È uscito un doppio dvd dei Rhapsody Of Fire. Si intitola «Visions From The Enchanted Lands», e celebra i dieci anni della band fondata dai triestini Luca Turilli e Alex Staropoli. Un successo planetario, oltre un milione di copie vendute, un tour mondiale con i Manowar: un’ascesa inarrestabile per i Rhapsody (che di recente hanno dovuto aggiungere “Of Fire” al nome, per questioni legali). L’imponente dvd offre agli spettatori uno sguardo succulento ai dietro le quinte, grazie agli abbondanti contenuti speciali. Lavoro in studio, prove, interviste, realizzazione dei video e vita quotidiana in tour, la collaborazione con Christopher Lee, l’orchestra, i compagni di etichetta Manowar e il management. Turilli che riflette sulla sua chitarra Custom Made, mentre Staropoli spiega come programma i suoi suoni e come mai si fida solo della tastiera che usa.
Come è nata l’idea del dvd?
«Avremmo voluto realizzarlo da tempo, – spiega Staropoli -. Alla fine è uscito in concomitanza con il decennale della band. Sono dieci anni ufficiali, ma gli anni di lavoro sono molti di più. Abbiamo raccolto materiale recente come le registrazioni del Canada, interviste, interventi dei fan, molti retroscena. Abbiamo visionato tantissimo materiale, per selezionare poi tre ore e un quarto».
Prossimi progetti?
«Abbiamo finito la tournée con i Manowar. Adesso stiamo pensando al nuovo disco (potrebbe uscire a settembre 2008) e ad un tour da headliners: siamo in fase organizzativa. Con i Manowar è stata una bella esperienza, il pubblico medio ai concerti era tra le 6 e le 12mila persone, in posti enormi. Ma adesso vorremmo essere autonomi. E poi non suoniamo in Italia dal 2002…».
«I Manowar sono una band particolare, tutta “sesso, droga e rock’n’roll”, quindi noi siamo proprio agli antipodi». Puntualizza Turilli. «Il rapporto funziona finché si parla di cavolate, ma se si parla di valori… non ci siamo. Ci sono stati alti e bassi, con qualche diverbio, come avviene nelle migliori coppie. Noi siamo portatori di un messaggio positivo, non mi stancherò mai di ripeterlo. I Rhapsody sono stati fondati proprio come reazione alle band sataniche che stavano venendo fuori in quel periodo. Io sono stato sempre pervaso di ottimismo, anche quando mi ammalai di tumore. Sono un devoto della positività».
E le vostre carriere soliste?
Staropoli: «Sto lavorando a quattro mani con mio fratello Manuel. Lui ha una bella energia musicale. Ho parecchio materiale pronto, vorrei cominciare a registrare. Manuel è stato anche ospite sul palco dei Rhapsody in diverse date».
Turilli: «Sto lavorando a un nuovo album del progetto Dreamquest, e poi il quarto disco solista che porterò anche in tour.
La mia giornata tipo: lavoro meglio di notte, quindi vado a dormire alle sei del mattino. Mi sveglio a mezzogiorno, otto ore di lavoro creativo, ma con piacere. E poi mi dedico al giardinaggio, mi piacciono i lavori manuali: mi tirano via lo stress del computer. Amo anche il cinema. Ho un proiettore a casa e mi emoziono come un bambino! Mi dicono che sono un bravo chitarrista, ma ho cominciato tardi, a 16 anni. Quindi mi sento un mediocre chitarrista, semmai sono un buon compositore. Anche se in realtà la musica è già stata tutta scritta, noi la riarrangiamo, non creiamo nulla di nuovo. La mia giornata è dedicata alla musica e alla riflessione spirituale. La ricerca interiore è continua: sono sempre sfasato tra spazio e tempo. Cerco delle risposte che mentalmente non riesco più a trovare. La gente è troppo ripiegata sulle sue esigenze materiali».
I ricordi più belli di questo decennio?
Staropoli: «La collaborazione con Christopher Lee e l’orchestra, il concerto in Sudamerica…».
Turilli: «Ci sono stati momenti di difficoltà, ma ho creato tutto questo per un motivo, e non rinuncerò mai per scopi commerciali. Abbiamo dovuto combattere per mantenere questo messaggio integro e non corrotto da animi esterni. Le cose più belle: i messaggi ricevuti da fan che ci hanno detto di essere usciti dalla droga grazie alla nostra musica. Artisticamente: il contatto con Christopher Lee, trovarselo difronte è stato incredibile».
Il rapporto con Trieste?
Staropoli: «L’unica band che conosco sono i Sinestesia, che hanno suonato al Gods of Metal».
Turilli: «Sono orgoglioso delle mie origini. Ho seguito la triestina su Sky ed ho sofferto fino alle fine. Anzi io seguo la Triestina e l’Udinese, voglio rappresentare la pace tra le due tifoserie! A Trieste trovo l’ispirazione, qua ho tutto. Ho la finestra sul mare e me lo godo».