Sabato e domenica il campo sportivo di Padriciano ospita la prima edizione del Trieste Rock City Fest, due giorni per vedere dal vivo alcune tra le migliori formazioni rock della zona, tutte già presenti nella compilation “Trieste Rock City” uscita qualche mese fa. Il sabato si comincia alle 17 con i Pork Chop Express e si prosegue con: Glory Owl, Damned Pilots, Black Mamba Rock Explosion, WonderNoise. La domenica, sempre dalle 17, suonano: Elbow Strike, Border Bastard, Black Pope, King Bravado ed in chiusura i Gonzales. «L’idea del festival è nata a seguito dell’uscita dell’omonima compilation: si è pensato fosse un passo quasi obbligato», spiega Giovanni dei Glory Owl; «L’organizzazione del fest è divisa tra le stesse persone che suonano e i ragazzi dell’associazione Luna Punha che, oltre a fornirci la location, si occupano dell’aspetto logistico. Tra chi suona, c’è anche chi spesso organizza concerti: piccole realtà come Bornlosers e Krang Events aggiungono l’esperienza organizzativa necessaria e complementare per eventi di questa portata, così come prezioso diventa il supporto ricevuto da Radio Fragola e dall’associazione culturale Gruppo Tetris». Sulla scelta delle band in scaletta spiega: «Sono esattamente i gruppi che hanno partecipato alla compilation, scelti dall’etichetta Kornalcielo Records: gli stessi gruppi hanno poi deciso di organizzare questo festival. Per evitare qualsiasi questione gerarchica, l’ordine di esibizione è stato estratto a sorte. La compilation e il festival hanno due finalità diverse: il disco ha uno scopo principalmente promozionale verso l’esterno, e il suo passo successivo sarà dato dalla risonanza che lo stesso potrà avere fuori dai confini cittadini. Il concerto, invece, vuole dare alla città un appuntamento estivo che manca da troppo tempo, e la sua naturale evoluzione sarebbe renderlo un appuntamento annuale fisso, con nomi sempre più prestigiosi. Inutile specificare che il futuro dipende in gran parte da come andrà la prima edizione!». Sullo stato di salute della scena musicale cittadina, aggiunge: «Trieste ha un grande patrimonio musicale, di cui i gruppi rappresentati in questo festival sono solo una piccola parte. Oltre a questi, ci sono tantissimi gruppi giovani, che stanno crescendo anche grazie alla cruciale presenza nel territorio di diverse associazioni culturali specializzate nella musica. A fare nomi si finisce sempre per dimenticarsene qualcuno, quindi il consiglio è quello di supportare sempre la musica, e farsi una propria idea di prima mano, o meglio, di primo orecchio!». Si può dire che la programamzione estiva è stata un po’ sotto tono? «L’estate è sempre complessa. C’è voglia di stare all’aperto, ma fare musica fuori dai locali porta sempre molte difficoltà. Chi ha la possibilità di organizzare eventi all’aperto lo fa secondo il suo gusto o, in generale, seguendo determinati parametri economici, ma pochi enti hanno queste possibilità, e allestire un live all’aria aperta, da parte di chi già non ha a disposizione tali spazi, comporta un impegno organizzativo (logistico ed economico in primis) non indifferente. Da qui la scarsità di live estivi. A livello musicale, qui è sempre stata una situazione bizzarra: gli autoctoni si lamentano spesso e volentieri, chi viene a suonare da fuori si innamora perdutamente dei luoghi e delle persone. Sembra essere un leitmotif di Trieste. Giudicare la propria città dall’interno è sempre difficile: noi pensiamo che, a prescindere da tutto, sia sempre necessario iniettare nuova linfa, proporre situazioni stimolanti e con voglia di crescere. Una buona stagione deve nascere da buone premesse, e noi ce la stiamo mettendo tutta per propiziarle, perciò è difficile fare una previsione: i conti si fanno sempre alla fine, ma le sensazioni sono quelle giuste. Incrociamo le dita!».
Marco Boncompagno, batterista dei Gonzales così riassume gli ultimi anni della sua band: «Dal cambiamento di formazione ad oggi abbiamo pubblicato tre split (fra cui uno con gli svedesi Bloodlights) che poi sono confluiti assieme a un pezzo inedito e una cover nell EP “Blues on the verge of apocalypse”, continuato con l’attività live per affiatarci e trovare un sound che ci soddisfacesse: al momento abbiamo un po’ ridotto i live per concentrarci sulla scrittura del materiale per il prossimo LP.
Trieste ha sempre avuto un’anima molto rock, credo fosse inevitabile che si arrivasse a questa proliferazione di band: da quanto ho visto suonando fuori città, qui c’è un sacco di gente che suona e il livello medio è davvero alto, non solo nel nostro ambito. Penso che la qualità di quello che esce sia dovuta a questo e al fatto che fra tutti i gruppi qui ci sia una genuina e diffusa passione per la musica che porta tutti a voler fare sempre meglio e sempre di più. La cosa curiosa è che tutti si frequentano con tutti, quindi magari capita che ti ritrovi in Carso a bere con un metallaro, uno che fa elettronica e uno che suona rock’n’roll e comunque tutti riescono a parlare di musica fra loro e capirsi. È una cosa rara, in altri posti non ho visto la mescolanza di generi che c’è qui, è sicuramente un vantaggio. L’unica cosa che ci è sempre mancata (almeno in ambito rock’n’roll) è l’organizzazione e questa a mio avviso la dobbiamo a Mark – il chitarrista dei Gonzales -, che da bravo veneto ha tentato di portare un po’ di ordine in questo caos e di fissarlo sulla compilation Trieste Rock City».
Elisa Russo, in parte su Il Piccolo 06 Settembre 2013