Vinicio Capossela ha sempre manifestato una forte simpatia per Trieste e per l’Est in generale. Tanto da scegliere lo studio Hendrix di Radio Capodistria, in Slovenia, per lavorare alla pre-produzione del suo nuovo album.
«Qui mi piace perché si trovano ancora le cose che in Italia non esistono più da anni», dice il cantante nei corridoi di Radio Capodistria, per ricordare poi molteplici concerti triestini, fino a quello al Rossetti a febbraio 2009 «Pieno di sorprese: alla fine avevo perfino chiuso il giornalista Paolo Rumiz dentro ad una gabbia sul palco!».
Capossela è venuto a Capodistria anche per lavorare con lo sloveno Andrea F, musicista, autore ed appassionato di musica. Negli anni 80, con la sua band (Idiogen: all’attivo tre album, usciti anche in Italia per Toast Records e Supporti Fonografici, ed in Gran Bretagna per Rough Trade) ha scoperto il fascino del lato tecnico del fare musica, dello studio di registrazione come strumento creativo. Da lì, è venuta poi la carriera di producer e la collaborazione con Radio e Tv Capodistria (come redattore musicale, conduttore, autore e regista di molte trasmissioni); oggi è anche su TV SLO 1, con il programma”Nlp” (di cui cura e conduce la parte musicale e live).
Andrea F, ha lavorato con Vinicio Capossela nello Studio Hendrix di Radio Capodistria. Com’è andata?
«È stato molto intenso ma anche stravagante e divertente, come sempre con Vinicio e con gli artisti veramente “Artisti” del suo calibro. Insieme al suo produttore, Taketo Gohara, ed al suo arrangiatore, abbiamo fatto un lavoro di pre-produzione del suo prossimo album, passando in rassegna ed al setaccio tutti i vari demo e testi, trovandone struttura e stesura definitive, e registrandone varie takes fino ad una quasi definitiva, con una traccia di pianoforte o chitarra e voce che può fungere da fondamenta per la registrazione dell’album. Dovremmo ritrovarci a breve per fare altrettanto con un paio di brani ancora rimasti, e poi forse per delle session di alcuni degli strumenti per il disco, visto che l’intesa con tutto il team c’è, e soprattutto Vinicio a Capodistria si trova bene e si sente ispirato».
Che tipo è Capossela?
«Ha una natura estrosa, spesso bizzarra, ma sempre molto ispirata e fedele al suo ricchissimo mondo interiore; il cuore di un vero poeta, con gli occhi e la capacità di stupirsi e di stupire di un bambino. È sempre molto bello lavorare con chi ha talento a tonnellate. Ancora di più se poi la mattina prima di arrivare in studio si preoccupa di comperare burek o mirtilli per tutti, o se si finisce a mangiare a mezzanotte sulla costa del Quarnero con le chitarre in spalla ed un valigione di cartone pieno di testi, tastiere e computer in attesa di un traghetto che non arriva!».
Perché ha scelto proprio lei?
«Penso che da una parte c’è il lato umano, perché ci siamo incontrati tante volte, anche in ruoli diversi, per qualche mia trasmissione TV e radio, e poi per lavorare di filigrana al suo pianoforte in studio (nel 2005 abbiamo registrato insieme e da soli quello che sarebbe poi diventato “Dove siamo rimasti a terra Nutless” sull’album “Ovunque Proteggi” del 2006), quindi oramai una certa fiducia ed amicizia esistono, e sa di poter contare sul mio lavoro tecnico e sul mio giudizio».
E perché Radio Capodistria?
«A Capodistria so che gli piacciono varie cose, dalla location ad un passo dal mare alla relativa tranquillità del luogo o al cibo ed alcuni vini locali, oltre che lo studio che ha un fascino particolare, con tantissime apparecchiature vintage oggi rarissime accanto ad altre nuovissime ed ipertecnologiche, e con una sala di ripresa come quelle di una volta, grande, con l’acustica fatta dagli ingegneri americani della RCA negli anni 50 per farci suonare le big band, e con un bellissimo pianoforte a coda Steinway».
Elisa Russo, Il Piccolo 16 Ottobre 2010