«La musica ha sempre ispirato la mia fotografia, e ho sempre desiderato che le mie foto fossero come musica, che avessero la stessa capacità di arrivare dritte al cuore». È stretto il rapporto di David LaChapelle con la musica e i suoi linguaggi, anche se a un certo punto ne ha preso le distanze. O meglio, ha preso le distanze da qualche diva che gli ha reso la vita difficile: «Mandare al diavolo Madonna – ha dichiarato – è stata la mia liberazione». L’avrebbe scaricata semplicemente chiudendole il telefono in faccia, mentre lei gli stava urlando contro, schiacciata dallo stress impostole dal music business. Anche David ha rischiato il “burnout” e ha scelto di cambiare prospettiva. «Ci sono stati anni – racconta – in cui credevo di dover avere contemporaneamente almeno tre copertine di riviste, un videoclip musicale nella top 10 di MTV, mostre…». Ci sono però pop star di cui custodisce uno splendido ricordo, come l’amico Michael Jackson, che non smette di dipingere come un angelo, un eroe innocente. Ne ha ritratti moltissimi, da Lady Gaga a David Bowie. Nella sua carriera non si è limitato a fotografarli: ha realizzato più di trenta videoclip per artisti di grande successo, ricevendo premi come l’MTV Europe Music Awards e MVPA Awards. Comincia a dirigere clip musicali a metà anni Novanta, ma è nel primo decennio dei duemila che si concentra il grosso della sua produzione dietro la macchina da presa. Non sbaglia un colpo, a partire dal pluripremiato “Natural Blues” di Moby nel 2000, che vede la partecipazione speciale dell’attrice Christina Ricci nei panni di un angelo (figura ricorrente nelle fotografie dell’artista americano), in una storia di morte e rinascita. Diversi e fortunati i videoclip diretti per Elton John: l’incontro fra due immaginari così similmente colorati e glamour non poteva che dare buoni frutti. Eccoli allora brillare assieme in “This Train Don’t Stop There Anymore” in cui Elton non compare ed è Justin Timberlake a vestire i suoi panni, indossando l’abbigliamento tipico del cantante negli anni Settanta e ancora in “Original Sin” in cui si ricostruisce il clima dei concerti del “Rocket Man” negli anni degli esordi, con la partecipazione straordinaria di una sgargiante Elizabeth Taylor. È uno degli artisti con cui ha lavorato di più, avendo curato poi anche i video di “All That I’m Allowed (I’m Thankful)”, “Answer in the Sky” e “Someone Saved My Life Tonight”. Ha collaborato spesso anche con Christina Aguilera: “Dirrty” creò scalpore nel 2002, descritto come “un’orgia post apocalittica”, definizione sicuramente esagerata per un prodotto tuttalpiù estremamente sensuale, tra bikini, moto, box, corpi scolpiti e spogliarelli. Un filone sexy che non poteva esimersi di approfondire con la seduttiva Jennifer Lopez: in “I’m Glad” il regista e fotografo deve essersi divertito un bel po’ citando “Flashdance”, dai costumi al balletto della protagonista. Decide di mostrare Aguilera sotto una luce diversa qualche anno dopo con “The Voice Within”, ispirandosi al neorealismo e utilizzando il bianco e nero con molti primi piani per focalizzarsi solo sulla sua grande voce, mentre si ritorna ai colori con un omaggio agli anni ’80 e al Lower East Side di “Can’t Hold Us Down” (che sembra un film di Spike Lee, tra cappellini da baseball, calzettoni lunghi bianchi, shorts, catene d’oro in stile gangsta rap).
È stato eletto “uno dei cento video più belli di sempre”: andò veramente forte nel 2002 e resterà nella storia “I’m with You” di Avril Lavigne, un tormentone che conquistò molti adolescenti. Si appiccica addosso “Rich Girl” della stilosissima Gwen Stefani, per lei LaChapelle ha scelto un’ambientazione piratesca che mescola con suggestioni giapponesi e si ispira anche a una campagna pubblicitaria di Vivienne Westwood: surreale, fumettistico e divertente. Atmosfere più cupe, in linea con la struggente canzone, quelle usate per rendere “Tears Dry On Their Own” di Amy Winehouse, che la telecamera segue tra la stanza di un motel e le strade di Los Angeles. Oro, argento, blu, verde, bianco, un tripudio di ballerini e la chioma rossa della cantante sirena: il regista ha potuto sguazzare nel suo mondo con “Spectrum” di Florence+The Machine, un video pieno di luce, positività e autentica gioia. Da notare che la videografia di LaChapelle conta in maggioranza donne, oltre a quelle finora citate: Mariah Carey, Whitney Houston, Norah Jones, Daphne Guinness, Joss Stone, Macy Gray, Kelis… Iconici i ritratti di Britney Spears, di cui ha diretto “Everytime” nel 2003 e poi il controverso “Make Me” nel 2016 che ha disconosciuto: l’originale non è mai uscito e ne è stata diffusa una versione rimaneggiata, facendolo arrabbiare non poco.
Elisa Russo, Il Piccolo e Messaggero Veneto 19 Aprile 2023
