile. Ho deciso di registrarla con l’appoggio della Sony. È un cantautorato di vecchia scuola, una nuova sfida e non so dove andrà, di sicura non abbandonerò l’inglese. Se arriveranno altre canzoni buone in italiano le pubblicherò, senza forzature. Devo essere convinto al 100% perché le canzoni poi te le porti dietro per sempre. Per chi scrive in inglese oggi non è un momento facile, da noi c’è una ventata di “italianità” che magari fa passare in secondo piano progetti che meriterebbero più attenzione. A me è andata bene tutto sommato, già poter far dischi, che la gente ci creda e lavori con me è una fortuna. Per come sono fatto io, che voglio sempre scegliere le cose e non farmele imporre, le cose sono più lunghe». The Leading Guy andrebbe a Sanremo? «Non ho mai avuto avversione per il Festival – risponde – forse prima dell’avvento dei talent show non ci sarei andato, ma ora sì. Non mi piacciono le gare musicali ma almeno quella di Sanremo è più condensata e palese, i talent fingono una vita musicale che poi non è. Rispetto Sanremo e chi ci è passato, ci andrei con un brano all’altezza».
Elisa Russo, Il Piccolo 30 Gennaio 2020