Nuovo disco per i triestini Trabant. È il secondo album ufficiale, e s’intitola semplicemente con il nome della band. Registrato e mixato negli studi Moscow di Udine da Davide Massussi, è un lavoro che segna l’apertura verso nuove influenze: black music, funk, disco, perfino prog e un po’di Sudamerica. Il quartetto composto da Michele Zazzara (basso), Giovanni De Flego (chitarra e voce), Giulia Cattaneo (tastiere) e Giacomo Coslovich (batteria)si cimenta con sonorità e strumenti nuovi: cori, percussioni, vocoder, Nintendo DS, sperimentando anche nuove tecniche e soluzioni compositive. Il cinismo, l’ironia e il gioco verbale restano la marca distintiva dei testi di De Flego.
Come mai il disco s’intitola semplicemente “Trabant”?
«Sta a significare che ci rispecchia – commenta Coslovich – è come se fosse il nostro primo album. All’inizio avevamo un’idea più cervellotica: volevamo chiamarlo “Tnabart”, cioè la parola Trabant riflessa, dal momento che questo disco ci riflette. Ed è il tema della copertina stessa, della grafica».
Differenze rispetto al precedente?
De Flego: «Intanto ha 13 pezzi ed è più lungo. Ci sono differenze dal punto di vista di songwriting e anche dal punto di vista tecnico. Il lavoro su questi brani parte in realtà già durante le sessions del precedente “Music 4 Losers” però si consolida nei due anni seguenti. Un anno intero passato in giro per l’Italia a suonare, quindi a provare poco ma a provare noi stessi sui palchi e poi invece con più attenzione nell’anno seguente».
C’è anche qualche curioso esperimento.
Coslovich: «Ad esempio, un sabato sera siamo andati in giro per Trieste con due microfoni, un computer e una scheda audio e abbiamo registrato i rumori ambientali, raccogliendo urla di ragazzini e ragazzine in giro per la città. La gente, quando vede un microfono perde il controllo, e si mette a urlare “Italia 1!” e simili. È stato molto divertente. L’inizio di quest’album è proprio una registrazione del nostro ingresso al Tetris (si esibivano i Démodé), forse qualcuno si riconoscerà nelle voci registrate! E subito dopo parte un applauso».
De Flego: «Tra l’altro la bassista dei Démodé, Kerin, ci ha dato un supporto indispensabile per la realizzazione della grafica del cd, la copertina semi-trasparente è stata realizzata con una carta e con dei colori molto particolari».
Avete fatto moltissimi concerti.
Coslovich: «L’anno successivo all’uscita del disco è stato micidiale, da questo punto di vista. Abbiamo girato l’Italia in lungo e in largo, isole comprese. Abbiamo fatto un tour di 60 date, in Sardegna siamo riusciti a fare anche due concerti in un giorno solo!».
Prossimi live?
«A maggio saremo a Brescia, Parma, Bologna e Treviso. Visitate la pagina MySpace per i dettagli».
Elisa Russo, Il Piccolo 08 Maggio 2010