Venerdì 9 maggio alle 21.30, il Teatro Miela ospita una tappa del “25th Anniversary Show” degli Orb, una delle più importanti e innovative istituzioni della musica degli anni Novanta. Prima e dopo l’esibizione degli Orb, la musica sarà a cura di Electrosacher/Electroblog.
Nati a Londra nel 1988 da Alex Paterson (ex roadie dei Killing Joke) e Jimmy Cauty (KLF), The Orb sono stati spesso definiti gli inventori della ambient-house, oppure “i Pink Floyd degli anni Novanta”.
Nel tempo, i componenti del gruppo sono cambiati diverse volte, mantenendo come unica figura permanente quella di Alex Paterson che a Trieste si esibisce con il compagno di lungo corso Fil Le Gonidec.
Gli album «Adventures Beyond The Ultraworld» del 1991 e «U.F. Orb» del 1992 (all’epoca finirono addirittura al numero uno delle hit parade inglesi) sono considerati due pietre miliari dell’electronica.
Nella musica degli Orb, l’acid house di Chicago incontra la tradizione cosmica dei Pink Floyd, Tangerine Dream, Brian Eno e il dub giamaicano, stile King Tubby.
Paterson, cosa può dirci del cofanetto “The Orb – History of the Future” e della celebrazione del venticinquesimo anniversario degli Orb?
«È una confezione con 4 cd/dvd uscita per la Universal/Island. Celebra il raggiungimento dell’anniversario d’argento per gli Orb, e per festeggiare al meglio abbiamo girato il mondo, in tour».
Avete suonato molte volte in Italia, cosa conoscete del nostro paese?
«Ho sempre amato lo stile di vita italiano. Mio fratello più grande, che ora non c’è più, viveva a Sanarchangelo Di Romagna. Lui è stato la mia prima spinta ad avvicinarmi alla musica. The Orb hanno fatto alcune registrazioni per l’album “Cydonia” a Capri. Daniele Gaudi è un nostro grande amico e con lui abbiamo un progetto che si chiama “Screen” con cui abbiamo realizzato un LP intitolato “We are screen” (Malicious Damage)».
Che show proponete al Miela?
«Sarà pieno di vecchi classici che porteranno indietro ricordi felici della gioventù andata e richiamerà momenti persi nel tempo».
Siete già stati a Trieste nel 2008 (Electroblog Festival). Che ricordo ne avete?
«Decisamente amo Trieste. Ci sono venuto per la prima volta nel 1984, in quell’occasione ho scritto delle poesie che più tardi sarebbero diventate canzoni!».
La chiave del successo di una carriera che dura da 25 anni?
«Tenere i piedi per terra ed essere sempre in tour. Aiuta anche comporre linee di basso che stendono, da abbinare a canzoni potenti».
Nei vostri album avete avuto ospiti speciali come Dave Gilmour e Lee ‘Scratch’ Perry, come avete fatto?
«Il successo porta altro successo e non bisogna mai avere paura delle sfide. Anche avere un vecchio compagno di scuola che suonava il basso nei Pink Floyd ha aiutato non poco!».
In futuro dove andrà il vostro suono?
«Ci vorrebbe la sfera di cristallo per dirlo».
Quali tecnologie usate dal vivo?
«Ableton e qualche buona idea da dj del passato».
Di quali artisti contemporanei siete fan?
«Teebs – Kutmah – Metamono; Thomas Fehlmann – Kompakt».
La collaborazione dei vostri sogni?
«Brian Eno».
Preferite i grandi festival o i piccoli club?
«Decisamente i piccoli club, raccolti e intimi».
L’estate degli Orb?
«Sole cocente e docce, e a luglio suoneremo in Giappone».
Elisa Russo, Il Piccolo 7 Maggio 2014