Venerdì alle 21 al Waikiki speaki-tiki bar di Via Rossetti 3, suonano The Magnetics, recente progetto del cantante, chitarrista e produttore lombardo Olly Riva che questa volta mescola ritmi jamaicani, ska, rocksteady e vintage reggae. Riva ha una lunga carriera costellata da progetti che spaziano tra diversi generi, dagli inizi punk con i Crummy Stuff, passando per lo skacore degli Shandon, lo swing di The Good Fellas, il rock di The Fire, il soul e rhythm’n’blues dei SoulRockets. Accanto a lui sul palco in questa nuova avventura Mr Massa (Shandon), Mr Giacalone (The SoulRockets) e Mr Dimitri Pugliese (The Raggavibes). L’album di debutto s’intitola «Jamaican ska», contiene undici pezzi originali in inglese ed un unico pezzo in italiano, la cover di «Nel blu dipinto di blu – Volare» di Domenico Modugno che chiude il lavoro; si trova ora anche sulle piattaforme digitali ma è stato concepito soprattutto per suonare su vinile: «Il formato cd è allegato al vinile, non si vendono separati, offriamo insomma due supporti, ma al prezzo di uno – spiega Riva – Il disco è registrato in presa diretta e mixato in mono come si faceva negli anni Sessanta; prodotto da me con un approccio analogico e molto “selvaggio”, in stile “buona la prima”. Le canzoni durano quasi tutte tra i due e i tre minuti come nella tradizione jamaicana di quel periodo. Sono davvero soddisfatto del risultato». Il gruppo nasce da un’idea in furgone: mentre sono in tour con gli Shandon, Olly Riva e il chitarrista Massa (che ora suona anche la batteria nei SoulRockets e nei Magnetics l’organo), scoprono di condividere la passione per soul, jazz, swing e soprattutto ska e rocksteady anni Sessanta, decidono così di intraprendere un nuovo progetto che dia spazio a queste loro passioni. La formazione ha già fatto tappa in città a fine agosto, nell’ambito del Festival Lunatico nel Parco di San Giovanni, di quel concerto ricordano: «La serata è stata una bomba, abbiamo ritrovato vecchi amici, fatto ballare tutti, compresi i bambini, venduto parecchie copie del nostro primo disco. Insomma, Trieste si riconferma una città ancora molto ska». Il legame di Riva con Trieste è di lunga data, cominciato con l’incontro e la collaborazione con i dj triestini Luca “Ixis” Kirchmayr e Stefano “Steve” Brazzati, e dopo la morte di Ixis (all’età di 24 anni, in un incidente stradale nel 2005) l’amicizia con Steve è continuata, racconta Olly: «Molti anni fa ho conosciuto i dj Ixis e Steve dopo un concerto degli Shandon all’Hip Hop, un locale all’interno dell’ippodromo di Trieste. Ho iniziato a frequentarli e in seguito ho avuto modo di farmi diversi amici triestini che ad oggi rimangono leali e incredibilmente affettuosi. Caratteristica che trovo difficilmente in altre città. Sono anche diventato padrino di Enea, il figlio di dj Steve e poi c’è Luca Bitti che nel frattempo è diventato cantante degli Hard Lemonade e mi ha stupito perché canta da paura. Per chi fa il mio mestiere avere amicizie a distanza è fondamentale». The Magnetics in questi pochi mesi hanno già fatto da spalla a delle leggende del genere come gli Skatalites, padrini dello ska giamaicano. E la loro proposta comincia a sbarcare fuori dai confini nazionali: recensioni in inglese e francese, passaggi su una radio del Venezuela, a marzo saranno per la prima volta in Irlanda, ospiti al Tramore Irish International Ska Fest. Tante soddisfazioni ma anche tanti sacrifici nella carriera dell’artista lombardo, in pista dagli anni Novanta: «Le difficoltà sono quelle di avere a che fare con un’aridità legata all’interesse verso la musica, in generale. Più passa il tempo più la gente vive la musica solo come intrattenimento. I bilanci quindi vanno fatti di anno in anno in base al mercato musicale e all’interesse che cala a vista d’occhio. Le più grandi soddisfazioni invece sono quelle rare volte dove si riesce a suonare in situazioni privilegiate o di spalla a qualche grande artista. Ma le gioie più grandi sono quando si percepisce che con una canzone hai lasciato il segno nelle persone. Sono cose impagabili. Vedere chi canta la tua musica e sa le parole meglio di te, ti fa capire che non scrivi solo per te ma anche per chi ha orecchie per sentire e un cuore per capire».
Elisa Russo, Il Piccolo 15 dicembre 2017