«Grata di aver contribuito indirettamente a Wav, un progetto che ha la mia stima, per l’impegno con cui porta avanti la sua battaglia e la gioia con cui si lancia in questa avventura»: parole della pordenonese Eva Poles. La cantante ex Prozac+ ha concesso l’utilizzo di un suo brano da solista, “Cadono Nuvole”, che è stato reinterpretato da Folake Oladun (Hit Kunle) nella compilation “Wav – Women Against Violence Unplugged”, progetto nato dall’Associazione Culturale Otto di Padova, per l’etichetta veronese Cabezon Records, con la produzione di Stefano Pivato e Bruno Giraldo, tutti gli utili delle attività live e discografiche del collettivo sono devoluti al Centro Donna Padova Auser, o ad enti simili del territorio. Due le cantautrici triestine che compaiano in questo cd tutto al femminile: Chiara Vidonis e Irene Brigitte.
«Il progetto Wav mi è piaciuto da subito – dice Chiara Vidonis – per la sua trasparenza, semplicità e per la sua forza. Un progetto di sostegno a una realtà, il Centro Antiviolenza Auser, che quotidianamente lavora per aiutare le vittime di violenza e stalking che purtroppo sono sempre molte, spesso lasciate da sole a convivere con la loro paura. Quando Bruno, l’ideatore di Wav, mi ha contattata, ho pensato che il mio essere cantautrice, che quindi veicola un messaggio ogni volta che si esibisce, poteva diventare un contributo potente. È molto bello vedere che a ogni concerto di Wav la risposta del pubblico è forte, commossa a volte, ci fa capire che il tema va ben oltre la retorica e che è sentito da tanti, uomini e donne. Spesso esibirsi per un musicista è un fatto egocentrico, narcisista, con Wav non c’è mai il proprio ego davanti al pubblico e sono molto orgogliosa di far parte di questo collettivo».
«Una mia amica cantautrice, Chiara Patronella, mi ha parlato del progetto Wav – spiega Irene Brigitte – e mi sono subito innamorata. Essere parte di una lotta così importante attraverso la musica è un’idea che mi ha conquistato. “Menta” è la canzone in dialetto triestino che ho scelto per il disco e rimanda ai momenti di bellezza gratuita, di leggerezza: a volte sono quelli a ispirare i cambiamenti».
«Il brano che ho inserito – riprende Vidonis – è “Quando Odiavo Roma”, un inno personale al mettersi contro a un impero interiore che ci ostacola. Il messaggio è quello di uscire fuori dagli schemi che non ci fanno stare bene, anche se pensiamo di dover essere grati eternamente a qualcosa non possiamo diventarne schiavi, la realtà in cui ci troviamo, se non ci piace va guardata per quella che è, riconosciuta e cambiata. Anche se si tratta di una realtà imponente come l’impero romano».
Elisa Russo, Il Piccolo 9 Ottobre 2018