I triestini Wooden Legs sono una garanzia di festa e divertimento. Con la loro “Extreme Irish Music” tornano dal vivo sabato alle 21 in Piazza Verdi per TriesteEstate. Il debutto risale al 2007, nel 2008 il primo concerto importante al Triskell; si sono fatti apprezzare anche in Austria, Germania, Slovenia, Croazia, Francia e Spagna, grazie alla loro personale interpretazione della musica irlandese che, pur non tralasciando la tradizione, arricchisce il sound con influenze che spaziano dalla classica al rock. Nella formazione attuale alla chitarra e alla voce c’è Giovanni Settimo, ai flauti Alice Porro, al violino Sebastiano Frattini, al basso Enrico Apostoli, alle percussioni Marko Jugovic. Nel 2011 è uscito il primo album “If it doesn’t last forever”, nel 2015 il secondo, “What are you looking for?” e il terzo “Animali” nel 2020.
«Purtroppo – commenta la flautista Alice Porro – l’ultimo album era uscito proprio in concomitanza con lo scoppio della pandemia, un momento infelice in cui non è stato possibile portarlo dal vivo, è stata una batosta».
Ora siete riusciti a tornare ai ritmi live pre-covid?
«Quest’anno finalmente sì. A fine mese torneremo in Germania, anche in primavera abbiamo fatto un bel giro di nove date. Ci è voluto un po’».
State pensando al prossimo disco?
«Ancora no, ma stiamo lavorando a qualche singolo per l’autunno. Abbiamo messo su qualche brano nuovo, muovendoci non solo nella musica irlandese ma anche in quella scozzese, ampliando il raggio con qualcosa di leggermente diverso».
La scaletta di Piazza Verdi?
«Peschiamo da tutti e tre gli album. Abbiamo riarrangiato alcune cose più vecchie, inserito qualche brano nuovo. Avremo un ospite, Federico Rossignoli, esperto di musica antica che ha riscoperto uno strumento sconosciuto in questa tradizione, una specie di “scacciapensieri”».
Una piazza che vi ha sempre portato bene…
«Sì, ci abbiamo suonato due volte, nel 2015 e l’ultima nel 2017 era stata speciale perché festeggiavamo dieci anni di attività, con tanti ospiti. Un palco bellissimo. A differenza del Triskell, che adoriamo, dove vengono però gli appassionati del genere, qui oltre ai nostri fan e amici passano anche persone che non ci seguono ed è bello vedere tante reazioni diverse».
Anche turisti?
«Da musicisti non può che farci bene il loro passaggio e interesse, contribuiscono a far crescere gli eventi, sperando che si punti a un turismo di qualità e non “selvaggio”».
Siete impegnati anche in altri progetti?
«Tre di noi sono i Jig Robots, progetto che mescola la tradizione con la jiga irlandese alla componente futuristica e “robotica” dell’elettronica. A proposito, proprio per i tanti impegni con i Mombao e altri, Anselmo Luisi ormai è raramente dei nostri».
Musica irlandese fatta da triestini: come entra la vostra città natale nelle canzoni?
«Se pensiamo a Dublino o altre città irlandesi di mare, ci sono delle affinità di mentalità e comportamento, quel modo di fare generoso ma ruvido ci accomuna. Sicuramente facciamo musica irlandese in maniera personale, come musicisti usciti dal conservatorio Tartini, che hanno studiato musica classica. Inevitabilmente è un modo diverso di affrontare la musica, un modo nostro».
Elisa Russo, Il Piccolo 22 Luglio 2023
