«Cos’è questa terra chiamata America dove molti stanno andando/ Ci vado ora che sono giovane, cara, mi raggiungerai là/ Augurami fortuna, amore mio, ti manderò a prendere quando potrò/ E costruiremo la nostra casa in terra americana»: una storia di milioni di emigranti che hanno costruito l’America, quella raccontata da Bruce Springsteen in “American Land”. Un verso di quella canzone («We made our home in the American Land») è stato scelto come titolo dell’ottava edizione del festival Trieste Calling The Boss che si tiene – tra concerti e seminari – in varie location cittadine (Teatro Miela, Loft, Eataly, Palazzo Gopcevich, Casa della Musica) dal 24 al 28 aprile. Il Calling nasce nel 2012 dall’associazione Trieste is Rock per festeggiare il concerto di Springsteen a Trieste, da allora la manifestazione è diventata un appuntamento fisso che convoglia ogni anno un afflusso di pubblico da città e fuori. La musica fa da collante e punta ad attrarre spettatori di tutte le età, come avviene ai concerti del Boss. Massima apertura anche sui generi musicali: protagonista il rock a 360 gradi, rock in tutte le sue declinazioni, dai momenti più cantautorali e raccolti alle esplosioni elettriche. Quest’anno in cartellone: l’irlandese Mark Geary, il norvegese Terje Nordgarden, l’americana Vanessa Peters, dalla Lombardia Uncle Bard & The Dirty Bastards e Barbablues & Friends, da Rimini Bound For Glory, da Livorno i Blood Brothers, da Torino Renato Tammi e Diego Alloj, da Padova The Fireplaces, da Udine Dario Sn e da Trieste Cousins & Sons, The Rideouts, Drunken Sailors, Jacopo Tommasini, Manlio Milazzi, Franco Toro, Mike Sponza, Roy Force One, Achtung!Piraten, Ivo Tull Trio, Powlean…
Si parte mercoledì 24 dal Loft, con un chiaro timbro folk e una forte impronta irish: come da tradizione del festival il primo set sarà dedicato a personali versioni delle canzoni di Bruce Springsteen da parte di alcuni artisti regionali (Dario Sn, Cousins & Sons, The Rideouts); si passerà poi a un cantautore proveniente da Dublino, Mark Geary, e la chiusura sempre su ritmi irlandesi, sarà affidata a un duo triestino molto attivo in città, i Drunken Sailors.
Giovedì 25 ancora al Loft, in apertura i tributi al Boss di J.Tommasini & Manlio Milazzi, Franco Toro, Mike Sponza, a seguire un concerto cantautorale con Terje Nordgarden dalla Norvegia e la chiusura a cura di una band rock’n’roll/rockabilly proveniente da Milano, Barbablues, assieme a degli ospiti speciali. Nel pomeriggio di giovedì il festival sarà presente da Eataly: Renato Tammi e Diego Alloj suoneranno un omaggio allo spettacolo che Bruce ha tenuto per oltre un anno a Broadway.
La serata di venerdì 26 è ospitata dal Teatro Miela: un’apertura dolce con la songwriter texana Vanessa Peters per alzare poi i volumi con i Bound of Glory e Uncle Bard & The Dirty Bastards.
Il venerdì pomeriggio alle 16.30 ci sarà un incontro con Dr. Feelgood di Virgin Radio, alla Sala Bazlen del Palazzo Gopcevich; il popolare dj, al secolo Maurizio Faulisi, sarà protagonista anche il sabato pomeriggio, questa volta alla Casa della Musica di Via dei Capitelli. Sul palco del Miela il sabato sera si comincia con i tributi al Boss di Roy Force One, Achtung!Piraten e Ivo Tull Trio per lasciare poi spazio al gran finale con i Blood Brothers: The Bruce Springsteen Show. La chiusura del festival, domenica 28, sarà con il consueto pranzo, dalle 12.30, questa volta al Camping Pian del Grisa di Salita di Contovello con l’accompagnamento musicale di Powlean e i Fireplaces.
Elisa Russo, Il Piccolo 15 Aprile 2019